La “cacciata” e il reintegro del colonnello Silvia Mignone nel ruolo di comandante dei vigili urbani nell’arco di appena un mese ha suscitato molto scalpore in città.
E non poteva non sollevare una polemica politica, come dimostra il testo di un post con cui l’ex consigliere di “Pozzuoli Ora” Raffaele Postiglione (parafrasando il titolo del nostro articolo di ieri) si pone alcuni interrogativi sul dietrofront dell’Amministrazione nella gestione del caso.
<<“Silvia Mignone da diavolo ad acqua santa” titola Pozzuoli21 per dare notizia del ritorno al Comando della Polizia Municipale – esordisce Postiglione (nella foto) – La nomina di un dirigente su “base fiduciaria” è sicuramente una facoltà data al Sindaco dalla legge (ex articolo 110 del TUEL). Si tratta di una modalità di accesso alla carica dirigenziale che rappresenta comunque un’eccezione nel sistema costituzionale e normativo italiano, che mutua lo spoils system degli ordinamenti anglosassoni in cui i dirigenti cambiano con il cambiare del governo. Condivisibile o meno, tale procedura rappresenta un’opportunità. Ma sulle scelte della Politica dovrebbero pesare anche le “questioni di opportunità”. Concetto più volte abusato. Solo qualche settimana fa, dopo i rilievi fatti dall’Ispettorato della Funzione Pubblica, il Sindaco sollevava il Comandante della Polizia Municipale per “supposta illegittimità”. Ieri lo stesso Sindaco ha deciso di ridare il Comando dei caschi bianchi alla stessa persona. Ricordo che sosteniamo da sempre che un ruolo così delicato ha necessariamente bisogno di un’indipendenza formale e sostanziale dalla Politica. (Prima questione di opportunità) Pozzuoli ha un corpo di Polizia Municipale tra i più numerosi tra le Città con caratteristiche simili. Oltre 130 agenti. La guida di una struttura del genere non è cosa semplice. Discutibile la scelta di assegnarla ad una figura, di cui qui non si discutono le capacità, fortemente delegittimata da fatti ed atti di sole poche settimane. (Seconda questione di opportunità) Infine, le scelte vanno spiegate, altrimenti qualunque interpretazione non può essere scartata. Compresa quella che vorrebbe che su questo ripescaggio pesino volontà di anziani notabili, certamente anche questi con competenze indiscusse, ma espressione di una burocrazia che ha fatto il suo corso. (Terza questione di opportunità) Un bando pubblico dedicato al ruolo garantirebbe trasparenza e sarebbe a tutela di tutti, compresa l’ex/neo comandante. (Quarta questione di opportunità) Intanto ancora buon lavoro ed in bocca al lupo a tutto il Comando da cui purtroppo spesso tanti giovani, anche neoassunti, scappano lamentando condizioni ambientali negative>>.