venerdì, Gennaio 24, 2025
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“Lavoro anche per noi o blocchiamo tutti i cantieri!”

Vanno avanti così ormai da circa due mesi. Si dividono i “compiti” ogni mattina presto: una parte va al rione Toiano e “marca a uomo” il Municipio per far sentire il fiato sul collo a sindaco, assessori e consiglieri; il resto va all’esterno del rione Artiaco e, con striscioni dal contenuto inequivocabile, presidia il cantiere della prima di una delle importanti opere pubbliche che dovrebbero trasformare il volto della città, ossia la galleria che collegherà il Porto con lo svincolo di via Campana della Tangenziale.

Sono un centinaio di giovani (e, soprattutto, meno giovani) componenti del neonato coordinamento disoccupati puteolani.

Ciò che chiedono è semplice a dirsi ma difficile (o pressoché impossibile) a farsi: lavorare, avere un’opportunità di impiego sul proprio territorio presso una delle tante imprese che si apprestano a realizzare lavori di primaria importanza e per importi di decine e decine di milioni di euro.

Finora, le loro proteste ed i loro tentativi di darsi un’organizzazione interna con ruoli ben precisi (http://www.pozzuoli21.it/a-pozzuoli-devono-lavorare-prima-i-puteolani/) non hanno avuto successo.

Una flebile speranza era rappresentata dall’incontro che venerdì 17 (non certo il giorno ideale per gli scaramantici!) una rappresentanza provinciale del sindacato degli edili aveva “strappato” al sindaco Figliolia per affrontare la questione sollevata dal coordinamento.

Un vertice in cui si è fatto tanto fumo e poco arrosto, con promesse di “riaggiornarsi” ad un successivo “tavolo” e ancora nessuna traccia di quel protocollo d’intesa sognato dai disoccupati per fare in modo da “caldeggiare”  l’assunzione di almeno una piccola quota di manodopera locale tra le maestranze  delle imprese che si aggiudicano lavori pubblici di una certa portata sul territorio cittadino.

In quell’occasione, alcuni tra i disoccupati con i nervi più a fior di pelle hanno anche vivacemente protestato per essersi vista negata la possibilità di partecipare a quel confronto con il Capo dell’Amministrazione: e le forze dell’ordine sono dovute intervenire con tutta la loro capacità di dialogo, persuasione e mediazione per calmare i “bollenti spiriti”.

Quattro giorni dopo, al termine di un’altra mattinata di tensione  in Municipio, quattro rappresentanti del coordinamento disoccupati (Raffaele Maione, Gennaro Lucignano, Massimo Crispino e Francesco Nappo) hanno protocollato una richiesta di incontro al sindaco Figliolia (per leggerla, clicca nella foto qui in basso) chiedendo “urgente riscontro”.

OK richiesta di incontro a figliolia

“Ma questo riscontro non lo abbiamo proprio avuto, è passata una settimana e il sindaco non si è degnato nemmeno di dirci se e quando ci riceverà –dicono in coro alcuni dei senzalavoro che stamattina protestavano all’esterno del cantiere allestito dal consorzio Copin in via Artiaco per la costruzione della bretella Tangenziale/Porto– Noi non ce la facciamo più ad andare avanti in queste condizioni, senza soldi, con famiglie da mantenere e, come se non bastasse, sentendoci presi in giro da chi governa la città e da chi avendo la pancia piena non potrà mai essere in grado di rappresentarci con le istituzioni.   Il lavoro a Pozzuoli c’è, i cantieri si stanno aprendo uno dopo l’altro, ma non c’è spazio per i puteolani e questa è un’assurdità che deve finire! E se non saranno l’Amministrazione e il sindacato a trovare il modo per dare spazio anche a noi disoccupati del territorio, vuol dire che di tutte le grandi opere pubbliche annunciate dai nostri politici, qui non se ne comincerà nemmeno una, perché noi disoccupati siamo pronti a bloccare tutti i cantieri, giorno e notte. Dopodichè, succeda quel che deve succedere. A noi brucia la fronte e sentiamo ormai vicino il momento in cui non avremo più niente di perdere…”.

Dopo affermazioni del genere, c’è davvero poco da aggiungere.

Se non sperare che nessuno perda la testa e che, soprattutto, non si abbia mai ad innescare una drammatica guerra tra poveri con  i “santi in paradiso” e poveri che non hanno nemmeno le “conoscenze” giuste per chiedere uno straccio di raccomandazione…

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