domenica, Aprile 27, 2025
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Il Giudice di Pace resterà a Pozzuoli? La volontà politica è: “Sì, No, Boh!”

Nulla di fatto. O, almeno, nulla in più di quanto già si sapesse sulle reali possibilità che l’ufficio del Giudice di Pace resti sul territorio puteolano.

Poche, pochissime possibilità.

Come emerso ieri durante la seduta monotematica del Consiglio Comunale (richiesta da cinque esponenti di maggioranza: Tommaso Pollice, Enzo Bifulco, Antonio Di Bonito, Paolo Tozzi e Maurizio Orsi) il cui esito ha gelato le aspettative dei circa cento avvocati presenti in aula da spettatori interessati.

Il folto pubblico di avvocati ieri in aula consiliare
Il folto pubblico di avvocati ieri in aula consiliare

In sostanza, la permanenza di questo presidio di giustizia nell’immobile di proprietà comunale già individuato a suo tempo dal Municipio (l’ex scuola elementare di via Artiaco, che, per essere adibita a tale destinazione, è stata interessata da 180mila euro di lavori) è legata ad un filo sottilissimo, composto da più fattori che si intrecciano tra loro: i soldi da trovare nel bilancio di previsione 2015 dell’Ente (da approvare entro il 30 giugno) per garantire la copertura finanziaria delle spese di gestione da parte del Comune di Pozzuoli; la stessa procedura che dovranno fare gli altri tre comuni flegrei (Quarto, Bacoli e Monte di Procida) attraverso le nuove Amministrazioni ed i nuovi Consigli Comunali che usciranno dal voto previsto tra 12 giorni (il 31 maggio); l’eventuale revisione degli stessi costi di gestione (già calcolati nella misura di 1,60 euro per abitante)  rispetto a quanto stabilito in uno schema di convenzione firmato il 5 dicembre scorso tra i quattro municipi flegrei.

Tutto questo da tramutare in altrettante delibere consiliari che ciascuno dei quattro comuni (Pozzuoli, Quarto, Bacoli e Monte di Procida) dovrà approvare in tempo utile per consentire che sia inviata al Ministero di Giustizia la richiesta di ripristinare gli uffici dei Giudici di Pace, entro e non oltre il prossimo 30 luglio, termine ultimo stabilito dal Governo per chiudere questa “partita”.

Fin qui, il percorso burocratico obbligatorio da seguire, in tempi oggettivamente brevissimi: appena dieci settimane lavorative, in cui c’è da inserire anche la campagna elettorale, il voto in tre comuni su quattro (con eventuale turno ballottaggio a Bacoli e Quarto) e la proclamazione dei nuovi eletti.

Poi c’è la volontà politica: quella che, se esiste, fa scalare  montagne insormontabili e stuzzica l’ingegno ad inventare mille espedienti per velocizzare ogni procedura.

E proprio la volontà politica di salvare il Giudice di Pace, non si è capito se il Comune di Pozzuoli la porti scritta  solo su un pezzo di carta firmato da tutti i capigruppo consiliari, oppure ce l’abbia davvero.

Il sindaco Figliolia (al centro della foto)

Il sindaco Enzo Figliolia, ad esempio, nel suo intervento finale durante la seduta consiliare di ieri, ha fatto il passo del gambero, esprimendo prima le sue “perplessità” sulla spesa che il Comune di Pozzuoli dovrebbe accollarsi a vita per mantenere questo ufficio, sottolineando poi che “l’indirizzo di mantenere il Giudice di Pace a Pozzuoli c’è ed è un atto fortissimo come lo schema di convenzione già approvato”, ma spiegando infine che  “bisogna capire quante possibilità ci sono di metterlo in pratica con le risorse che avremo disponibili nel bilancio di previsione di imminente approvazione”.

Il consigliere Tito Fenocchio

Molto più pessimista, invece, l’ex consigliere di minoranza (ora in maggioranza) Tito Fenocchio, secondo cui “per questo esborso di denaro, non c’è la compatibilità economico-finanziaria richiesta dal Ministero nei confronti del Comune, in quanto siamo in deficit strutturale e non possiamo garantire nemmeno i servizi indispensabili, ragion per cui ogni consigliere comunale si assumerebbe rischi altissimi nell’approvare una spesa del genere”.

 

Intervento, quello di Fenocchio, contestato da altri suoi colleghi di maggioranza, come Antonio Di Bonito  (“Abbiamo votato variazioni di bilancio molto più pesanti e molto meno chiare come quella da 1 milione e 350mila euro per un contratto capestro di fornitura di energia elettrica, spendiamo 3,50 euro a cittadino per mantenere una farmacia comunale in perdita, non ci spaventa certo mantenere l’impegno assunto per non perdere l’ufficio del Giudice di Pace”) e Vincenzo Bifulco (“l’ufficio del Giudice di Pace deve restare a Pozzuoli senza se e senza ma, non ci spaventano gli spauracchi finanziari agitati ad orologeria”).

