In consiglio comunale scoppia la polemica sulla trasparenza e la legalità nei lavori pubblici. A sollevare il caso è stato, infatti, il capogruppo dell’Udc, Mario Massimiliano Cutolo, che, da presidente della commissione consiliare preposta, ha replicato duramente ad un funzionario municipale, l’architetto Franco Alberto De Simone.
Tutto ha avuto inizio il 14 dicembre, quando la commissione consiliare in questione (presieduta dallo stesso Cutolo e composta da Elio Buono, Gigi Manzoni, Vincenzo Daniele, Tommaso Pollice, Sandro Cossiga, Vincenzo Bifulco, Guido Iasiello e Salvatore Maione), con un documento controfirmato anche da un altro consigliere (Michele Luongo) aveva inviato ai dirigenti e ai funzionari comunali, al segretario generale dell’Ente (e, per conoscenza al sindaco Figliolia e all’assessore al ramo Mario Marrandino) una nota con il proprio indirizzo politico sulle varianti in corso d’opera, con particolare riferimento all’andamento del primo lotto dei lavori che si stanno realizzando a Monterusciello per costruire i primi 80 dei 112 alloggi destinati ai senzatetto sfrattati da containers e prefabbricati.
“La commissione –era scritto nel documento- nella consapevolezza dei differenti ruoli che la legge attribuisce agli organi di indirizzo politico e a quelli titolari di poteri gestionale, concorda di formulare un atto di indirizzo con il quale intende affermare il principio che le varianti in corso d’opera debbano essere ammesse solo entro limiti assai ristretti. Appare evidente che le costanti modifiche degli interventi, con particolare riferimento al prolungamento dei tempi previsti e all’incremento dei costi preventivati, testimoniano la scarsa capacità progettuale dell’Ente e, nel contempo, l’abuso del ricorso a tale strumento che la legge rende possibile esclusivamente in casi eccezionali e imprevedibili. La commissione ritiene, pertanto, di dover svolgere un’attenta e rigorosa attività di verifica e di controllo sull’operato posto in essere dai responsabili di tutti i servizi che provvedono a gestire interventi relativi all’esecuzione di opere pubbliche. Pertanto, la commissione, unanimemente, richiede che ogni eventuale futura perizia di variante sia preventivamente trasmessa alla quarta commissione consiliare permanente per l’espletamento dell’attività di verifica e di controllo che resta in capo agli organi politici democraticamente eletti dai cittadini. Più in particolare, la quarta commissione consiliare permanente invita ciascun responsabile di servizio interessato a trasmettere, prima dell’adozione di eventuali atti di variante relativi all’esecuzione di opere pubbliche, tutta la documentazione necessaria ad attestarne la legittimità e a giustificare il ricorso a tale procedura”.
Un atto di indirizzo che ha suscitato la dura reazione di uno dei destinatari del documento, l’architetto Franco Alberto De Simone (progettista e direttore dei lavori del primo lotto di quegli alloggi di Monterusciello), il quale il 14 gennaio ha indirizzato una controlettera a tutta la commissione in cui, riferendosi a quel documento indirettamente e lasciando intendere di averne appreso l’esistenza da un articolo giornalistico, non si è limitato a rispondere nel merito delle osservazioni dei consiglieri, ma ha anche aggiunto dei giudizi non proprio lusinghieri sui firmatari dell’atto di indirizzo, sottolineando <<numerose inesattezze (…) che, in quanto attribuite a codesta commissione non ne offre la migliore rappresentazione per competenza>>, che <<la conoscenza dei fatti e circostanze impedisce l’avventatezza di affermazioni che non trovano riscontro nella realtà dei fatti rappresentati alla pubblica opinione>> e infine che <<sono i numerosissimi episodi di “qualunquismo mediatico” che rende ragione, almeno nel caso di specie, dell’allontanamento della città, intesa come organi di governo ed amministrazione, dai suoi cittadini>>.
