Nei Verdi puteolani c’è aria di fronda contro Paolo Tozzi, capogruppo e consigliere più votato (627 preferenze), nonché assessore della Città Metropolitana.
A criticarne pesantemente l’operato sono tre esponenti locali del partito: Gennaro Andreozzi, Augusto Lacala e il dirigente nazionale Vicente Migliucci (il primo e il terzo candidati consiglieri non eletti, uno con 380 voti e l’altro con 82, il secondo garante della lista a Pozzuoli per le ultime comunali), firmatari di una durissima lettera inviata due giorni fa al commissario regionale Angelo Bonelli e al consigliere regionale Francesco Borrelli.
L’accusa a Tozzi è chiara e la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un malumore ormai latente nei suoi confronti è la ‘cacciata’ del vicesindaco Fiorella Zabatta per fare posto all’avvocato Consiglia Visone.
“E’ solo l’ultima sua scorrettezza in termini meramente temporali dalla campagna elettorale per le comunali del 2017 fino ad oggi – scrivono i tre – Un’altra situazione gestita da lui in solitaria, senza confrontarsi, né tantomeno comunicare a qualcuno, la terna di nomi che ha dato al Sindaco (il quale è da tempo a conoscenza della situazione del partito in città e, nonostante ciò, ha ritenuto opportuno interloquire unicamente con il consigliere comunale) ed estraniando anche i vertici regionali e nazionali del partito, da una scelta che, a nostro avviso, andava quanto meno comunicata, e almeno condivisa, anche con il partito locale”.

“Siamo davanti all’ennesima decisione personalistica ed autonoma – proseguono Andreozzi, Lacala e Migliucci (da sinistra a destra nelle foto) – La percentuale alta di preferenze in città, che ha permesso ai Verdi di avere una postazione importante nella prima Giunta cittadina, è stata ottenuta grazie al lavoro di tutti i componenti della lista; nessun risultato di singolo candidato, seppur ragguardevole, avrebbe raggiunto da solo l’8%. Per questo motivo, pensiamo che avere conoscenza dei curricula delle candidate ed essere quanto meno ascoltati, sarebbe stato il minimo, un elementare e scontato principio di democrazia da far valere all’interno del gruppo che, tutto insieme, ognuno per la sua parte, piccola o grande, ha permesso a qualcuno di rappresentarci. Ma questi principi di partecipazione, condivisione e democrazia non fanno parte del modus operandi di Tozzi, che continua a
comportarsi come se il partito si chiamasse “Paolo Tozzi” e non “Verdi”. Tutta questa attività politica del consigliere a Pozzuoli – si legge ancora nel documento – ha portato non solo l’allontanamento di tanti simpatizzanti e candidati, ma anche allo sgretolamento, fino all’inesistenza, del partito sul territorio, alla mancanza di una strutturazione a Pozzuoli dei Verdi, per cui quasi zero iniziative sono state fatte e la percentuale dell’8% circa è diminuita arrivando a meno di un quarto, così come dimostrato dalle ultime competizioni elettorali. Anche il risultato della trattativa solitaria che Tozzi ha portato avanti per la seconda giunta cittadina ha avuto un esito deludente e al ribasso: non c’è stata più concessa la carica di vicesindaco – che nei due anni e mezzo era rimasta ai Verdi, nonostante il gruppo in consiglio comunale si sia ridotto fin da subito da 2 consiglieri a 1 -, che per ora non è stata attribuita a nessun assessore, e le deleghe sono state ridimensionate, in quanto è rimasto solo l’Ambiente alla neo Assessora, e l’importante delega al Personale adesso è stata attribuita all’Assessore al Bilancio”.
“Questo modo di fare politica, fatto solo di logiche di spartizione del potere e di poltrone, non ci appartiene – si conclude la lettera inviata a Bonelli e Borrelli (da sinistra nelle foto) – Nulla di personale contro questa neo Assessora, della quale, tra l’altro, non abbiamo avuto il piacere di conoscerne l’impegno ambientalista e che non risulta neanche iscritta al partito (almeno fino alla fine del
tesseramento 2018), ma dalla quale attendiamo grandi cose, e staremo a riconoscerle ogni merito appena ce ne sarà data l’occasione, ma sicuramente prendiamo le distanze da un modo di agire e di fare politica”.
Cosa risponderà Paolo Tozzi ai suoi agguerriti detrattori interni?
Non resta che aspettare la sua replica.