Il consigliere Guido Iasiello
Il consigliere Guido Iasiello

Nessuno ha però saputo rispondere concretamente né al consigliere di opposizione Guido Iasiello (il quale chiedeva di sapere “chi ha sbagliato e perché i calcoli dei costi di gestione dell’ufficio del Giudice di Pace, costringendo tutto il Consiglio Comunale ad impantanarsi in queste sabbie mobili a due mesi dalla scadenza prevista dal Governo”) né al consigliere di maggioranza Raffaele Visconti, durissimo nei confronti di chi (Figliolia?) “si è comportato da sprovveduto facendo dichiarazioni trionfalistiche sulla permanenza del Giudice di Pace a Pozzuoli dimenticando di azionare il cervello nel momento in cui apriva bocca. Così come è stato fatto un anno e mezzo fa, quando fu promesso che la circoscrizione di Licola sarebbe stata riaperta per due giorni a settimana ed invece è ancora chiusa. Un altro impegno che sembrava scritto con la penna indelebile ed invece è diventato una scritta sulla sabbia…”

Il consigliere Raffaele Visconti
Il consigliere Raffaele Visconti.

Insomma, se ne sono sentite davvero di tutti i colori, specie all’interno di una maggioranza sempre più sfaldata.

Al punto da sfiorare la rissa verbale per la decisione, del presidente consiliare Tommaso Pollice (che sostituiva Enrico Russo, assente per gravi motivi familiari) di dare la parola all’avvocato Francesco Palmese (segretario del locale Sindacato Forense) per un breve intervento sulla situazione.

Il breve intervento in aula dell'avvocato Francesco Palmese, segretario del Sindacato Forense Puteolano
Il breve intervento in aula dell’avvocato Francesco Palmese, segretario del Sindacato Forense Puteolano.

Decisione apertamente (e vanamente) contestata da Gigi Manzoni, il quale ha sottolineato che si stava “creando un precedente pericoloso, giacchè il regolamento consiliare non lo prevede e già in passato è stata negata questa possibilità a chi, dal pubblico, aveva chiesto di intervenire, in rappresentanza di una categoria, come i sindacati dei commercianti”.

Il consigliere Elio Buono
Il consigliere Elio Buono

D’altronde, che il clima nella coalizione di Figliolia non sia dei più sereni, lo ha dimostrato non solo il Sindaco quando, senza peli sulla lingua, ha dichiarato di non aver “gradito un consiglio comunale del genere in piena campagna elettorale”, ma anche lo stesso candidato consigliere regionale Elio Buono, quando ha parlato chiaro e tondo di “atteggiamento non idoneo da parte di alcuni consiglieri di maggioranza, che hanno presentato un ordine del giorno senza consultare gli altri colleghi, tentando fughe in avanti e di mettersi al di sopra degli altri”.

Elio Buono smentito peraltro in diretta dal segretario del Sindacato Forense quando ha eccepito che i costi inizialmente previsti per mantenere l’ufficio del Giudice di Pace a Pozzuoli sarebbero lievitati per via della vigilanza, voce di spesa che invece, come dichiarato dall’avvocato Palmese, non sono a carico dei Comuni “come ha già precisato il Presidente del Tribunale”.

E il Consiglio è andato avanti tra un mare di polemiche.

I consiglieri Maurizio Orsi e Paolo Tozzi

Con Paolo Tozzi e Maurizio Orsi, che hanno sottolineato come “quando c’è la volontà politica nella nostra città si fa di tutto”; Gigi Manzoni, che, ironicamente, ha detto che “siccome siamo in piena campagna elettorale e stiamo facendo la passerella, anche io voglio tutto per tutti senza badare ai costi per la collettività”; Niki Della Corte che ha consigliato “revisione della spesa su sacche di diseconomia per tenere in vita l’ufficio del Giudice di Pace”; l’assessore Roberto Gerundo, che ha difeso “l’operato di un’Amministrazione Comunale che sta facendo tutto il possibile per mantenere il presidio sul territorio”; Filippo Monaco, che ha contestato “una discussione basata sul nulla”; Michele Luongo, che ha invitato “a non fare forzature ma ad agire secondo le norme”, ed

Il consigliere Vincenzo Daniele
Il consigliere Vincenzo Daniele

il neocapogruppo del Pd, Vincenzo Daniele (eletto dopo le dimissioni di Elio Buono dalla carica) che ha tentato di riportare la serenità nel civico consesso sottolineando che “anche se sembriamo esprimere 24 posizioni diverse, tutti noi consiglieri comunali siamo intenzionati a mantenere l’ufficio del Giudice di Pace a Pozzuoli, a cominciare dal Sindaco che già si è assunto serie responsabilità in materia”.

Risultato finale della discussione?

L'assessore Roberto Gerundo durante il suo intervento
L’assessore Roberto Gerundo durante il suo intervento

Questa sede puteolana del Giudice di Pace è un pò come la Sora Camilla: tutti la vogliono, ma nessuno se la piglia…

Intanto, nei prossimi giorni, sempre al rione Terra, assisteremo ad altre due infuocate sedute consiliari: dopodomani, giovedì 21 maggio, alle 19 (si approva il consuntivo di bilancio 2014, la rinegoziazione dei mutui con la Cassa Depositi e Prestiti, il nuovo regolamento per la gestione del demanio marittimo e la spesa di oltre 3 milioni e mezzo di euro per espropriare ed abbattere l’ex ristorante “Vicienz’ ‘a ‘mmare”) mentre lunedì prossimo  25 maggio (ore 17) si discuterà di “stalli di sosta, rotatorie, parcheggi e viabilità”, su espressa richiesta degli stessi cinque consiglieri (Pollice, Bifulco, Di Bonito, Tozzi e Orsi) che hanno voluto il dibattito sul Giudice di Pace.

Con la campagna elettorale in atto, non mancheranno di certo le dichiarazioni ad effetto…

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