In pratica, l’architetto De Simone ha lasciato intendere che con quell’atto di indirizzo la commissione lavori pubblici ha manifestato poca competenza nella materia in questione.
Di qui, la dura reazione di Cutolo, ieri in consiglio comunale, a difesa dell’operato dell’intera commissione ma anche delle prerogative della politica: “Quello che è accaduto è un episodio molto spiacevole –ha esordito Cutolo- Non solo il responsabile del procedimento ha risposto non alla lettera della commissione ma ad un articolo di giornale che ne sintetizzava il contenuto, ma la sua risposta è stata inutilmente polemica. Praticamente, il funzionario, nella sua autocelebrazione, non solo ha definito incapaci tutti i componenti di questa commissione, che tra l’altro è formata da persone che hanno competenze nella materia trattata, ma ha palesato un’assoluta mancanza di considerazione nella classe politica. Mi auguro che di questo comportamento si tenga conto nell’ambito della riorganizzazione delle unità operative complesse e fin d’ora annuncio che chiederò ufficialmente l’adozione di provvedimenti nei confronti di chi ha maltrattato così palesemente questa commissione”.
A rincarare la dose anche Elio Buono, componente della stessa commissione: “La questione è non solo politica ma anche disciplinare. A chi si è permesso di scrivere quella nota –ha aggiunto il capogruppo del Pd- dico soltanto che ciò che fa allontanare i cittadini dalla politica è anche il fatto che per costruire 112 alloggi stiamo da dieci anni e si è ancora a metà del cammino”.
Lo scontro, dunque, è aperto tra politica e burocrazia municipale.
E dunque sarà interessante capire come andrà a finire questo vero e proprio braccio di ferro ma, soprattutto da che parte sta l’Amministrazione in un contenzioso del genere.
Non è infatti sfuggito a nessuno il fatto che, durante l’intervento di Cutolo a difesa dell’operato della commissione da lui presieduta, dall’aula consiliare si è improvvisamente allontanato (senza farvi più ritorno) l’assessore ai lavori pubblici Mario Marrandino, ossia uno dei destinatari, per conoscenza, di quell’atto di indirizzo della commissione apertamente contestato dall’architetto De Simone.
Voci di corridoio riferiscono di un Marrandino molto contrariato dalla presa di posizione del presidente della commissione lavori pubblici (tra l’altro suo collega di partito, l’Udc) e le stesse voci sussurrano anche che il delegato ai lavori pubblici della Giunta avrebbe voluto conoscere preventivamente o quanto meno “concordare” l’intervento di Cutolo.
Ovviamente si tratta soltanto di indiscrezioni e supposizioni.
Sarebbe dunque il caso che Marrandino chiarisse se queste voci corrispondono al vero.
Giacchè la materia è quella delicatissima della trasparenza e la legalità nei lavori pubblici, infatti, sarebbe opportuno sapere cosa ne pensa chi, all’interno dell’Amministrazione, si occupa proprio di questa delega e se Marrandino condivide la posizione assunta dalla commissione in merito alle varianti in corso d’opera oppure ritiene anch’egli che i consiglieri firmatari di quell’atto di indirizzo difettino di “competenza tecnica” per assumere posizioni del genere.
Una polemica che non sembra destinata ad esaurirsi. Come dimostra la successiva dichiarazione di Paolo Tozzi, che ha “sfidato” Cutolo ad “andare a sporgere denuncia in Procura se è a conoscenza di inadempienze”, aggiungendo la seguente domanda: “come vengono affidate le somme urgenze? Voglio saperlo da lei e dall’assessore Marrandino”.
L’APPROVAZIONE DEI REGOLAMENTI
Ma il consiglio comunale di ieri si è occupato anche di tante altre cose.
A cominciare dall’approvazione del nuovo regolamento (uno dei tanti varati dalla commissione presieduta dal consigliere Gigi Manzoni) per la concessione degli impianti sportivi.
