L’azienda sanitaria flegrea corre ai ripari dopo la notizia del blocco delle prestazioni presso i centri accreditati a partire dal 18 luglio, così come giovedì scorso ha annunciato in esclusiva Pozzuoli21.
Dal nostro articolo è infatti nata una richiesta ufficiale, da parte del Co.As. (il Coordinamento di Associazioni Flegree) attraverso il suo presidente Ciro Di Francia, al ministro della Salute, Giulia Grillo, di effettuare un’ispezione alla Regione sull’operato del commissario campano alla sanità, il governatore Vincenzo De Luca.

Per tutta risposta, 24 ore dopo questa nota, con un comunicato stampa, l’azienda fa sapere che “le prestazioni non saranno bloccate perché l’Asl anche in previsione di potenziali riduzioni di attività del privato ha programmato un potenziamento dei servizi presso le strutture pubbliche. Inoltre le prestazioni di radioterapia non sono soggette a tetti di spesa, quindi i pazienti non dovranno temere un blocco delle prestazioni” e spiega che “la comunicazione inviata dall’Azienda alle strutture private è semplicemente la notifica dei budget residui per il periodo corrente. Si tratta di previsioni che occorrerà verificare in base alle effettive erogazioni. Le scadenze riportate, quindi, sono puramente indicative e dovranno essere aggiornate in base ai prossimi monitoraggi”.

L’Asl aggiunge inoltre che “in base alla spesa storica e alle direttive regionali il calcolo dei tetti per il trimestre luglio/settembre è inferiore rispetto a quello di altri trimestri dell’anno, per questa ragione la previsione del raggiungimento dei budget è anticipata rispetto agli altri trimestri”, precisando che “il consumo delle prestazioni relative alla medicina nucleare è fortemente aumentato nell’Asl Napoli 2 Nord nel corso del 2018, anche in ragione di due nuove strutture di eccellenza private entrate in accreditamento per la pet-tac dallo scorso gennaio e capaci di attrarre pazienti anche da Asl confinanti. Anche in ragione di ciò, per le prestazioni in favore di pazienti oncologici l’Azienda Sanitaria ha già provveduto a chiedere un’integrazione di fondi a disposizione. Anche in ragione di ciò la Regione Campania sta riprogrammando i budget per la medicina nucleare”.
Prendiamo atto di questi chiarimenti e del fatto che, rispetto alla notizia da noi riportata il 28 giugno e alla fotografia attuale della situazione (non smentita da altri provvedimenti ufficiali), c’è un solo elemento di novità, peraltro tutto da verificare sul “campo”.

E cioè che l’Asl si è impegnata a fare in modo che i pazienti, specie quelli oncologici (che hanno bisogno di periodici esami strumentali per capire se la loro malattia è in fase di avanzamento o regressione: non si capisce per quale motivo l’azienda sanitaria tiri in ballo la “radioterapia”, della cui sospensione nessuno ha scritto e che non è un esame diagnostico ma una cura…) non subiscano alcuna interruzione nell’assistenza diretta che li costringa a mettere mano al portafogli.
Una promessa bella “tosta” da mantenere, visto che, se l’Asl riuscisse a garantire questi servizi in maniera tempestiva e adeguata alle necessità della popolazione sotto sua “giurisdizione”, non avremmo bisogno della sanità privata in convenzione.
Quando si vuole, dunque, si può? E perché?
O non si “potrà” comunque anche “volendo” e dunque si rischia solo di illudere un bel po’ di ammalati?