Quando accadrà nessuno lo ha detto ufficialmente, ma anche a Pozzuoli, al molo Caligoliano, prima o poi attraccheranno le navi da crociera. L’annuncio è stato dato ieri sera dal sindaco Enzo Figliolia nel corso di un convegno a palazzo Toledo dal titolo “Il lavoro, i giovani, prospettive future”, promosso dall’associazione “Pozzuoli Insieme”, presieduta dai consiglieri comunali Antonio Di Bonito e Vincenzo Bifulco.
La Prefettura, con un apposito decreto firmato nei giorni scorsi, ha, infatti, ritenuto idoneo lo scalo puteolano sul piano della sicurezza per questo particolare tipo di approdo.
“Nel mare e dal mare, Pozzuoli cerca il suo rilancio, la sua economia portante –ha sottolineato nel suo intervento iniziale il consigliere Di Bonito– Dal mare sono arrivati i fondatori della città e il porto, con il suo mare, è stato scelto dai romani per fare grande Roma, Puteoli ed il suo impero. E, dal mare, qui, con San Paolo, è arrivata la cristianità. Ora abbiamo bisogno della spinta per metterci in competizione, per superare le difficoltà che tengono ingessato questo territorio. Ma ce la faremo e saremo pronti a restituire quanto ricevuto in rilancio per l’immagine della Campania, con un forte contributo per la sua crescita economica”.
Un convegno che ha rappresentato, per il sindaco Figliolia, l’occasione di ricordare ancora una volta tutte le iniziative in cantiere per cambiare volto alla città.
A cominciare dal “cavallo di battaglia” del Capo dell’Amministrazione, il rione Terra “che attraverso la messa a reddito del suo patrimonio può rappresentare il volano di tutto lo sviluppo cittadino. E’ una sfida che dobbiamo vincere tutti insieme e che passa per lo sblocco dei 30 milioni e 300 mila euro che servono per completare una parte importante della rocca, di cui nel frattempo un consulente nominato dall’Amministrazione sta studiando il modello di gestione. Ma per fare questo coinvolgeremo tutta la città, non ci isoleremo nella scelta, ma proporremo un concorso di idee. La valorizzazione del rione Terra, dell’area portuale, la costruzione della bretella tangenziale-porto che libererà il centro storico dal traffico, saranno dei primi passi importanti per il futuro di Pozzuoli. Ma da soli non serviranno a nulla se non saremo in grado di costruire un nuovo modello di città in grado di far conoscere al mondo il patrimonio che tutti ci invidiano. Un’ottima notizia in tal senso è la riproposizione del Gran Tour dei Campi Flegrei da parte della Regione, ma con un maggiore coinvolgimento dei territori. Poi ci sono le opere di riqualificazione del Piu Europa e quelle di risanamento ambientale del progetto Grandi Laghi. Sono opportunità storiche per Pozzuoli e tutti dobbiamo remare nella stessa direzione affinchè si realizzino. Purtroppo –sottolinea Figliolia- l’indole dei puteolani porta a pensare che tutto va male e andrà sempre male, che tutto è sbagliato. Ma se è vero che nessuno è depositario della verità e che bisogna sempre confrontarsi, sugli obiettivi finali dobbiamo essere compatti, perché chi li ostacolerà poi se ne assumerà la responsabilità. E la cosa più difficile a Pozzuoli è superare gli ostacoli della nostra mentalità. Io per primo mi metto in discussione, ma questo mio atteggiamento non deve essere scambiato per un segnale di debolezza, in quanto sono determinato a portare avanti questa battaglia nell’interesse della città e delle nuove generazioni”.
