Scene davvero surreali oggi in città, dove tre pullman con a bordo circa 150 turisti lombardi diretti a Ischia sono stati bloccati sul porto da vigili urbani e polizia dalle 16 alle 20.
Motivo? Il terrore del temutissimo coronavirus, col divieto di sbarco sull’isola, ordinato dai sindaci dei cinque comuni ischitani fino al 9 marzo per tutti i residenti in Lombardia, Veneto e per i cittadini cinesi provenienti dalle aree dell’epidemia o che vi abbiano soggiornato per almeno due settimane.
Un provvedimento che durante la giornata è stato revocato dalla Prefettura ma che, fin quando non si è avuta la notizia ufficiale del suo annullamento, ha provocato situazioni davvero imbarazzanti sul molo di attracco dei traghetti.
Passeggeri e autisti dei tre bus identificati anche a tre metri di distanza da agenti che si proteggevano le vie respiratorie con le mascherine ed invitati a non uscire da quei mezzi, con tanta gente che assisteva allibita e preoccupata all’evolversi della vicenda, immaginando che nei pullman ci fosse un carico umano infettivo e contagioso di cui liberarsi al più presto.
Alla fine, grazie al via libera del massimo responsabile provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico, i malcapitati si sono potuti imbarcare, raggiungendo la destinazione intorno alle 21.30.
Ma il fatto stesso che siano stati trattati (e considerati nell’immaginario collettivo) come degli appestati ‘a prescindere’ dimostra quanto lavoro ci sia ancora da fare per evitare, attraverso un’informazione corretta, ingiustificati allarmismi e il rischio di un ‘razzismo territoriale’ di segno opposto a quello che il Meridione d’Italia ha sempre addebitato al Nord.