Un insieme di norme che, come ha sottolineato l’assessore al ramo Franco Fumo (che ha dovuto interrompere la sua breve relazione a causa di un lieve malore, per fortuna subito rientrato) “consentono di avere uno strumento che ci servirà a sanare molte situazioni di irregolarità”.
Il dibattito su questo argomento è stato lunghissimo, con varie correnti di pensiero.
Per Filippo Monaco, ad esempio, “bisogna prevedere nei bandi di gara il massimo ribasso sulle spese di gestione al fine di consentire che l’attività sportiva sia appannaggio di tutti, anche delle fasce deboli”.
Per Paolo Tozzi, invece, “bisogna vendere tutti gli impianti sportivi che si possono alienare, giacchè il Comune ha necessità di fare cassa e non si possono più spendere soldi su strutture in cui si è intervenuti in passato anche in maniera clientelare”.
Tito Fenocchio ha voluto tuttavia sottolineare che “questo regolamento contempera molto bene due esigenze contrapposte, la garanzia della fruizione sociale a tutti e il ritorno economico per l’Ente, lasciando comunque all’Amministrazione la facoltà di decidere se alienare o no un impianto sportivo. L’unica cosa che ora bisogna fare è agire in tempi celeri: entro un anno dobbiamo riuscire a mettere in campo una politica sugli impianti sportivi che elimini ogni discrezionalità e raggiunga obiettivi patrimoniali, economici e sociali”.
Da sottolineare le diverse posizioni all’interno di Sel. Mentre il capogruppo Michele Luongo condivide “la filosofia di base del regolamento”, Raffaele Visconti dice invece “che in quest’atto prevale la funzione economica degli impianti sportivi rispetto a quella sociale e per quest’ultima funzione l’Amministrazione un prezzo economico lo deve pagare”.
E molto polemico è Gennaro Testa (Pd): “Sento tante banalità. Un bambino, prima di fare sport, va a scuola. E qui ci sono famiglie che non hanno nemmeno i soldi per il trasporto scolastico. Pensiamo prima a questo problema”.
Insomma, nella maggioranza non tutti sembrano pensarla allo stesso modo: segno evidente (ed ennesimo) che nella coalizione di Figliolia c’è più di qualche fibrillazione in atto.
E’ proprio il sindaco a tentare di placare i malumori sostenendo che “governare è difficile ed anche io vorrei regalare mensa, trasporto scolastico ed attività sportiva ai giovani che non hanno possibilità economiche: ma purtroppo è impossibile. Ciò che posso è tentare di fare presto e di mettere in campo un bando che tenga conto di esigenze sociali ed economiche, ma la situazione delle casse comunali è quella che è e bisogna essere concreti”.
Un intervento che rassicura Visconti (il quale passa dall’astensione al voto favorevole), ma non Tozzi che insiste sulla volontà di vendere tutti gli impianti sportivi ai privati, presentando un emendamento in proposito, che, però, è bocciato.
Passano indenni anche il regolamento sugli orti urbani (bocciato un altro emendamento di Tozzi –unico astenuto- che chiedeva la suddivisione delle aree in lotti e un parere di conformità urbanistica), sul fondo di assistenza a previdenza dei vigili urbani (tutti favorevoli con l’astensione di Fenocchio e De Vito) e il regolamento sul sistema integrato dei controlli interni (che secondo Tito Fenocchio “è importantissimo in quanto amplia i poteri di controllo interno all’Amministrazione anche sulla regolarità contabile delle determine e, se fosse già stato in vigore, avrebbe impedito che per quindici giorni consecutivi si consentisse la pubblicazione all’Albo Pretorio del Comune di un atto in cui si indicavano le generalità e la patologia di un minore disabile: uno scempio al comune senso del pudore, un atto contro tutte le norme di trasparenza che rappresenta una vergogna collettiva per la nostra città”).
