Chi non ha avuto notificata una cartella esattoriale nella sua vita? Penso un po’ tutti. Anche la persona più precisa del mondo, che paga tutto, è incappata in una disavventura simile.
Non è raro che gli enti di riscossione (sul cui operato andrebbero fatti maggiori controlli) nonostante un regolare pagamento, ovvero un ritardo di qualche giorno sulla scadenza, abbiano ugualmente notificato una cartella esattoriale all’utenza con aggravi di spese che spesso le cui sanzioni, interessi e quant’altro superano di molto la sorta capitale iniziale.
Ebbene, ultimamente diversi operatori del diritto hanno iniziato a studiare siffatta materia e hanno messo la propria preparazione professionale a disposizione dell’utenza tutta.
Lo studio del diritto è uno studio quotidiano che impone un sacrificio considerevole, sia in termini intellettuali (togliendo spazi vitali alla propria vita privata), sia in termini monetari (abbonamenti a riviste, banche dati, convegni e quant’altro costituisce uno scambio di esperienze).
Ovviamente questo studio e/o aggiornamento deve esistere in capo all’avvocato ma anche in capo ai giudici, che poi sono gli “omologatori” delle interpretazioni degli avvocati.
Il continuo aggiornamento ha fatto sorgere in capo a uno studio legale una nuova tesi di opposizione alle cartelle esattoriali.
L’Agenzia Entrate di Riscossione in questo ultimo caso in esame aveva emesso una cartella esattoriale e poi notificata al contribuente sulla scorta di un verbale presumibilmente non pagato ma che era stato impugnato dal difensore del contribuente stesso dinanzi al Giudice di pace.
Il ricorso era andato perso, ma la “furbata” dello studio legale è consistita proprio nel suo modus operandi e sperando che l’agenzia di riscossione cadesse in errore.
Così è stato! Infatti, quando si è trattato di emettere la cartella esattoriale, ha ritenuto erroneamente che il titolo esecutivo (termine purtroppo conosciuto solo agli avvocati e giudici) da cui prendere le mosse fosse il verbale stesso (come accade quasi spesso); il funzionario che ha emesso la cartella esattoriale, poco avvezzo alla normativa processuale, è caduto nella trappola dell’avvocato (che aveva impugnato e perso il ricorso per motivi di strategia processuale).
A fronte della notificazione della cartella esattoriale, lo stesso avvocato (è sempre opportuno non cambiare gli avvocati in corsa, in quanto ognuno di noi ha una strategia processuale mentale, ovviamente salvo casi eccezionali…) ha partorito una “mandrakata”.
L’operatore giuridico ha sollevato l’eccezione dell’annullamento della cartella esattoriale per vizio della erroneità del titolo esecutivo alla base dell’esecuzione esattoriale.
In realtà, gli avvocati Nicola ed Eugenio Casalino (a suo tempo coordinati dal compianto padre Giuseppe) hanno sollevato in via sperimentale (non si leggono provvidenti precedenti sulla medesima quaestio iuris) il vizio ut supra.
Ovviamente, la loro professionalità ha incontrato la fortuna di avere giudicato il loro ricorso da parte di un giudicante attendo e professionale di lunga carriera alla Caserma Garibaldi Dr. Giuseppe Rachiglio, giudice di pace presso la settima sezione del Giudice di pace di Napoli che li ha seguiti nel loro ragionamento logico giuridico e che ha stilato una sentenza degna di nota.
Si è parlato (prima) di fortuna nell’avere avuto assegnato a decidere un determinato giudice: purtroppo non tutti i giudici hanno la volontà e la preparazione specifica in determinate materie che consentono a un avvocato la serenità di essere “seguiti” nei propri ragionamenti logico-giuridici.
La sentenza del giudice Giuseppe Rachiglio certamente ha creato un precedente autorevole cui altri operatori giuridici (avvocati e giudici) potranno attingere al fine di proporre un nuovo motivo a sostegno dei contribuenti vessati da cartelle esattoriali esose e spesso contenenti sanzioni e interessi inspiegabili.
*avvocato Salvatore Salomè