E’ accaduto l’irreparabile stanotte in un’abitazione del rione Toiano, al quinto piano di un carrarmato giallo di via Catullo.
Qui, Filippo Lucignano (50 anni compiuti a novembre) ha ucciso a coltellate il fratello Rosario (di sei anni più giovane) ed è stato arrestato dalla Polizia.
Fin qui, la notizia nuda e cruda, che è già circolata fin dalle prime ore del mattino.
Poi ci sono i retroscena, quello che la gente del posto sussurra per cercare di trovare la spiegazione (per quanto possa esisterne una) a un gesto così crudele.
E c’è il racconto di una famiglia già segnata dal dolore per la morte del primogenito Francesco (un terzo fratello di Filippo e Rosario, che morì in un incidente stradale a Rimini, dove era andato a lavorare come cuoco per superare un periodo difficile della sua vita), di una mamma, l’anziana Filomena, che dopo aver perso il marito, si è trovata a combattere, nella stessa casa, insieme a Filippo, con i problemi di Rosario.

Tutti e due (celibi ed entrambi operai edili) vivevano con lei. Ma erano come il sole e la luna.
Filippo senza grilli per la testa, buono come il pane e sempre disponibile con tutti: mai una “tarantella”.
Rosario, invece, purtroppo, non ha mai trovato e dato pace, combinandone una dietro l’altra a causa della sua dipendenza dalla droga (è stato anche in comunità) e, negli ultimi tempi, anche dall’alcool.
Beveva molto, Rosario. Troppo, forse, per non dare in escandescenze continue.

Nel rione dicono che, quando era ubriaco, perdeva talmente il lume della ragione da arrivare perfino a mettere le mani addosso alla mamma, scatenando l’inevitabile reazione del fratello.
Ciò che è accaduto stanotte, non lo sappiamo: potranno dirlo soltanto Filippo e la signora Filomena.
Ma non ci meraviglieremmo nell’apprendere che si è trattato dell’epilogo di una tragedia annunciata.