Due mesi fa vi abbiamo raccontato del singolare contenzioso che ha visto protagonisti l’attuale assessore comunale alle finanze Paolo Ismeno (nella sua veste di dottore commercialista) e l’avvocato penalista Ugo Fanuzzi.
Quest’ultimo infatti denunciò Ismeno per millantato credito sostenendo che costui non avesse svolto la prestazione professionale da lui richiesta (per ottenere la dichiarazione di prescrizione di alcune cartelle esattoriali) e che gli avesse addirittura chiesto 300 euro per “ungere” un dipendente dell’Agenzia delle Entrate allo scopo di accelerare la definizione della pratica.
Denuncia poi ritirata dallo stesso Fanuzzi in seguito al versamento, da parte di Ismeno, di 500 euro a titolo di bonaria ricomposizione della lite.
Ma la questione è andata avanti sul fronte giudiziario e ha visto la sua conclusione, sul piano penale, con un decreto di archiviazione del procedimento, a firma del gip Anna Laura Alfano.
Il giudice per le indagini preliminari ha dunque accolto la richiesta del pubblico ministero Anna Frasca e motivato la sua decisione con l’assenza di “elementi di prova tali da sostenere l’accusa in giudizio”.
“In particolare – scrive il gip – dal contenuto della querela sporta dalla persona offesa e successivamente rimessa, non emergono elementi idonei a configurare la fattispecie oggettiva descritta dalla norma poiché non si riscontra alcuna vanteria esplicita di una pretesa influenza dell’indagato sul giudice al fine di corromperlo ma soltanto rassicurazioni al proprio cliente circa l’esito favorevole dei ricorsi mai proposti alla Commissione Tributaria”.
Il decreto di archiviazione certifica dunque che Ismeno non ha commesso alcun reato penale.
Ma certifica anche che Ismeno rassicurava Fanuzzi sul buon esito di un’attività professionale mai svolta, così come lo stesso avvocato aveva scritto nella sua denuncia-querela.
Ed è dunque il contenuto del verdetto del giudice penale ad aprire la strada ad una causa civile che lo stesso Fanuzzi vuole adesso intentare contro Ismeno per chiedergli un “risarcimento danni di 500mila euro”.
Fanuzzi, infatti, lamenta di aver ricevuto da Equitalia una cartella esattoriale con cui gli si chiede di pagare oltre 54mila euro “e tutto ciò –sottolinea il penalista- a causa dei ricorsi mai presentati da Ismeno in Commissione Tributaria benchè egli mi avesse assicurato il contrario, ricorsi che avrebbero portato, a suo dire, all’annullamento di questo debito”.
Per questi motivi, Fanuzzi ha anche chiesto, ufficialmente, al Consiglio dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Napoli, di assumere provvedimenti disciplinari nei confronti di Ismeno.
Insomma, la vicenda sembra tutt’altro che chiusa.
E a questo punto sarà interessante seguirne gli esiti anche nel contenzioso civile…