Approvato anche il regolamento che stabilisce la pubblicazione dello stato patrimoniale di sindaco, assessori e consiglieri (con Tozzi che chiede al segretario generale di applicare l’ordine del giorno già votato in precedenti sedute consiliare sulla pubblicazione del saldo mensile della tesoreria comunale “in modo che tutti i cittadini possano conoscere tutte le spese del Municipio”) e quello sulla diffusione delle riprese audiovisive del consiglio comunale.
Il parlamentino civico ha ratificato anche le modifiche al regolamento per l’occupazione di suolo pubblico.
Novità illustrate da Elio Buono, che ha spiegato come sarà possibile chiedere un’occupazione di suolo pubblico per un’area pari soltanto al 50% della superficie interna dei locali ed un inasprimento delle sanzioni fino alla decadenza dell’occupazione per chi riceve due contravvenzioni consecutive. Buono ha anche proposto che si regolamenti il limite massimo di spazi concedibili per singole zone della città e la tipologia di arredo urbano, con particolare attenzione per il piano di installazione dei dehors in modo da consentire più facilmente l’adeguamento al modello di struttura autorizzabile.
L’ultimo regolamento approvato è quello di contabilità, con una modifica che prevede la possibilità per i dipendenti comunali di indebitarsi fino al 40% dello stipendio ma solo per spese sanitarie e di studio (con la richiesta da parte di Sandro Cossiga di “vigilare affinchè si presentino documentazioni adeguate a supporto di questa opportunità”).
IL MERCATINO DI VIA ROMA
Si passa poi al dibattito sull’istituzione del mercatino ambulante di via Roma, già trasferito il 26 novembre scorso da Figliolia con un’ordinanza sindacale (che scadrà il 30 aprile) ma il cui trasloco è di competenza del consiglio comunale.
Lo spostamento della struttura viene ratificato con l’astensione di Tito Fenocchio e Paolo Tozzi e con l’approvazione di un ordine del giorno (su cui si è astenuto il solo Tozzi) che prevede l’obbligo per gli ambulanti di dotarsi di tendaggi uniformi entro 30 giorni per evitare il pessimo impatto visivo che attualmente caratterizza la loro presenza nella zona del porto.
Per Fenocchio, “il piano regolatore commerciale prevede che quella sia un’area portuale e dunque, anche se si tratta di un mercato amovibile, la destinazione d’uso della zona credo debba essere corredata da un parere di compatibilità urbanistica, oltre che da un parere di regolarità contabile. Giacchè l’atto non è perfetto e tra l’altro nasce in maniera anomala con un’ordinanza del sindaco che ha temporaneamente scavalcato i poteri del consiglio comunale, ritengo che necessiti di approfondimenti”.
Anche Tozzi ha chiesto inutilmente uno slittamento della decisione “in attesa di pareri urbanistici e della soprintendenza per gli aspetti paesaggistici”, ma l’assessore al commercio Carlo Morra ha detto che “queste possono essere accolte come raccomandazioni, ma dall’istruttoria degli atti non ci sono elementi di criticità che possono far rinviare la delibera”.
Lo stesso sindaco Figliolia ha sottolineato di voler “accogliere le preoccupazioni e gli inviti” da parte di Fenocchio e Tozzi, sostenendo però “che la sfida principale è quella di individuare un’area al di fuori del centro cittadino dove mettere tutti i mercati attualmente esistenti e soprattutto fare in modo che queste attività non penalizzino i nostri operatori, visto che ad esempio le due fiere principali della città, quelle di Toiano e Monterusciello, rappresentano una fetta di economia importante ma le cui risorse non restano sul territorio”.
LE INTERROGAZIONI DELL’OPPOSIZIONE: DE VIZIA E DIRIGENTI DA ASSUMERE
Poi, è il momento delle interrogazioni. Ritirata quella sulla piscina comunale di Lucrino (in virtù dell’approvazione del nuovo regolamento per la concessione degli impianti sportivi), restano quelle dell’opposizione sull’attività della De Vizia e sull’assunzione di nuovi dirigenti comunali.
