Insegnante di Pozzuoli scrive a Renzi: “Caro Matteo, grazie per avermi costretta a scegliere tra il lavoro e mia figlia”
Sono una docente del sud sbattuta a Bergamodopo 30 anni di precariato.Ho sognato tanto questo ruolo in questi anni ma mai avrei potuto immaginare di trovarmi ascegliere tra il mio lavoro e mia figlia.Non so se una mamma può concepire di lasciare i propri figli quando sa che hanno bisogno di lei.Questo è ciò che vivo io ora perchésto viaggiando verso Bergamo e ho lasciato mia figlia in lacrime dopo aver festeggiato il suo 18° compleanno.Molti mi dicono che per fortuna è grande e può gestirsi da sola ma io mi chiedoperché sia io che lei dobbiamo subire questa separazione che altri hanno deciso per noi?Dopo 30 anni di precariato econ un punteggio altissimo nella graduatoria per la mobilità, era proprio necessario subire l’ennesima ingiustizia?Perché nessuno ci ascolta?Perchè i nostri figli devono subire tutto ciò?Voi politici mettetevi in questi maledetti treni e ascoltate le storie di queste donne che per garantire un benessere economico minimo ai loro figli sono costrette a lasciarli.Chiedetevi come si sentirebbero i vostri figli grandi o piccoli,a veder partire la loro madre per settimane semplicemente perché deve lavorare.Presidente, lei a me piaceva moltoperché dopo tanti anni finalmente era arrivato qualcuno che ridava ossigeno alla scuola: ma ora, vivendo sulla mia pelle la realtà di questaBUONA SCUOLA, le dico che costa troppo a noi insegnanti del sud e troppo poco al resto d’Italia,dove veniamo trattate come i nuovi emigranti che vengono ad elemosinare un po’ di lavoro.Per questo, le chiedo diridarci la nostra dignità e la nostra famiglia.Vogliamo ritrovare l’amore per il nostro lavoro ,per la nostra terra,per i nostri cari.Legga questa mail, presidente, e cerchi di porre rimedio a questacatastrofesociale che voi politici avete creato.*Anna Capomazza per conto della sorella insegnante Maria Italia Capomazza
