Pochi minuti fa, con un post sulla bacheca Fb della sua fan page, il sindaco Enzo Figliolia ha risposto ad una serie di pesantissime accuse mosse nei suoi confronti da alcuni cittadini. Nella sua replica, il Capo dell’Amministrazione spiega qual è stata e come si è chiusa la sua vicissitudine giudiziaria nell’ambito dei fatti che, a dicembre 2005, portarono allo scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni camorristiche.
Per completezza di informazione, va ricordato che il decreto di scioglimento per infiltrazioni camorristiche del Consiglio Comunale eletto nel 2001 con il primo mandato da sindaco di Enzo Figliolia non è mai stato revocato (un ricorso al Tar fu perso dai politici, che poi decisero di non rivolgersi al Consiglio di Stato) e dunque vivrà per sempre come una macchia indelebile legata alla storia di Pozzuoli.
Di seguito, la lettera aperta di Figliolia.
***
È la prima volta che decido di intervenire in una discussione nell’ambito di un forum che ha ad oggetto la nostra città, e, quindi, l’attività del sottoscritto quale suo sindaco.
Discussioni che, malgrado le diverse critiche che alcuni di voi muovono al mio operato, seguo ed apprezzo proprio per poter indirizzare al meglio il mio lavoro.
Ebbene, pur essendo consapevole che molte delle mie scelte non potranno incontrare il favore di tutti, vi assicuro che ogni mia decisione è comunque improntata all’esclusivo interesse della città e dei miei concittadini.
Ciò posto, devo sottolineare che le ragioni di questo intervento non sono da ricercare nella decisione di confrontarmi con le vostre critiche, che, come ho appena sottolineato, ascolto ed apprezzo, ma dalla intima necessità di dar conto ai miei familiari e a chi mi vuol bene delle accuse ingiustificate che ancora oggi taluno mi attribuisce in maniera profondamente diffamatoria.
Speravo che il riconoscimento giudiziario della mia completa estraneità ai fatti che mi furono ingiustamente addebitati, circa dieci anni orsono, potesse ristorarmi, seppure solo in parte, del doloroso tormento che ho dovuto sopportare fino alla definizione del giudizio che fu avviato a mio carico.
Invece, ancora oggi alcuni, con ingiustificato cinismo, indice di profonda superficialità d’animo, continuano ad attribuirmi pubblicamente condotte e accuse che, vi assicuro, non è facile sopportare, soprattutto per chi ti è vicino e ti vuole bene.

Ebbene, ferma ogni iniziativa che riterrò di assumere in tutte le competenti sedi giudiziarie nei confronti di chi continua ad alimentare l’idea che io sia un delinquente colluso con la camorra, a questo punto sento la necessità di chiarire che i Giudici non solo mi hanno prosciolto dalle accuse che mi furono mosse, ma in sentenza, hanno avvertito il dovere di sottolineare che “i documenti prodotti dalla difesa del Figliolia effettivamente dimostrano la tempestività dell’azione del sindaco, nonostante le difficoltà incontrate per risolvere l’annosa questione del mercato ittico e, in particolare, le situazioni di criticità e malaffare esistenti; tale azione si concretò, esemplificando, nell’individuazione dell’area da adibire a mercato, nell’accordo con la regione proprietaria dell’area, nella regolamentazione del sistema del rilascio della concessione all’occupazione dell’area, nell’ottenimento del riconoscimento CEE ed in iniziative finalizzate a garantire i presidi igienico sanitari della struttura ed il legittimo esercizio delle attività commerciali svolte nel mercato.
Alla luce della detta documentazione non è corretto affermare che la situazione del mercato ittico di Pozzuoli fu risolta solo grazie all’intervento dell’A.G., poiché il sindaco chiuse il mercato e lo spostò temporaneamente in altro sito solo dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, salvo riaprirlo dopo pochi mesi. Una tale visione è evidentemente miope, perché non considera tutta l’attività posta in essere dal sindaco prima della ricezione dell’avviso ex art. 415 bis sopra richiamata. Inoltre, diversi elementi sconfessano tale ricostruzione, in particolare il rigetto, da parte del GIP, della richiesta di sequestro preventivo del mercato avanzata dalla Procura e la mancata chiusura dello stesso ad opera del Prefetto; circostanze che, all’evidenza, dimostrano non solo che l’attività mercatale non poteva essere interrotta ex abrupto, a prescindere cioè dal completo piano di ristrutturazione, ma anche che il comportamento tenuto dal Figliolia nel corso degli anni, immediatamente dopo il suo insediamento, in merito alla vicenda del mercato ittico è stato improntato al canone dell’efficienza”.
Spero di aver fatto finalmente un po’ di chiarezza sul mio conto, anche se sono convinto che non basterà.
È solo grazie all’amore che nutro per la mia città e all’apprezzamento di tanti concittadini che, malgrado tutto, continuano a credere nella mia onestà, che sono riuscito a sopportare tutto quello che mi è accaduto in quegli anni, e, quindi, a proseguire in un’opera, condizionata da difficoltà che molti di voi non possono immaginare, che, mi auguro, consentirà di trasformare in meglio le nostre vite.
Vincenzo Figliolia