venerdì, Aprile 19, 2024
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“Io, cacciato da un corso di formazione del Comune per aver scritto ciò che penso…”

Ricevo e pubblico*

Caro Direttore, con la presente lettera, Le scrivo per portarLa a conoscenza del caso che mi vede coinvolto in prima persona.

Un caso che non deve passare di certo inosservato affinché tutti i cittadini-lettori possano rendersi conto di come si comporta il Comune di Pozzuoli nei confronti di chi prova a dire ciò che pensa, con la critica, a prescindere dal mezzo di comunicazione utilizzato.

Ebbene, dovete sapere che sono stato espulso dal corso di formazione professionale, dal titolo “Innovation Business and Start-Up”, inserito nel Progetto europeo MAC, Monterusciello Agro-City, per il quale avevo vinto la relativa borsa di studio di 2.250 euro, previo superamento di selezione pubblica per soli titoli, bandito dal Comune di Pozzuoli.

Il motivo della mia espulsione?

Ho reso delle dichiarazioni,  contenute in un “post” scritto di mio pugno e pubblicato sulla mia pagina personale Facebook, che, a detta loro, risulterebbero “incompatibili con gli obiettivi del piano formativo”, in quanto avrei diffamato ledendo l’onorabilità e la reputazione dell’Ente comunale e dei Partner coinvolti nel progetto.

Infatti sono stato convocato, per mezzo di posta elettronica certificata, negli uffici della Direzione 5 del Municipio di Pozzuoli, alla presenza di una Commissione istituita ai sensi dell’articolo 7, comma 1, della Convenzione da me sottoscritta, che regola il conferimento della borsa di studio, per l’adozione di eventuali provvedimenti nei mie confronti.

In poche parole, mi hanno convocato per chiedermi delle delucidazioni  in merito alle dichiarazioni riportate nel “post” tentando in qualche modo di farmi cambiare idea e chiedendomi anche di “rivisitare” il post di cui sono stati infastiditi, oltre al fatto che hanno cercato di intimidirmi con una querela, nonostante non ci fossero gli estremi, i presupposti.

Avendo consultato più di un avvocato penalista al quale ho affidato lo studio del mio “post”, Le posso riferire che le mie affermazioni rese pubblicamente non rientrano affatto nel reato penale della diffamazione, il che non costituisce motivazione di espulsione dal corso con provvedimento dirigenziale con il quale si dispone la mia decadenza dal corso e la revoca della borsa di studio, dal momento che ho esercitato diligentemente il diritto di critica, di parola, manifestando liberamente il mio pensiero.

Se il mio comportamento è “incompatibile con gli obbietti del piano formativo”, non mi sarei nemmeno candidato alla selezione pubblica; non avrei sottratto il mio tempo libero per tre giorni alla settimana a tempo “full-time” né, tantomeno, avrei riportato un punteggio pari a 7,8 (ho sbagliato 4 domande su un totale di 18, di cui nove scritte in lingua inglese) al primo e purtroppo ultimo test di verifica somministrato dai docenti anche agli altri discenti del corso, con alcuni dei quali stavo stringendo amicizia, ridendo e scherzando durante le ore di pausa!

Non so che idea si sia fatto il Comune di Pozzuoli sul mio conto: mi avrà scambiato per un criminale o che so io.

Mi chiedo: si può essere penalizzati in questo modo per aver detto ciò che si pensa criticando in maniera negativa alcuni aspetti del progetto?

Non sono stati troppo frettolosi nel farmi letteralmente fuori, eliminandomi dal percorso formativo?

Si può essere trattati in questo modo per non essere stato ipocrita?

Nella mia vita non credo di aver mai sentito che uno studente universitario sia stato cacciato dal corso di laurea al quale è immatricolato perché ha criticato in maniera del tutto negativa alcuni aspetti dell’Università frequentante, come ad esempio la carenza di trasparenza o l’inefficienza amministrativa!

A volte mi chiedo se si stia andando avanti o tornando indietro nel tempo…

*Ivan Pacifico

 

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