a cura di Carlo Pareto (responsabile relazioni esterne Inps Pozzuoli)
E’ un vero e proprio ‘ingorgo fiscale’ di fine anno quello che si prepara per le aziende italiane. Lo sottolinea la Cgia di Mestre che ricorda come entro il 31 dicembre le imprese dovranno onorare ben 28 scadenze fiscali e contributive che comporteranno un esborso di almeno 76 miliardi di euro. Secondo la stima dell’associazione, l’imposta più impegnativa dal punto di vista finanziario resta l’Iva, che obbligherà le aziende a versare all’erario 26,5 miliardi di euro. Al secondo posto di questa poco invidiabile classifica, l’acconto Ires, vale a dire l’imposta sul reddito delle società di capitali, che garantirà alle casse dello Stato 16,9 miliardi di euro, mentre il pagamento dell’acconto Irap porterà altri 11,6 miliardi di euro di gettito. Le altre scadenze che gli imprenditori dovranno onorare sono le ritenute Irpef dei lavoratori dipendenti del settore privato e quelle riferite ai lavoratori autonomi (pari a 12 miliardi di euro), gli acconti Irpef (4,8 miliardi) e la corresponsione della seconda rata dell’Imu (4,4 miliardi). Dal gettito complessivo, pari a poco più di 76 miliardi di euro, non sono state incluse le cifre riguardanti i versamenti relativi all’ultima rata della Tares (la nuova tassa sui rifiuti) e i contributi Inps a carico delle imprese e dei dipendenti. Commentando lo scenario il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, ha osservato che “sfiancate dalla crisi e sempre più a corto di liquidità, c’è il pericolo che molte piccole e micro imprese non riescano a superare questo vero e proprio stress test fiscale”.