Sta facendo tremare le vene ai polsi di migliaia di pensionati in tutti i comuni flegrei, ma anche di quelli di mezza Italia, la raccomandata che l’Inps ha inviato durante le festività natalizie. Nella missiva è scritto che chi non avesse provveduto a mettersi in regola con le dichiarazioni dei redditi dell’anno 2010 rischia di vedersi bloccato il pagamento delle prestazioni aggiuntive, come l’integrazione del trattamento minimo, le maggiorazioni sociali o l’assegno per il nucleo familiare.
In tantissimi hanno inteso questa comunicazione come una vera e propria minaccia, soprattutto tra coloro che ben ricordano di avere inviato il proprio modello 730 in maniera regolare.
Nella raccomandata viene indicata la data del prossimo 28 febbraio come termine ultimo per mettersi in regola.
E’ stato un vero putiferio. Scatenati, ma anche avviliti tanti pensionati che si sono trovati tra le mani la raccomandata rovente. Ad insorgere è stato anche il sindacato Uil Pensionati ed il Centro Servizi Uil di Monterusciello, che ci ha inviato questa lettera aperta: “Centinaia di pensionati stanno e hanno ricevuto da parte dell’INPS una comunicazione con raccomandata a dir poco terroristica poiché si preannuncia la sospensione della prestazione pensionistica in quanto a dir loro non è pervenuto il modello Red redditi 2010. Lettere inviate in gran parte ai primi di dicembre e consegnate nei giorni precedenti il Natale e Capodanno ai pensionati producendo a costoro preoccupazioni a dir poco pericolose sia per l’età che per gli acciacchi. Ma la cosa strana che più fa innervosire i destinatari è che la quasi totalità degli stessi ha prodotto il benedetto modello Red recandosi ai Caf o Centri abilitati e tantissimi hanno oltretutto prodotto il modello 730 beneficiando anche delle spettanze dovute alle dichiarazioni quali spese mediche, detrazioni: quindi perché questo accanimento nei confronti di vecchi e anziani che sono sobbalzati dalle sedie, dai letti e messi a correre, trafelati e impauriti per una documentazione già consegnata? Perché questa spietatezza gratuita nell’anno del click telematico, dell’incrocio investigativo e del controllo tra le varie Amministrazioni dello Stato? Perché prima di iniziare un percorso non si quantificano costi e situazioni? Tra l’altro, la comunicazione inviata riporta dietro, scritto in grassetto, la seguente dicitura <<se nel frattempo ci ha già comunicato la sua situazione reddituale relativa all’anno 2010, la preghiamo di non tenere conto di questa richiesta>>. E allora? Se alla data dell’invio di questa comunicazione, dicembre 2012, l’Istituto dice di non aver ricevuto la dichiarazione e quindi dispone la sospensione della prestazione e se alla data della ricezione il pensionato era all’oscuro, come fare a quantificare il <<frattempo>>? Per tantissimi, il <<frattempo>> è stato l’anno 2011, anno dell’invio dei modelli Red e 730”.
Dal momento che moltissimi pensionati ben ricordano di avere inviato tutta la documentazione, adesso chiedono di sapere cosa fare e soprattutto cosa rischiano.
Una risposta l’ha fornita al nostro giornale la stessa Inps, in particolare quella di Pozzuoli: “Delle possibili sospensioni delle prestazioni collegate al reddito, per i soggetti che non hanno comunicato i redditi del 2010, ne ha dato recentemente notizia l’Inps con il messaggio n. 21232, ricordando che la legge 122/2010, articolo 13, comma 6, lettera c), ha previsto la sospensione delle prestazioni collegate al reddito per i soggetti che non dichiarano né all’Amministrazione finanziaria né all’Istituto di previdenza i propri redditi rilevanti ai fini del diritto ai trattamenti in godimento. Se entro i 60 giorni successivi alla sospensione viene resa la dichiarazione, la prestazione viene ripristinata dal mese successivo alla comunicazione; se entro i 60 giorni successivi alla sospensione la dichiarazione non viene resa, si procede alla revoca in via definitiva dei trattamenti collegati al reddito e al recupero di tutte le somme corrisposte a tale titolo nel corso dell’anno in cui la dichiarazione dei redditi avrebbe dovuto essere resa. La verifica della presenza della dichiarazione è stata effettuata con riferimento a tutti i canali informativi; se dalla ricognizione la dichiarazione reddituale è risultata assente per almeno uno dei soggetti del nucleo, il titolare della prestazione collegata al reddito è stato considerato come inadempiente. Agli interessati viene notificata la sospensione con raccomandata inviata ai titolari “inadempienti” di prestazioni collegate al reddito che, nel 2010, non avevano 80 anni di età. I destinatari del sollecito sono stati invitati a trasmettere le informazioni reddituali tramite intermediario abilitato (Caf ecc…). Gli interessati, in alternativa, possono presentare, on line ovvero tramite il patronato, domanda di ricostituzione, allegando la dichiarazione reddituale del 2010”.
Tutte ancora da chiarire, però, le “vere” cause dell’invio di lettere dal contenuto così preoccupante. Alla base pare ci sia stata una comunicazione con cui, due anni fa, l’istituto di previdenza avrebbe chiesto di non esibire il modello Red ai pensionati che avevano già presentato il 730 per i redditi 2010.
Solo che poi l’Inps si sarebbe accorta che con questo sistema l’istituto non sarebbe riuscito a risalire alla situazione reddituale dei familiari a carico dei pensionati, ossia a reperire le informazioni indispensabili per stabilire se il pensionato in questione avesse o no il diritto di ottenere integrazioni sull’assegno percepito.
Tanta confusione, dunque. Probabilmente l’Inps avrebbe dovuto attendere un po’ prima di comunicare notizie del genere a così tanti pensionati, già alle prese con tanti problemi economici.
Maggiore chiarezza e soprattutto controllare se l’errore fosse da attribuire a chi percepisce pensioni con integrazioni (quelle che erano a rischio secondo l’Inps) o se invece dipendesse tutto dalla raccolta dei dati da parte dell’istituto di previdenza. C’è ancora del tempo, come visto, per chiarire le proprie posizioni reddituali, ma nel frattempo la paura è tantissima e anche giustificata.
E non potrebbe essere altrimenti, visto il numero di anziani che vivono di sola pensione e che utilizzano questi soldi, oltre che per provvedere alla proprie esigenze, anche per aiutare economicamente qualche familiare disoccupato.
(da “Il Corriere Flegreo” del 10 gennaio 2013)