Lavori pubblici al Comune: scatta l’inchiesta e accadono due “miracoli”!
Uno degli appalti maggiormente “attenzionati” dallamagistraturadopo ilblitz del 27 gennaioscorso alMunicipio di Pozzuoliè quello sullapubblica illuminazione.
Un piatto talmente ricco chenemmeno l’Amministrazione sembra sapere esattamente quanto valga, visto che il progetto esecutivo e gli atti di indizione di gara (determina dirigenziale numero 564 del 25 marzo 2015) si riferiscono ad una cifra complessiva di16 milioni e 360 mila euro, mentre gli ultimi atti (come la delibera di giunta numero 13 del 3 marzo scorso e la determina dirigenziale numero 388 del 10 marzo) ci informano che l’importo è aumentatoa 18 milioni e 400 mila euro!
Insomma,“ballano” 2 milioni e 40 mila euroche non si sa bene da dove siano usciti e di cui qualcuno nelle “stanze dei bottoni” di Toiano dovrà al più presto rendercene conto.
Ma, a parte questo“miracolo”(non irrilevante: su 4 miliardi di vecchie lire comparsi all’improvviso c’è poco da scherzare…), ce n’è un altro (se vogliamo, ancora più interessante)accaduto da quando la Direzione Distrettuale Antimafia ha iniziato a ficcare il naso nelle carte del Palazzo attualmente governato da Enzo Figliolia.
E’ infattiterminata(almeno in teoria) lacondizione di monopolio assolutocon cui (in attesa di assegnare l’appaltone “global service” da sei anni)una ditta di Pozzuoli continuava a ricevere, a colpi di “cottimi fiduciari”, la proroga dell’affidamento del servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti di pubblica illuminazione.
Questa ditta si chiama“Giuba s.r.l.”e aveva ottenuto l’appalto di questo servizio per soli sei mesi il 20 agosto 2014 (determina dirigenziale 1466) per un importo di 154.503,16 euro + iva.
Ma, siccome l’Amministrazione ha proceduto a passo di lumaca per la gara da sei anni, alla “Giuba” è stato deciso di darecinque proroghe di incarico in appena otto mesi del 2015(determine dirigenziali numero 838 del 30 aprile, numero 1436 del 6 agosto, numero 1586 del 15 settembre, numero 1855 del 26 ottobre e numero 2319 del 16 dicembre),tutte senza un’indicazione precisa della durata dell’affidamentoe (tranne l’ultima da 39.500 euro più iva) tutte di importo pari a 39.900 euro più iva, ossia 100 euro in meno alla soglia dei 40.000 euro che avrebbe fatto scattare l’obbligo di indire una gara invece che assegnare il servizio a trattativa privata con il ricorso al cottimo fiduciario, così come stabilisce ilcodice degli appalti(decreto legislativo 163 del 2006) all’articolo 125 comma 8.
Di punto in bianco, però,con l’arrivo degli inquirenti in Municipio, è cambiata la “scena”.
Infatti, benché l’appalto da sei anni resti ancora in alto mare, non solosi ferma il flusso le proroghe pressochè automatiche alla“Giuba”mala Giunta Figliolia(con la delibera numero 13 del 3 marzo, quella in cui compare il “papocchio” sull’importo complessivo del global service)dà perfino un preciso atto di indirizzo al nuovo dirigente dei Lavori Pubblici(Agostino Di Lorenzo, subentrato a Gino Salzano, indagato nell’ambito dell’inchiesta coordinata dall’Antimafia e licenziato dal sindaco Figliolia per il venir meno del“rapporto fiduciario”).
Con la delibera 13, infatti,viene stabilito che debba essere affidato un nuovo appalto, della durata di sei mesi (il tempo necessario ad assegnare la gara infinita per il global service) e per un importo complessivo di 192.516 euro, cioè ben al di sopra della cifra di 40.000 euro che consente il “cottimo fiduciario” tramite affidamento diretto.
Difatti,il codice degli appalti stabilisce che, da 40 a 200 mila euro di appalto, il “cottimo fiduciario” resta sì consentito ma non con affidamento diretto bensì soltanto dopo aver fatto un’indagine di mercato tra almeno cinque operatori economici del settore.
Quindi,niente più proroga automatica alla“Giuba”, ma una vera e propria garetta tra almeno cinque concorrenti.
La stessaGiunta, col medesimo atto,precisa addirittura che dovrà essere garantita la “rotazione” degli operatori economici interessati, con esplicita raccomandazione di non selezionare“ditte o imprese che risultano essere già affidatarie di contratti pubblici con il Comune di Pozzuoli dal 2012 ad oggi”.
A questo punto, sarebbe interessante sapere,quanti atti di indirizzo del genere siano stati prodotti dall’Amministrazione anche prima del 27 gennaio 2016(data di avvio delle perquisizioni su tutti gli appalti del Municipio, con particolare riferimento a quelli sui lavori pubblici).
E sarebbe interessante sapere anche, fino a prima del 27 gennaio 2016,quanti cottimi fiduciari fino a 40mila euro si sarebbero potuti accorpare in importi fino a 200mila euro, in modo darendere impossibile l’affidamento direttoe daimpediresia che venisselesa la libera concorrenza tra imprese, sia che per ilComunelavorassero sempre le stesse ditte!
Meglio tardi che mai, qualcuno potrebbe obiettare.
Ma è davvero triste dover supporre che lospartiacquetra come si dovrebbero fare le cose e come realmente vengono fattepossa essere un’inchiesta della magistratura.
Triste per l’opinione pubblica ma, paradossalmente, purepericoloso per chi assume certe decisioni in determinati momenti della vita amministrativa di un Ente pubblico, specie se poi questi ultimi dovessero essere chiamati a spiegare ad un magistratoper quale motivo non abbiano assunto i medesimi provvedimenti anche nel recentissimo passato, in presenza delle stesse situazioni(vedi cinque proroghe in otto mesi alla “Giuba” con affidamenti diretti sotto soglia di 40mila euro).
Senza dimenticare cheancora dobbiamo capirequanto diamine ci deve costare l’appaltone di sei anni per la pubblica illuminazione.
A parte i misteriosi 2 milioni e 40 mila euro “soverchi” di cui abbiamo già scritto,a tutt’oggi proroghe e garette varie a copertura dei ritardi della burocrazia e della politica ci sono già costate 435.418 euro, mentre,per finanziare il costo totale da 16 milioni e 360mila euro del global service(che, se tutto va bene, verrà assegnato non prima del prossimo settembre, ossia a quasi 24 mesi dall’approvazione in Giunta del progetto definitivo dell’appalto, datato 29 ottobre 2014, con delibera 125),entro fine di quest’anno avremo già pagato 3 milioni e 820mila eurodel mutuo da 11 milioni e mezzo contratto fino al 2034 con la Cassa Depositi e Prestiti edin più avremo già impegnato 1 milione e 45mila eurodei 4 milioni e 860mila euro previsti nei bilanci comunali dal 2015 al 2020.
Numeri che, a nostro parere, dovrebbero attirare la curiosità investigativa anche della Corte dei Conti…
