Ricevo e pubblico*
Da questa settimana Pozzuoli ha una nuova emergenza. Metro Italia ha annunciato la chiusura del punto vendita puteolano e, tra dipendenti e indotto, sono oltre 80 i lavoratori che saranno sbattuti per strada.
La motivazione additata dalla multinazionale è legata a risultati deficitari. Non mi addentro in un’analisi economica complessiva, i dati legati al fatturato sono tutti positivi, ma mi limito ad evidenziare che il colosso del Cash and Carry ha venduto l’immobile dove continua a fare attività ad una banca, per poi prenderlo in fitto da questa per oltre 2 milioni e 100 mila euro all’anno. Una cifra più che spropositata, anche per lo spropositato mercato immobiliare cittadino. Operazione quanto meno discutibile.
Come per le altre emergenze, la nostra Città conosce bene anche questo tipo di disgrazie. Non andando tanto indietro nel tempo e giusto per fare qualche esempio, la Sofer, nella sua ultima forma Ansaldo-Breda, chiuse battenti certamente non preoccupandosi della Città. Ancor più recente, altro esempio di fughe del grande capitale: solo qualche anno fa è stata la volta di Comdata che dismise il sito esistente nell’ex Olivetti che contava oltre 250 dipendenti.
È “semplicemente” il capitalismo che morde, succhia, mastica e sputa. Lascia scarti, poco importa ai potenti capitali che si tratti di persone, di famiglie, di comunità. Becero capitalismo che, se proprio non si vuole combattere, certamente non andrebbe accolto dalla classe dirigente di un territorio con atteggiamento supino e oltremodo permissivo.
Mi perdoneranno i compagni, ma il mio ragionamento tenta di non avere nulla di ideologico. Credo verta su dati concreti restituitici dalla realtà dei fatti.
A ricordare delle fughe dei grandi capitali è stato anche il Sindaco Manzoni nell’ultimo Consiglio Comunale. Ovviamente dando l’impressione di volersi autoassolvere.
I lavoratori di Metro vanno difesi a spada tratta e meglio di coloro che, prima di loro, hanno incontrato lo stesso destino.
Ma non basta.
Ciò che succede ed è successo serva da elemento di riflessione. Concedere tutto ai grandi capitali, stravolgere gli asset, plagiare il territorio sugli interessi del colosso di turno non paga. Può servire a sistemare qualche affetto, magari un fratello al grido di “family first”, cedendo alla logica del “qui e subito”. Il bene della Città è altrove.
Lo sviluppo sano ed equilibrato, che garantisca occasioni diffuse, è altra cosa. Vuol dire sviluppare imprese locali, puntando sulle specificità del territorio (tante le nostre), sulle migliori intelligenze e su un’economia sociale che metta il benessere dell’individuo al centro. Fantascienza? Certo che no. Ci vuole equilibrio.
Scusate il mio essere prolisso, “riflettevo a voce alta”. Ogni riferimento a persone, cose o fatti realmente accaduti è assolutamente preciso e circostanziato.
*Raffaele Postiglione (portavoce di “Pozzuoli Ora!”)