venerdì, Aprile 26, 2024
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img

“Io, malato, invalido, disoccupato e con una figlioletta…sto per essere sfrattato ma nessuno mi aiuta!”

Una storia che ha dell’incredibile e che rischia di finire malissimo per un giovane papà e per la sua famiglia.

Accade sul lungomare di via Napoli, dove il 32enne Mario Liguori sta per essere sfrattato per morosità dall’abitazione in cui vive e di cui, da circa 18 mesi, non riesce più a pagare l’affitto.

Mario Liguori nell'abitazione da cui sta per essere sfrattato
Mario Liguori nell’abitazione da cui sta per essere sfrattato

Mario è invalido al 100% a causa di una leucemia e di una epilessia, percepisce una pensione di 290 euro al mese (ma nessuna indennità di accompagnamento, benché i medici che si sono presi cura di lui hanno certificato che “non può restare da solo senza rischi per sé” e deve “essere sorvegliato e supportato con continuità”), soldi con cui dovrebbero campare lui, la compagna e la loro figlioletta di 2 anni e mezzo.

Soldi che non sono mai bastati nemmeno a coprire le spese della pigione (400 euro mensili): cosicchè, appena i familiari non hanno potuto più dare un aiuto (essendo finiti anch’essi in difficoltà economiche) e appena non è più riuscito nemmeno lui stesso a fare qualche lavoretto per “arrangiare” (nonostante, a causa delle sue patologie, egli non possa svolgere alcuna attività occupazionale) a causa di una frattura alla caviglia destra in seguito ad un incidente in motorino, la situazione è precipitata.

“Mi rivolgo a voi che siete un giornalista nella speranza che questo mio appello possa essere raccolto da qualcuno di buon cuore – ci dice Mario – Io non ho più nulla, non posso permettermi di pagare nemmeno un avvocato che mi difenda. Dovrei essere tutelato dallo Stato per la gravità della mia situazione e invece mi trovo a dover combattere contro uno Stato che mi tratta come se non esistessi. Ho uno sfratto esecutivo sulle spalle: il 30 di questo mese, cioè tra pochi giorni, l’ufficiale giudiziario farà il terzo tentativo di accesso, ho già avuto due proroghe e non so se me ne sarà data un’altra. Io ho chiesto ancora qualche mese di tempo perché ora che guarisco dalla frattura al piede posso tornare a guadagnare qualcosa che mi permetta almeno di pagare un trasloco e l’affitto di un’altra casa. Ma, per come si sono messe le cose, temo che mi cacceranno via molto prima.

certificato 1 ok

Ho chiesto agli assistenti sociali del Comune una relazione da consegnare al giudice affinchè possa comprendere la mia situazione e concedermi un’ulteriore proroga, ma credo che questo documento non sia stato mai prodotto. L’assistenza sociale del Comune conosce bene il mio problema perché a gennaio ha proposto all’Amministrazione un intervento economico in mio favore, ma nulla è accaduto. Ho partecipato al bando per il sostegno all’affitto e gli unici soldi che mi sono arrivati, così come la pensione, sono per provvedere alle necessità primarie della mia figlioletta, che, con la mamma, spesso è a casa dei miei suoceri perché qui con me non possono stare, non ho di che farli mangiare e mi stanno staccando anche le utenze visto che non posso pagare nemmeno le bollette. In tutto questo –prosegue Marioper vari problemi io non posso andare né ad abitare dai miei genitori né da quelli della mia compagna. Tra l’altro, per la mia situazione clinica, che mi comporta spesso delle crisi epilettiche, loro non possono assistermi, cosa che riesce a fare soltanto la mia compagna, ed io non posso vivere da solo, perché potrebbe in ogni momento capitarmi qualcosa di brutto senza che io me ne renda conto. Inoltre, se io resto senza un posto dove vivere, non avendo una residenza, rischio di perdere il diritto ad essere curato e anche l’esenzione dal ticket, che mi consente di prendere tutti i medicinali salvavita di cui ho quotidianamente bisogno.

Che fine devo fare? Al Comune mi hanno detto che non ci sono soldi per aiutarmi: ma un caso come il mio come si può risolvere senza che lo Stato se ne faccia carico economicamente? Visto che un lavoro non me lo possono dare perché sono inabile e che più di 290 euro al mese di pensione non mi spettano per la mia invalidità dovuta a leucemia ed epilessia, almeno mi si dia un posto dove vivere. O che almeno mi si dia la possibilità di avere un avvocato che mi possa difendere da una situazione che non ho voluto io, ma il destino. Io ho già seri problemi psichici, non mi devono portare all’esasperazione: e mi ci stanno portando…”.

Speriamo che, dopo questo appello, Mario possa essere aiutato concretamente.

Il suo è un caso-limite.

E, di fronte a quanto ci ha raccontato, è lecito chiedersi a cosa servano le politiche sociali nel nostro paese se non sono in grado di aiutare persone che si trovano in queste condizioni.

spot_img

Latest Posts

spot_img
spot_img
spot_img

ALTRI ARTICOLI

ARTICOLI PIU' LETTI