Insegnanti “emigrati” grazie al Governo: due sentenze riaccendono la speranza di riavvicinarsi a casa

Insegnanti “emigrati” grazie al Governo: due sentenze riaccendono la speranza di riavvicinarsi a casa

E’ un’odissea infinita quella degliinsegnanti di ruolo “costretti” ad emigrare nelle regioni del centro-nordgrazie al piano nazionale di assunzioni stabilito dalla legge sulla cosiddetta“buona scuola”.

Un problema  – che vede coinvolti anchemolti docenti di Pozzuoli e dell’area flegrea– di cuiabbiamo già scrittolo scorso annoin dueoccasioni.

LA TESTIMONIANZA DI UN’INSEGNANTE DI POZZUOLI

E, puntualmente, a poche settimane dalla ripresa delle attività didattiche,ricomincia la protesta dei “deportati”.

Che, stavolta, hanno lanciato unapetizione on lineindirizzata al premierGentiloni, al ministro dell’istruzioneFedelie all’ex presidente del consiglioRenzi, il cui governo introdusse queste novità.

La richiesta è quella diapplicare, su scala nazionale, il contenuto di due ordinanze del Tribunale di Reggio Emilia, la numero 180 del 23 gennaio 2017(CLICCAQUIPER LEGGERLA)e la numero 848 del 27 marzo 2017 (CLICCAQUIPER LEGGERLA) con cui, accogliendo ricorsi presentati da altrettanti docenti,il giudice stabilisce, sostanzialmente che“nell’attribuzione dei posti di sostegno in deroga, i docenti di ruolo collocati nelle graduatorie dei richiedenti assegnazione provvisoria hanno la precedenza sui docenti precari collocati nelle graduatorie ad esaurimento e nelle graduatorie d’istituto”.

I provvedimenti del Tribunale reggiano stabiliscono l’irregolarità delle procedurecon cui“nell’attribuire i posti disponibili sul sostegno nelle scuole primarie e dell’infanzia, una volta esauriti i docenti in possesso del titolo di specializzazione”si stipulano“contratti a tempo determinato anziché usufruire dei docenti di ruolo, immessi in servizio nelle zone più disparate d’Italia a causa del piano straordinario di assunzioni della cosiddetta legge sulla‘buona scuola’”.

Attuare concretamente le due ordinanze consentirebbe, di fatto, l’avvicinamento nella regione o nella provincia di residenza, come docenti di sostegno,  a molti insegnanti di ruolo obbligati a lavorare a centinaia di chilometri di casa e che hanno fatto richiesta di ricongiungimento familiare per gravi e motivate ragioni.

Vedremo quali saranno le decisioni del Governo.

Per leggere e firmare la petizione on line lanciata ieri dall’Unione Docenti Immobilizzati del Sud, bastaCLICCAREQUI.