Questa sorta di “comizio” di Figliolia (che, da come parlava, per la verità, sembrava ancora in campagna elettorale…) è stato però quasi immediatamente “spento” da Costanza Gialanella, responsabile locale della Soprintendenza: “Io sono per la verità molto preoccupata dal fatto che, se anche attraccassero qui le navi da crociera, ai turisti potremmo far vedere soltanto un mezzo Anfiteatro aperto, visto che la Regione ci nega i finanziamenti sia per rendere fruibile l’altra metà sia per completare ed aprire il percorso archeologico sottostante il rione Terra. Peraltro, devo anche dire che Pozzuoli è stata in lizza per diventare patrimonio mondiale dell’umanità, ma i severissimi ispettori dell’Unesco, ogni volta che sono venuti qui, hanno apprezzato tutto ciò che abbiamo e poi, appena hanno guardato il contesto che c’è attorno, sono andati nel panico e scappati via. E non dobbiamo dimenticare che anche il nostro mare custodisce un’enorme riserva archeologica. Certo, se io non ho i soldi per evitare che l’Anfiteatro Flavio ci cada in testa, sarà molto difficile che si possano restaurare i reperti sommersi. Ma dobbiamo essere consapevoli che questo patrimonio eccezionale al mondo lo possediamo soltanto noi e bisogna evitare che ogni inverno il mare se ne porti via un pezzo e un altro pezzo finisca nelle mani dei tombaroli. Allora io dico: perché non affidare ad un progettista locale la creazione di una diga foranea per evitare che le onde distruggano questo enorme tesoro? Perché non evitare che gli scarichi abusivi in mare producano lo stesso danno? Perché non far arrivare i turisti a visitare queste meraviglie a bordo di barche dal fondo di vetro trasparente che possano dare lavoro anche a tanti giovani disoccupati o ai pescatori? Sono sicura che russi e giapponesi farebbero la fila per venire qui, portare benessere e far recuperare a Pozzuoli nel mondo l’immagine che aveva quando eravamo la piccola Roma”.
Un intervento applauditissimo quello della soprintendente Gialanella.
Ma il dibattito è stato ricondotto subito nel suo “alveo naturale” da Fausto Silvestro, consulente dell’Amministrazione per il piano di sicurezza portuale, il quale ha spiegato che “con pochi posti-letto e un patrimonio così indescrivibile, le navi da crociera rappresentano l’unico sistema per avere clientela a Pozzuoli. Clientela che porta soldi, visto che un crocierista spende circa 100-120 euro sul territorio in cui sbarca” e ha aggiunto che “oltre al molo caligoliano utilizzabile per una lunghezza di 180 metri, per le navi di dimensioni più grandi abbiamo previsto anche uno spazio in rada verso via Napoli”, chiosando col dire che “questo è l’inizio di un cammino da fare insieme e che dovrà portare anche al reperimento di risorse per valorizzare i siti archeologici, anche attraverso l’intervento di sponsor privati”.
Il convegno è stato concluso dall’assessore regionale al lavoro Severino Nappi, il quale ha sottolineato che “per tanti anni Pozzuoli si è mangiata il proprio futuro, ma adesso ha tutte le carte in regola per riposizionarsi al centro dell’area flegrea creando condizioni di sviluppo che possano fare da traino motore per tutta la Campania, recitando un ruolo da protagonista nella regione”.
A margine del dibattito, c’è da registrare anche un “fuori programma” avvenuto quando ha chiesto la parola Vincenzo Russo, rappresentante del “Comitato Rinascita Campi Flegrei”, il quale, chiedendo di interloquire con la soprintendente Gialanella, rivolto a tutti i relatori del convegno (in particolare al sindaco Figliolia) ha detto testualmente: “Se io fossi di Pozzuoli, prima di procedere a qualsiasi progetto di rilancio, andrei a controllare i fanghi della cisterna Cardito, visto che tra gli anni ’70 e ’80, nel cratere Senga sono stati sversati 45 milioni di tonnellate di rifiuti tossici che non hanno prodotto un solo litro di percolato e sono finiti nell’acquedotto campano. Quando abbiamo raccontato questa cosa al presidente regionale Caldoro, gli sono venuti i brividi…”.
Una dichiarazione che ha amareggiato non poco il sindaco Figliolia, il quale, successivamente, in assenza di colui che aveva lanciato quell’agghiacciante monito, ha così replicato: “Sul sito del Comune abbiamo pubblicato i dati dei prelievi sull’acqua che beviamo, a giorni leggerete anche quelli relativi ai laghi Lucrino e di Averno. Io abito a Pozzuoli e anch’io tengo alla salute dei miei figli. Ma cambiare mentalità vuol dire anche contribuire a non creare allarmismi…”.