Sui sequestri avvenuti in estate per questioni ambientali nella sede puteolana della società, l’assessore all’igiene urbana Franco Cammino, sottolineando che “si tratta di una situazione molto delicata”, ha letto due relazioni dirigenziali da cui si evince che l’emergenza nel frattempo è stata superata. Ma Tito Fenocchio ha insistito sostenendo che la “De Vizia ha addirittura presentato una Scia (segnalazione certificata di inizio attività, n.d.r.) per autorimessa anziché per attività industriale complessa. E tra l’altro le acque meteoriche ancora non si sa che fine fanno”.
Non solo: lo stesso Fenocchio ha detto che “il Tar ha annullato la gara di sei mesi per l’affidamento del servizio, accogliendo il ricorso di una ditta non invitata alla procedura e sostenendo che si è utilizzato artatamente un comma della legge per effettuare la trattativa privata, condannando il Comune a risarcire la ditta concorrente. In questa città –ha denunciato Fenocchio- ormai esistono soltanto procedure negoziate. Non si fa una gara d’appalto che non sia revocata o bocciata. L’inefficienza, l’incapacità e la leggerezza degli uffici nel determinare procedure legittime e aperte, fanno assumere al sindaco responsabilità non proprie per mantenere la città pulita. Tutto ciò costringerà il sindaco a fare un’ordinanza per non avere Pozzuoli sporca e per non essere oggetto di accerchiamento”.
Sabato, infatti, scade la proroga di sei mesi alla “De Vizia” e, per effetto di quella sentenza del Tar citata da Fenocchio, l’Amministrazione non potrà concedere un’ulteriore proroga alla stessa ditta.
Cosa farà Figliolia?
E’ lo stesso Primo Cittadino a rispondere al consigliere di opposizione: “Sto decidendo tra due soluzioni: una dirompente e un’altra istituzionale. Bisogna affrontare un’emergenza: farò in queste ore la mia scelta e mi confronterò con la giunta ed i capigruppo. Una cosa è certa: con la gara pluriennale che stiamo approntando, elimineremo sperperi e sprechi ed ognuno si assumerà la propria parte di responsabilità perché il tempo delle vacche grasse è finito per tutti. Arriveremo al nocciolo del problema con tagli orizzontali e verticali, perché i costi del servizio andranno ridimensionati ed elimineremo tutto ciò che finora non ha funzionato anche per responsabilità della politica”.
Sull’assunzione di nuovi dirigenti, invece, Fenocchio fa notare che “la tempistica stabilita dall’Amministrazione non è stata rispettata e visto che, purtroppo, per l’ulteriore modifica di alcuni parametri di legge, in tempi brevi torneremo ad essere un ente strutturalmente deficitario, se non completiamo queste assunzioni entro fine anno, rischiamo poi che per poter farle dovremmo chiedere un’autorizzazione che difficilmente potremo ottenere dal Ministero della Funzione Pubblica. Per cui credo che si debba procedere subito con la procedura di individuazione diretta, soprattutto per i dirigenti di polizia municipale e tributi, i due settori maggiormente in sofferenza”.
Un appello raccolto dall’assessore al personale Cammino, ma “solo nel caso in cui dovessimo accorgersi che non riusciremmo ad assumere entro fine dicembre”.
I DEBITI FUORI BILANCIO
Infine, le immancabili polemiche sui debiti fuori bilancio. Ieri in aula ce n’erano da approvare altri otto, per un importo complessivo di quasi 116mila euro.
A lanciare il sasso nello stagno è stata la lista civica Pozzuoli.Bene Comune.
