giovedì, Febbraio 6, 2025
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Figliolia taglia i nastri e le strade rischiano di sprofondare…

Ormai si favoleggia che giri con una forbice e un pezzo di stoffa tricolore in tasca. Questione di comodità, giacchè viaggia all’impressionante ritmo di un’inaugurazione a settimana, ed è un dato approssimato per difetto. Dove c’è un applauso da ricevere, un brindisi da fare, un discorso autoassolutorio-magnificatorio da tenere e un luogo da “benedire” (con Vescovo o senza: all’occorrenza, scommetto che indosserebbe anche l’abito talare…), Lui c’è, da vero e proprio “masto di festa” professionista. E con lui c’è tutta la claque convocata per l’occasione (“stampa di regime” compresa: quella è sempre in primissima fila per descrivere Pozzuoli come “il paese dei balocchi”…)  a battergli le mani, a dirgli “avanti così”, “da quando ci sei tu la città è cambiata”, “non ti fermare”, “siamo sempre al tuo fianco”, “siamo onorati di essere rappresentati da te”, “tu sì che sei un sindaco”.

Un toccasana per l’ego ipertrofico di Enzo Figliolia, il quale, tanto per spiegare l’umiltà del personaggio, non perde mai occasione  per dire (o lasciare intendere) che prima e dopo di lui c’è sempre stato il nulla. Omettendo (ovviamente) di ricordare le pesantissime disgrazie politico-amministrative che pure gli sono capitate e che, al di là dei positivi esiti giudiziari, restano cicatrici indelebili ad eterna memoria della storia puteolana.

Ma ciò di cui voglio parlare oggi è il contrasto tra gli effetti speciali in cui è specializzato  il “meglioatutto” Vincenzo e la realtà che si vorrebbe nascondere sotto il tappeto (complice sempre la “stampa di regime” di cui sopra, obbligata a nutrirsi solo di “veline” e clap clap a comando).

Stamattina, ad esempio.  Alle 11 si inaugura il parco attrezzato di via Vecchia delle Vigne. Presenti sindaco, assessori e consiglieri. Nel comunicato stampa di presentazione dell’iniziativa, si legge che si tratta “di una superficie di 25mila metri quadrati oggetto di un intervento di recupero e ricomposizione ambientale” e che “il parco si compone di un’area a verde, un’area archeologica, un vigneto di tremila metri quadrati, viali pedonali, un’area giochi per bambini, una piazzola di sosta per bus turistici e parcheggio per le auto”.

In pratica, si tratta di un’opera del “Copin” (famiglia Cosenza) che ha risanato l’area degli ex Depositi della Marina Militare.

In una dichiarazione del 6 febbraio scorso, Figliolia sottolineava che “finalmente possiamo offrire ai residenti e ai turisti un’area riqualificata nel pieno rispetto ambientale”, che  “si tratta di un altro degli interventi realizzati negli anni passati a Pozzuoli, un’area già pronta dalla scorsa estate e fino ad oggi chiusa per risolvere le ultime questioni burocratiche”, che “oltre che dare la possibilità ai cittadini e ai turisti di passare qualche ora di svago nel verde, l’area offre anche una risposta al problema parcheggio nella zona alta di Pozzuoli, soprattutto per gli autobus diretti alla Solfatara” e, infine, che “l’amministrazione comunale sta pian piano mettendo assieme le varie tessere del mosaico per avere, alla fine, un quadro d’insieme di una città sempre più attrezzata, vivibile, accogliente, pulita e amica dell’ambiente”.

Bene, bravi, bis! Standing ovation. Lunga vita al parco urbano attrezzato, a Figliolia e al suo vecchio amico Livio Cosenza.

Adesso però devo fare una domanda al Capo della Giunta.

Caro Enzo, da quando in qua un buon amministratore propaganda le cose “straordinarie” prima di mettere mano all’ordinario?

Non ci credi?

E allora, appena hai finito l’ennesima e inutile comparsata da primo della classe, vieni a farti un giretto a via Napoli.

Nemmeno troppo lontano, proprio all’inizio.

Sulla strada che porta al tunnel Tranvai vedrai delle transenne e un cartello con obbligo di direzione su entrambi i sensi di marcia.

Se avrai la pazienza di avvicinarti al luogo dell’interruzione, noterai che quel tratto in sampietrini è stato “circoscritto” e interdetto “artigianalmente” al transito veicolare perché, in prossimità di un tombino si è aperto un preoccupante buco nella sede stradale.

Un buco che si sta allargando sempre di più e che, complice il dissesto evidente dell’intera arteria (devastata da acqua e fango ogni volta che piove un po’ più forte o per più tempo del solito…) rischia di trasformarsi in un’enorme voragine.

A parte la pericolosità di una deviazione che impegna ben mezza carreggiata in un tratto veicolare da sempre molto delicato, caro sindaco, vorrei sottolinearti che sul posto il Comune si è visto soltanto la sera del 4 marzo (martedì scorso) e soltanto per montare le transenne che vedi.

Quanto tempo ci vuole per risolvere un problema del genere?

Aspettiamo che accada il peggio per intervenire?

Aspettiamo che si facciano i lavori del “Piu Europa” a via Napoli per “apparare” quel buco non prima di averne studiato le origini?

Manca la voglia? Mancano i soldi? Manca il personale? Mancano gli attrezzi?

Forse non è una “somma urgenza” abbastanza “somma” per l’assessorato ai lavori pubblici, che pure è così celere in determinate situazioni?

Ma quale tessera di quale mosaico vuoi mettere insieme, caro sindaco, se non sei in grado di provvedere tempestivamente nemmeno a tamponare le emergenze quotidiane?

Di cosa ti vanti agli occhi dell’opinione pubblica?

Del superfluo senza il necessario?

Di una casa lussuosa con le fondamenta marce?

Sì, hai ragione: il parco urbano attrezzato è bello e utile.

Ma poi?

Usciti da lì dentro, cosa c’è?

Il nulla o quasi.

Anzi, tanti rischi per cose e persone.

L’hai detto tu stesso lo scorso 29 novembre a Palazzo Toledo: “Io le navi da crociera sul porto non ce le voglio portare finchè non rendo più  accogliente la città”.

Hai ragione, sono d’accordo con te.

Ma perché allora non fai seguire alle parole i fatti?

Ai puteolani le cattedrali nel deserto non servono.

Vogliono altro. O, meglio, chiedono prima la “normalità”. Che è anche quella di non avere una strada transennata da cinque giorni perché, ad occhio nudo, rischia di cadersene…

Medita, caro il mio sindaco-taglianastri, medita!

E meditate anche voi, cittadini, soprattutto se siete tra coloro che hanno l’applauso facile e vi accontentate della pagliuzza senza vedere la trave…

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