“Io, dimessa dal pronto soccorso di La Schiana col referto di un’altra donna…”
Tra le tante situazioni anomale che vengono segnalate dai cittadini sulla qualità dell’assistenza all’ospedale di La Schiana, ce n’è una davvero incredibile capitata ad unacommerciante di Pozzuoli.
Lei si chiamaAntonella Di Fraia, gestisce insieme col maritoGennaro Intermoial’emporio“Idea Regalo”in via Cesare Battisti, e martedì mattina della scorsa settimana ha avuto bisogno del“Santa Maria delle Grazie”.
“Camminavo per strada a Monterusciello quando ho cominciato ad avvertire dolori al petto– ci raccontaAntonella–Ho telefonato subito a mia figlia e mi sono fatta accompagnare al pronto soccorso. Per fortuna non era niente di grave,mi hanno sottoposta immediatamente all’elettrocardiogramma e all’analisi degli enzimi cardiaci. Sulla tempestività delle cure non ho nulla da dire nel mio caso. Potrei avere da ridire sul fatto che chi mi ha visitato si è cimentato inqualche battuta di troppo, dicevano che sembravo una turista e non una persona sofferente per il solo fatto che io fossi truccata e ben vestita (ma ero appena uscita di casa, non stavo in pigiama nel letto!), così come, quando ho dovuto elencare loro dettagliatamente altri miei problemi di salute, mi è stato risposto:‘signò, e che pacienza ca tenìte’. Magari nelle loro intenzioni volevano tenermi su di morale, bah! Potrei anche lamentarmi del fatto che me ne stavano facendo andar via ancora con la cannula infilata nel braccio e ho dovuto chiedere il favore ad un infermiere di togliermela dopo che un suo collega ed una dottoressa si sono rifiutati di farlo. Ma non voglio lamentarmi di tutto questo né di altre cose che ho visto con i miei occhi e che non mi sono per niente piaciute. Voglio solo dire chesono stata dimessa dal pronto soccorso con un referto medico che non era il mio!”
Addirittura…Sì, ecco, vedete? A me è stato dato il referto di una signora di Bacoli, del ’44, che credo aspettasse vicino a me la visita in pronto soccorso. Ancora non capisco come abbia fatto il medico a farmi firmare il mio referto e a darmi poi la copia del referto di un’altra persona, che ancora non era stato firmato.
Come se n’è accorta?Non è accaduto subito e non me ne sono accorta io, che ero ancora in ansia per il mio stato di salute. Se n’è accorto il mio cardiologo privato, che ha letto quella carta, mi ha chiesto come mai avessi contratto improvvisamente tante nuove patologie di cui non era a conoscenza, poi ha visto i dati anagrafici del paziente ed è scoppiato a ridere. E non vi posso riferire gli altri suoi commenti in merito alla situazione, ma ve li potete facilmente immaginare…
E adesso?Adesso, appena avrò un po’ di tempo e non so quando perché tra cure e negozio sono sempre impegnatissima, devo tornare al pronto soccorso perché voglio il mio referto. E soprattutto voglio restituire quello della signora di Bacoli. Tra l’altro, mi domando: a parte la privacy violata di entrambe nel probabile scambio di referti, cosa sarebbe potuto accadere a me se fossi stata ricoverata in reparto con una diagnosi appartenente ad un’altra persona? E cosa è potuto accadere a questa signora di Bacoli se, dopo la visita in pronto soccorso, è stata portata in reparto col mio referto? Se è così facile confondersi con delle carte così importanti, non voglio nemmeno immaginare cos’altro può accadere all’ospedale di La Schiana…
