Dopo averla denunciata ai carabinieri, ha deciso di raccontare la sua disavventura pubblicamente, attraverso Facebook “per far sapere a tutti a che livello di barbarie siamo arrivati”.
Lui è Gianni Centrella, proprietario di una nota tabaccheria del centro storico di Pozzuoli.
Martedì sera, a Varcaturo, nei pressi della sua abitazione, è stato vittima di un episodio davvero da incubo.

Che cosa è successo, Gianni?
Sono stato aggredito e picchiato da uno sconosciuto. Sembra incredibile, lo so, ma è così.
Come si sono svolti i fatti?
Ero uscito di casa per comprare un pollo. Avevo appena spostato la mia auto per farne uscire un’altra e, improvvisamente, appena sceso dall’abitacolo, vengo colpito da due pugni fortissimi alla tempia sinistra. L’occhio si gonfia, si riempie di sangue. Io vado ko come un pugile suonato, per circa cinque minuti non vedo più nulla…
Chi è stato?
Un tizio che era seduto con moglie e figli piccoli in una vicina ristopescheria.
Motivo?
Vorrei saperlo anch’io. Mi rendo conto che è difficile immaginare una cosa del genere ma io questo tizio non l’ho mai visto. Tra l’altro, quando ho spostato l’auto mi è stato chiesto gentilmente da un’altra persona ed io altrettanto gentilmente ho provveduto, quindi non posso nemmeno immaginare che ce l’avesse con me per il modo in cui avevo parcheggiato, in un posto in cui tra l’altro parcheggiano tutti in doppia fila.
Dopo l’aggressione cosa è accaduto?
Ho chiamato i carabinieri. Lui è scappato via prima che arrivasse il 112. Non contento, mentre si allontanava, ha urlato: “Porto la famiglia a casa, torno e ti sparo…”. Tutto questo davanti ai suoi figli piccoli…figuriamoci quei poveri bambini cosa potranno diventare con un esempio del genere…
E i carabinieri?
Sono arrivati dopo mezz’ora, dicevano di avere una sola pattuglia sul territorio. Ho descritto ciò che mi è successo, purtroppo nessuno dei presenti ha saputo fornire indicazioni utili per arrivare ad identificare questo soggetto.
Adesso come stai?
Fisicamente un po’ meglio: ogni tanto ho mal di testa, ma passerà. Quello che non passa è la rabbia e l’impotenza di fronte a situazioni del genere. Le ferite che ho nell’anima saranno difficili da rimarginare. Sono stato colpito con una violenza e con una ferocia inaudita. Senza una ragione. Una roba che non ho visto fare per strada nemmeno ai malavitosi. La gente sta impazzendo. E temo che a contribuire ci si mettano anche fiction come Gomorra, in cui si esaltano certe brutalità e che possono influenzare determinati soggetti già predisposti a comportarsi in determinati modi…
Hai paura?
Più che altro sono avvilito e preoccupato. Mi affligge la consapevolezza che viviamo in un degrado totale, senza fine e, temo, senza speranza.
Perché hai deciso di rendere pubblica questa vicenda?
Perché tutti devono sapere cosa può succedere a ciascuno di noi improvvisamente. Voglio lanciare principalmente un appello ai genitori: istruite i vostri figli ad avere timore, oggi c’è da avere paura anche solo a camminare per i fatti propri.