Dopo aver salvato Alitalia, le Poste dovrebbero cominciare a salvare anche la corrispondenza di molti puteolani. Corrispondenza che arriva in “puntuale” ritardo o addirittura non giunge mai a destinazione. Le segnalazioni su questo assurdo disservizio si espandono ormai a macchia d’olio da mesi, ma sembra che la soluzione al problema sia ancora di là da venire.
Il guaio è serio, soprattutto per quanto riguarda i tributi ed il pagamento delle principali forniture.
A Pozzuoli c’è chi non ha ancora ricevuto né la Tarsu né la Tares, né tantomeno numerose bollette di acqua, luce, gas, pay-tv e telefono, comprese eventuali rateizzazioni.
Il risultato è che in tanti risultano incolpevolmente debitori, col rischio concreto di dover pagare more ed interessi o di vedersi esclusi da benefici, come la possibilità di dilazionare gli importi più pesanti.
Per non parlare poi delle conseguenze patite da chi non riceve in tempo una raccomandata di carattere lavorativo, giudiziario oppure una cartella esattoriale che, se non liquidata nei tempi stabiliti, può creare enormi danni economici.
Per di più, stando alle testimonianze di alcune persone, a volte capita di ricevere la posta addirittura dagli inquilini dello stesso stabile o di quelli circostanti, in orari anche serali, oppure di vedersi recapitata corrispondenza che andrebbe consegnata ad omonimi residenti altrove.
C’è perfino chi giura di avere riscontri concreti del passaggio del postino non più di un paio di volte al mese.
Insomma, se non è una baraonda, poco ci manca.
Ho deciso allora di capirne di più, parlando con un addetto ai lavori, che però ha accettato di parlare a patto di mantenere l’anonimato.
Ecco cosa mi ha risposto.
“La colpa non è di noi postini –afferma- ma innanzitutto di una riorganizzazione aziendale che ha tagliato le zone di recapito, riducendole da 44 a 35. In pratica, ognuno di noi, da metà giugno, deve lavorare su un’area molto più vasta, con tutti i problemi che ne conseguono, visto che per consegnare correttamente la corrispondenza dobbiamo innanzitutto imparare a memoria i luoghi in cui andare. Per fare questo, serve tempo: e ne serve ancora di più ai postini semestrali a tempo determinato, che non sono nemmeno di qui. In più, la mole di lavoro è aumentata a dismisura perché, rispetto al passato, abbiamo anche il compito di consegnare le raccomandate e le cartelle di Equitalia. I cittadini hanno ragione a protestare, ma devono sapere che noi postini ce la mettiamo davvero tutta. E spesso la colpa è anche di chi non scrive correttamente l’indirizzo del destinatario, soprattutto nei quartieri popolari dove allo stesso indirizzo e numero civico ci sono più fabbricati e più scale. Non potete immaginare quanto tempo si perde soltanto per queste imprecisioni: e quante energie nervose dobbiamo impiegare per cercare di fare al meglio il nostro lavoro nonostante un’enorme mole di difficoltà”.
Questa dunque è la “campana” dei postini.
Spiegazioni che non promettono nulla di buono per il futuro.
Poste Italiane S.p.A.: se ci sei, batti un colpo!