giovedì, Febbraio 13, 2025
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LA SANITÀ AI TEMPI DEL COVID/ “L’odissea di mia sorella, in attesa da dicembre per sapere se ha un tumore…”

Ricevo e pubblico*

Gentilissimo Danilo Pontillo, spero che possa dare voce a questa denuncia, non soltanto per portare alla luce la mia problematica, ma anche quelle che staranno coinvolgendo molta gente senza che nessun organo d’informazione ne parli.

Riguarda  la  salute di noi cittadini, l’impossibilità di accedere a visite e farsi curare.

Non si muore solo di Covid, ma, ahimé, anche di altro.

Le spiego la nostra odissea.

Mia sorella cominciò a soffrire di problematiche al retto e così a dicembre 2019, prenotò una visita proctologica presso l’ospedale “Santa Maria Delle Grazie” e gliela fissarono per metà marzo 2020.

A causa della pandemia, la visita fu annullata, com’è accaduto a tutti.

A maggio, non ne ha potuto più e, dato l’aggravarsi dei sintomi e delle preoccupazioni  (il marito le è morto di tumore al retto…), ha deciso di fare una visita proctologica privata, costatale 100 euro, somma che grava non poco sul budget familiare.

Dalla visita risultò avere un polipo, che andava tolto.

Il dottore le consigliò di fare una colonscopia, per escludere che ve ne fossero altri e, nel frattempo, per lenire i fastidi, le prescrisse delle medicine.

L’11 maggio contattammo il numero whatsapp dell’Asl, (3341126590), per chiedere se si potesse finalmente prenotare una colonscopia o se fosse ancora tutto bloccato. Ci fu risposto “tra alcuni giorni verranno dettate le indicazioni per la ripresa delle visite ambulatoriali nei Distretti…. Quindi verranno diffuse tutte le notizie inerenti, attraverso i medici di famiglia, alla modalità di accesso e prenotazioni…”.

Aspettiamo ben 10 giorni, al medico di famiglia non arriva nessuna informazione in merito.

Ricontattiamo l’Asl nell’unico modo che ci è possibile, cioè su whatsapp e ci viene detto che avremmo dovuto fare richiesta con la dicitura “urgente”.

La settimana scorsa, cambiando anche medico di famiglia, riusciamo ad avere la ricetta come richiesta dall’Asl Napoli 2 Nord e la inviamo all’indirizzo mail che ci viene fornito, ambulatori.ospedalepozzuoli@aslnapoli2nord.it.

Attendiamo qualche giorno, ma non riceviamo risposta.

Li ricontattiamo su whatsapp e ci viene risposto che “dobbiamo attendere (ancora, sic!) le visite sono numerose e devono essere scaglionate per motivi di sicurezza”.

Ieri, lunedì 15 giugno, mia sorella si reca all’ambulatorio dell’Asl al corso Terracciano, ma la guardia la ferma e le dice che non può farla entrare, che è tutto bloccato e che le prenotazioni riprenderanno il 30 giugno.

Lei gli fa presente che si tratta di un caso urgente e lui le suggerisce di andare direttamente in ospedale e parlare con un dottore (cioè a fare la questua?).

Insomma mia sorella ha un problema da dicembre, la cosa potrebbe peggiorare, il tempo sta passando e le viene impedito di curarsi e non ne comprendiamo il motivo.

Non c’è un contagiato Covid a Pozzuoli da tre settimane!

Voglio capire nel momento dell’emergenza, ma poi ci si doveva attrezzare per visitare e curare le persone anche per le altre malattie.

I vari organi istituzionali si stanno riempendo la bocca che pensano alla nostra salute, ma ne siamo sicuri?!!

Abbiamo contattato anche altre strutture, i tempi sono lunghi, al policlinico non va bene la ricetta che abbiamo, vogliono la dicitura “entro 10 giorni” per cui dovremmo cambiarla e iniziare tutto l’iter d’accapo.

Siamo stanche e mia sorella anche sofferente.

Vorremmo soltanto che ci fosse garantito un nostro diritto: quello all’assistenza sanitaria.

*Lettera firmata

 

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