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LO SCENARIO/ Figliolia, è crisi “pilotata”: deve arrivare indenne all’11 gennaio o rischia di finire la sua carriera politica

11 e 13. Non sono numeri da giocare al lotto ma due incubi ricorrenti del sindaco Figliolia.

Numeri magici, li chiamano dalle parti del Municipio di Toiano e, in un articolo del 16 agosto scorso, vi abbiamo anche spiegato il perché.

Ma oggi è il caso di rinfrescarvi brevemente la memoria, alla luce di quanto accaduto ieri sera, con la decisione, del Capo dell’Amministrazione, di azzerare la Giunta, licenziando tutti gli assessori e restando, di fatto, un uomo solo al comando dell’Esecutivo, con tutte le deleghe nelle sue mani, cosa che non gli vieta né la legge né lo Statuto Comunale.

La Giunta ‘azzerata da Figliolia (al centro della foto): da sinistra, Maria Teresa Moccia Di Fraia, Gianluca Liguori, Fiorella Zabatta, Roberto Gerundo, Anna Maria Attore e Vincenzo Aulitto

Nel comunicato stampa diramato dal suo portavoce per annunciare le tagliole (scattate 24 ore dopo che Pozzuoli21 ha pubblicato quanto di molto grave stesse accadendo nei rapporti tra Figliolia e parte della maggioranza), c’è infatti un passaggio che nessuno può fingere di ignorare. “Ora è tempo di verifiche per capire con quali presupposti continuare a governare Pozzuoli”, ha dichiarato infatti il Sindaco.

Non escludendo, dunque, che questa crisi possa concludersi anche con un evento politicamente traumatico. Ossia, la fine anticipata della consiliatura e il ritorno alle urne.

E qui si innestano i “numeri magici”: l’ 11 e il 13.

L’11 si riferisce al giorno del prossimo gennaio in cui Figliolia avrà superato la metà più un giorno del suo secondo mandato consecutivo e, dunque, per legge, da quel momento diventerà incandidabile a Sindaco per la terza volta di fila.

13 sono invece i consiglieri (la maggioranza assoluta del parlamentino civico) che, sempre per legge, con dimissioni contestuali davanti al notaio o con una mozione di sfiducia, possono mandare a casa il Sindaco in qualsiasi momento.

Numeri che, al momento, con otto ribelli in maggioranza (Manzoni, Testa, Pennacchio, Daniele, Caiazzo, Tozzi, Pafundi e De Simone) e tre ‘indecisi’ all’opposizione (Cutolo, Cossiga e Giacobbe) non sembrano avere né i “fedelissimi” di Figliolia né i suoi avversari (interni ed esterni).

Numeri che, però, utilizzati con tempismo, farebbero una differenza abissale per Figliolia: se la “cacciata”  avviene entro il 10 gennaio, l’attuale Capo della Giunta “fantasma” può ricandidarsi a Sindaco  ancora una volta; se, viceversa, avviene dall’11 gennaio in poi, Figliolia dovrà “saltare un giro”  come aspirante Primo Cittadino.

In caso di dimissioni entro il 10 gennaio, è bene chiarirlo, Figliolia non potrebbe godere del beneficio di una terza ricandidatura a Sindaco.

Il Capo dell’Amministrazione sta dunque creando le premesse per fomentare l’incidente politico favorevole alla prosecuzione della sua carriera da Sindaco?

O addirittura per potersi tranquillamente candidare alle imminenti elezioni Regionali (cosa che potrebbe fare senza rischiare di diventare ineleggibile  solo se non sarà più in carica da Sindaco al momento della presentazione delle liste, cioè entro il 29°giorno precedente il voto)?

Figliolia,  in verità, ha già pubblicamente promesso che le Regionali non gli interessano e che vuole continuare a fare il Sindaco di Pozzuoli fino alla primavera del 2022.

Ma quale occasione migliore, senza passare per spergiuro, sarebbe quella di dire “mi hanno cacciato loro” per poter giustificare un cambio di rotta e di prospettiva?

L’aula del Consiglio Regionale della Campania

Certo, ci sarebbe da capire anche in che modo Figliolia potrebbe affrontare una competizione elettorale delicata come le Regionali, con un Pd così spaccato nella sua città.

