Non tutti lo sanno, ma c’è un giovane giornalista di Pozzuoli a lavorare fianco a fianco con Luca Abete, uno degli inviati più coraggiosi di “Striscia”.
E, ad una settimana dal brutale pestaggio subìto domenica scorsa a Caserta da tutta la troupe del tg satirico di Mediaset, durante un servizio-denuncia sul mercato del falso nel capoluogo di Terra di Lavoro, intervistiamo proprio il nostro concittadino, anch’egli rimasto vittima dell’aggressione.

Lui si chiama Jacopo Di Bonito, compirà 31 anni il prossimo 15 aprile, è laureato in filosofia e politica e da 18 mesi è uno dei più stretti collaboratori di Abete, curando la parte giornalistica, organizzativa e logistica di tutti i “pezzi” che vedete poi trasmessi.
Un lavoro sia redazionale (che inizia con la scelta degli argomenti da trattare sulla base delle segnalazioni ricevute) sia sul “campo”, come secondo cameraman.
Jacopo, innanzitutto come stai?
Eh, adesso va meglio. Ho preso un bel po’ di botte al collo e alle braccia: quattro giorni di prognosi e quattro giorni di collare. Passerà.
Ti aspettavi una cosa del genere?
Se fai questo lavoro lo metti in conto, ma poi quando succede ti accorgi che non sei mai preparato. Nel caso specifico, non ce lo aspettavamo, perché eravamo in mezzo a tanta gente, nei pressi di una chiesa, tra famiglie e bambini…mai avremmo pensato che potesse scatenarsi l’inferno.

Ti era mai capitato da quando lavori con Luca?
No. In 150 servizi mai si era arrivati a tanto. Ci sono state situazioni di estrema tensione, ma questa è stata davvero la prima volta in cui abbiamo subito avuto la percezione che potesse accaderci qualcosa di brutto, che non volessero soltanto impedirci di filmare insomma, come pure era successo in altre occasioni. Tanto è vero che appena Luca ha fiutato l’aria, ha subito chiaramente detto che ce ne saremmo andati via. L’aggressione infatti l’abbiamo subìta quando eravamo in procinto di allontanarci dal mercatino.

Tu sei stato il primo ad essere picchiato, vero?
Sì, mi hanno scaraventato per terra, strappato la telecamera di mano e poi distrutta in mille pezzi, preso a calci sul braccio e sul collo. Erano armati di mazze e perfino di rami staccati dagli alberi. Luca mi ha visto in grosse difficoltà e ha cercato di aiutarmi, è venuto verso di me tentando di rialzarmi, ma eravamo due contro dieci-quindici esagitati che sembravano pronti a tutto. Lì è cominciata l’aggressione anche a Luca. Abbiamo corso a perdifiato insieme e, grazie all’aiuto di alcune persone che non finiremo mai di ringraziare, ci siamo potuti rifugiare in una piadineria, dove poi abbiamo ricevuto i soccorsi. Non prima però che Luca fosse ancora malmenato. Scene che ho potuto riprendere col mio cellulare e con la telecamerina che avevo addosso, fin quando poi non ho ricevuto un’altra botta al braccio destro dagli aggressori. Tutto questo mentre anche la telecamera dell’altro operatore veniva colpita a bastonate.
IL FILMATO INTEGRALE DELL’AGGRESSIONE
Hai avuto paura?
Ho temuto per la mia vita e per quella di Luca.
Che cosa provi adesso?
Rabbia per aver subìto una violenza mentre svolgevo il mio lavoro. E poi la strana sensazione che prova un giornalista quando diventa non il narratore ma il protagonista di una notizia.
UN ALTRO FILMATO DELL’AGGRESSIONE
Quando tornerete in tv?
Il tempo di rimetterci in sesto completamente e saremo di nuovo operativi. Noi non molliamo. Lo dobbiamo alle migliaia di persone che ci stanno dimostrando concretamente la loro solidarietà e che ci chiedono di andare avanti.
In bocca al lupo, Jacopo!
Crepi il lupo.
IL VIDEO DI CHIARIMENTI PUBBLICATO DA LUCA ABETE