Dopo nove mesi di Amministrazione arriva il primo scoglio importante da superare per il sindaco Figliolia e ciò che resta della sua maggioranza.
Domani, infatti, a partire dalle 10.30, nell’aula consiliare del Municipio, ci sarà la discussione sul bilancio di previsione dell’Ente, unico atto che, se non viene approvato, porta allo scioglimento dell’assemblea e a nuove elezioni.

Come molti ricorderanno, nelle ultime due precedenti sedute del parlamentino civico, quelle del 28 e 29 marzo scorsi, otto consiglieri di maggioranza (Gigi Manzoni, Salvatore Caiazzo, Rosaria Testa, Franco Amato, Mena D’Orsi, Gianluca Sebastiano, Lydia De Simone e Antonio Villani), in rotta con il Primo Cittadino, non si sono presentati all’appello, ufficializzando poi un documento in cui hanno espresso la loro posizione, sostenendo di non essere disposti a fare da “alzamano” senza poter prima discutere i provvedimenti da adottare.
Domani, a meno di clamorose novità dell’ultim’ora, gli otto “ribelli” saranno in aula.
Anche perché presenteranno tre emendamenti al documento unico di programmazione (il primo sul servizio civile, il secondo sugli standard urbanistici e il terzo sul disagio abitativo) che hanno il sapore della sfida nei confronti della Giunta e dei loro colleghi di coalizione.
Emendamenti ai quali si aggiungono quelli, più numerosi, presentati e annunciati da tre consiglieri di opposizione.


A conti fatti, Figliolia, per approvare il bilancio, ha solo 12 voti certi (compreso il suo e quello di Enzo Pafundi, presidente dimissionario della commissione commercio, che però ha dichiarato pubblicamente di continuare a sostenere la maggioranza).
Ciò significa che, se gli otto “dissidenti” si rifiutassero di approvare il documento contabile restando in aula o se decidessero di abbandonare la seduta al momento del voto, il Sindaco avrebbe bisogno del sostegno di un consigliere di opposizione o per garantire il numero legale o per far passare l’atto, evitando così la scure del “tutti a casa”.


Gli unici esponenti di minoranza che potrebbero garantire questo “appoggio esterno” sono i due che già il 28 e 29 marzo assicurarono lo svolgimento del Consiglio e lanciarono chiari segnali di “apertura” all’Amministrazione: Sandro Cossiga e Pasquale Giacobbe, entrambi avversari di Figliolia come candidati a sindaco alle elezioni dell’11 giugno dello scorso anno ma, almeno secondo quanto si dice in giro, entrambi poco propensi “a tirare la volata a Manzoni nella guerra di successione a Figliolia in vista delle prossime comunali”.

Saranno dunque Cossiga e Giacobbe a salvare il Capo della Giunta da un inglorioso scioglimento per manifesta litigiosità interna?
E a quali condizioni, visto che, di benefattori, in politica, non esistono?
Staremo a vedere.