In seguito all’astensione dalle udienze fino all’11 marzo decisa dall’Ordine degli Avvocati di Napoli per l’emergenza sanitaria legata al coronavirus, è stata rinviata a mercoledì 18 marzo l’udienza del processo per il disastro della Solfatara in programma oggi, mercoledì 4 marzo, avanti al giudice del Tribunale partenopeo, ottava sezione penale, dottoressa Egle Pilla.
Alla sbarra i vertici della “Vulcano Solfatara srl”, società che gestisce il sito naturalistico di Pozzuoli (da allora chiuso) dove il 12 settembre 2017 hanno perso la vita, durante una visita turistica, i coniugi veneziani Massimiliano Carrer e Tiziana Zaramella e il loro figlioletto Lorenzo, inghiottiti uno dopo l’altro da una voragine apertasi sotto i loro piedi e soffocati dai gas del sottosuolo. Sopravvisse solo il figlioletto più piccolo dei Carrer, che ha assistito impotente al dramma e oggi vive con la zia. I familiari delle vittime, tramite l’area manager Riccardo Vizzi, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e sono già stati risarciti in sede civile, ma adesso si attendono giustizia anche sul fronte penale, dove sono assistiti dagli avvocati Vincenzo Cortellessa, del foro di Napoli, e Alberto Berardi, del Foro di Padova, sempre in collaborazione con Studio3A.
Più precisamente, per quest’immane tragedia i Pubblici Ministeri titolari del relativo procedimento penale, le dott.sse Anna Frasca e Giuliana Giuliano, hanno indagato, chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per Giorgio Angarano, 72 anni di Pozzuoli, legale rappresentante della “Vulcano Solfatara srl”, e per sei soci: Maria Angarano, 74 anni di Pozzuoli, Maria Di Salvo, 70 anni, di Pozzuoli, l’omonima Maria Di Salvo, 40 anni, di Napoli, Annarita Letizia, 70 anni, di Pozzuoli, e Francesco Di Salvo, 44 anni, di Napoli. A giudizio anche la stessa società in persona del suo legale rappresentante.
Ai sette imputati sono contestati reati pesantissimi per i quali sono previsti svariati anni di reclusione: di qui la scelta del rito abbreviato che darà loro diritto alla riduzione di un terzo della pena. In primis, quelli di omicidio colposo in concorso (artt. 113 e 589 comma 1 c.p.), con l’aggravante di essere stato commesso in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro (art. 589 comma 2) e ai danni di più persone (art. 589, comma 4), e ancora di disastro colposo e di delitti colposi di danno, sempre in cooperazione tra loro (artt. 113, 434 e 449 c.p.). Sono accusati di aver causato il decesso dei tre turisti “per colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia nell’aver gestito il sito vulcanico”, classificato dalla Commissione Grandi rischi “in zona rossa”, “in assenza di qualsiasi cautela idonea ad assicurare che l’attività turistico-ricettiva fosse svolta in modo da garantire la sicurezza dei lavoratori dipendenti e dei terzi visitatori”.
L’udienza di oggi era molto attesa perché era prevista la requisitoria con la richiesta delle pene da parte dei due Sostituti Procuratori, che slitterà di due settimane, al 18 marzo. Di conseguenza, è stato anche ri-calendarizzato l’intero programma dei lavori, con lo slittamento al 26 marzo e all’8 di aprile delle due udienze per la discussione delle difese. Al termine della seconda, se non sarà ravvisata la necessità di ulteriori attività istruttorie, sarà emessa la sentenza.
(fonte: comunicato stampa)