Da dove li prenderebbe i 20-30mila voti che gli consentirebbero di conquistare uno scranno al Centro Direzionale?

E qui probabilmente Figliolia potrebbe tentare il “colpo da maestro”: provare a mediare con tutti.

Utilizzando proprio il rimpasto di Giunta.

Roberto Gerundo
Anna Attore

Al momento, sembra che solo due assessori abbiano buone possibilità di essere ripescati (Roberto Gerundo – del quale  Figliolia ha grande stima, nonché molto legato alla famiglia Cosenza, cosa che a Pozzuoli non guasta mai… –  e Anna Attore – che gode di uno sponsor eccellente come Filippo Monaco, anch’egli molto legato al Sindaco).

I due che, a meno di miracoli, non avrebbero speranze di conferma sono invece Gianluca Liguori (unico assessore del Pd, ma in ‘quota’ Pennacchio e visto da Figliolia come rappresentante dei suoi nemici nel partito) e Vincenzo Aulitto che, per volontà di Maione, dovrebbe lasciare il posto in Giunta al consigliere Tommaso Scotto di Minico in modo da far scattare il seggio da consigliere per Vittorio Gloria (primo dei non eletti nella lista e amico di vecchia data del capogruppo di Democrazia e Libertà).

Tutte da discutere invece sono le posizioni del vicesindaco Fiorella Zabatta (in quota Verdi ma ripudiata da tempo dall’unico consigliere ‘green’, Paolo Tozzi) e del delegato agli spettacoli Maria Teresa Moccia di Fraia (voluta  a suo tempo da Michelangelo Luongo, il quale, dopo un breve ‘flirt’ con Fratelli d’Italia, pare si sia ora avvicinato –insieme con il consigliere Gianluca Sebastiano ed altri sodali politici del Primo Cittadino –  a Italia Viva di Renzi e non ha mai nascosto le sue ambizioni di candidarsi a Sindaco per il dopo Figliolia).

Entrambe, o con un cambio di deleghe o con un siluramento, potrebbero essere adoperate come “pedine di scambio” per accontentare eventuali richieste di ‘visibilità’.

Senza contare che c’è sempre da poter ingaggiare un settimo assessore, mai nominato (e a suo tempo ‘congelato’ per i deluchiani di Campania Libera, rappresentati ora dal solo Tito Fenocchio -nella foto – visto l’esodo leghista di Mario Massimiliano Cutolo) e che, in tempi di magra politica, potrebbe rappresentare la chiave giusta per aprire cuori attualmente troppo freddi.

Figliolia deve dunque trovare la ‘quadra’ o per farsi cacciare prima dell’11 gennaio oppure per arrivare a una tregua che gli consenta o di candidarsi alle Regionali col maggior sostegno possibile attorno a lui o di terminare in santa pace il mandato da Sindaco per altri due anni e mezzo.

Ma, prima di tutto, per poter spendere il suo nome in eventuali candidature future (dentro o fuori Pozzuoli) deve dimostrare ai referenti nazionali, regionali e provinciali del Pd, di avere ancora il partito ‘in mano’ nella propria città, dopo la clamorosa frattura consumatasi negli ultimi mesi.

La sede del circolo Pd di Pozzuoli

Il congresso cittadino si avvicina a larghi passi (1 dicembre?) e, dalle prime indiscrezioni, il boom di tesseramenti non sembra aver dato a Figliolia la maggioranza bulgara sperata (pare che gli iscritti reclutati dai simpatizzanti del Sindaco si fermino a non oltre il 55% del totale).

 

Con un armistizio, Figliolia potrebbe arrivare a controllare il voto del 70% dei futuri dirigenti locali nel partito, farsi appoggiare dai ‘ribelli’ per una sfiducia a orologeria, candidarsi e vincere alle Regionali, lasciando lo scettro da candidato sindaco nelle mani del suo acerrimo concorrente ‘in casa’ Gigi Manzoni, firmando un patto di non belligeranza alle prossime comunali.

Ma la città capirebbe questi giochini di Palazzo, come quelli che, col centrodestra, hanno già fatto fuori due sindaci (Giacobbe e Magliulo) in poco meno di due anni, tra le ire, a suo tempo, proprio di Figliolia e company?   

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