“Voteremo questi debiti per senso di responsabilità –ha dichiarato il capogruppo Vincenzo Bifulco– ma sarebbe auspicabile un’attenta valutazione sull’eventualità di restituire alla responsabilità politica le decisioni in merito all’attivazione alla resistenza alle liti, attualmente affidata al dirigente del settore. Ci sono troppe cose che non sappiamo e che ci rendono faticoso approvare ad occhi chiusi delle spese che, se pure legittimate tecnicamente, chiudono di fatto ogni ambizione di indirizzo politico per il risanamento del nostro Comune. I nostri debiti appartengono per la stragrande maggioranza a sentenze esecutive, soprattutto per parcelle professionali, tanto che può apparire che il Comune di Pozzuoli sia di fatto diventata una cassa di assistenza indiretta per la classe forense napoletana. Dobbiamo registrare un pericoloso immobilismo, sia in fase di contenimento che di liquidazione. Non sappiamo se siano stati posti in essere tutti i tentativi di moderare, in via bonaria, le pretese economiche dei creditori. Non conosciamo le percentuali di successo o di soccombenza nelle liti per poter determinare se in qualche caso non sia più conveniente soccombere per vie brevi piuttosto che prolungare ed aggravare le casse comunali di oneri aggiuntivi. Non sappiamo se i nostri debiti fuori bilancio rispondano tutti ai requisiti di utilità e arricchimento dettati dall’articolo 194 del decreto 267 del 2000”.
Una questione sollevata anche da Elio Buono e Tito Fenocchio sull’eventualità di “istruttorie preventive per accertare se ci sono le possibilità di transazione prima di dare mandato agli avvocati e determinare inevitabilmente un percorso più oneroso per l’Ente”.
Con Sandro Cossiga che ha sottolineato anche altri aspetti a dir poco inquietanti, come “l’aumento vertiginoso di contenziosi per risarcimento danni da lesioni personali e un numero sempre crescente di cause che si perdono in primo grado e si vincono in appello, fenomeno che potrebbe configurare anche il sospetto di un utilizzo improprio del mandato da parte di chi difende il Comune in questi procedimenti”.
Su questa materia, l’assessore al bilancio Teresa Stellato ha detto che è “in corso da mesi un’analisi del rischio da parte dei nostri uffici e si sta procedendo ad un lavoro riguardante gli incidenti a causa delle buche stradali. Credo che dovremo arrivare anche ad un’anagrafe dei testimoni di questi sinistri, un monitoraggio costante che a mio parere dovrà tenere un gruppo molto ristretto di giovani avvocati non eccessivamente legati al territorio. Inoltre dobbiamo avvalerci di consulenze mediche specifiche che valutino i danni alle persone che fanno causa al Comune e stabilire a che entità potrà ammontare il valore delle transazioni che potranno approvare dirigenti e funzionari. Ovviamente, a tutto ciò dobbiamo aggiungere anche la prevenzione, che passa attraverso una maggiore tutela del territorio e manutenzione stradale”.
Ma la questione dei debiti fuori bilancio ha avuto anche una coda “velenosa”.
Tra i risarcimenti da pagare, infatti, ce n’è anche uno (da 5.962,43 euro) in favore di Guido Iasiello (attuale consigliere comunale del Pdl) per un incidente avvenuto nel 2006.
“Volevo sottolineare l’aspetto morale di questo debito –ha eccepito Antonio Di Bonito, della lista civica Pozzuoli.Bene Comune- Mi lascia l’amaro in bocca sapere che anche un consigliere comunale ha fatto causa al Municipio quando l’Ente non ha soldi nemmeno per gli interventi di politica sociale”.
Una commento che ha suscitato l’immediata disapprovazione di Elio Buono nei confronti del suo collega di maggioranza: “Non dobbiamo fare demagogia. Iasiello è un cittadino come gli altri e va trattato allo stesso modo di tutti i cittadini che vincono una causa contro il Municipio: tra l’altro all’epoca dei fatti non era nemmeno consigliere comunale. E lasciatelo dire a me che con Iasiello ho avuto scontri durissimi in quest’aula…”.
Un gesto di fair play istituzionale che sicuramente contribuirà a rasserenare gli animi tra due avversari politici che molto spesso se ne sono dette davvero di tutti i colori…
(da “Il Corriere Flegreo” del 28 marzo 2013)