Tre giorni di lutto cittadino. Lo ha giustamente proclamato da lunedì ad oggi il sindaco Enzo Figliolia “interpretando i sentimenti di dolore e di costernazione di tutta la popolazione” per la tragedia che ha sconvolto Pozzuoli ma anche l’intera nazione con l’atroce morte di 31 puteolani nel pullman precipitato da un viadotto a Monteforte Irpino.
Come molti di voi sapranno, il lutto cittadino tuttavia non rappresenta un’imposizione per nessuno ma soltanto una volontà istituzionale che, si auspica, venga rispettata da chiunque, sia pure per una sola questione di sensibilità personale.
Purtroppo, pare che questa sensibilità non abbia coinvolto l’intera comunità.
E, visto che a Pozzuoli si è respirato un silenzio irreale fin dal momento in cui si è appresa la reale portata della catastrofe (e ancora oggi, la città appare frastornata, come colpita al volto da un pugno fortissimo) chi ha voluto “distinguersi” da una concreta testimonianza di condivisione del dolore fa certamente notizia.
A lamentarsene è un commerciante del centro storico.
“Tutti noi esercenti –riferisce il mio interlocutore, di cui conosco l’identità anche se mi chiede di mantenere l’anonimato- avevamo deciso che, per rispettare il lutto proclamato dal sindaco e quello nazionale, ma soprattutto i nostri sentimenti rispetto a questa terribile tragedia, almeno durante i funerali dei nostri concittadini, dalle 10 a mezzogiorno di martedì, saremmo stati chiusi al pubblico. Purtroppo, invece, abbiamo appurato che non è stato così. Tra la piazza ed il porto, quattro locali di sicuro, ma potrei sbagliarmi per difetto, se ne sono infischiati ed hanno continuato a lavorare proprio mentre in tv scorrevano le immagini di quello straziante funerale, che si stava celebrando a pochi chilometri di distanza, nel palazzetto di Monterusciello. Io e tutti i miei colleghi che abbiamo rispettato il lutto cittadino siamo veramente indignati, anche se non ci meravigliamo più di tanto, visto che i titolari di queste attività sembrano abituati a fare il bello e il cattivo tempo, non si sa in base a quale diritto divino. Mi fa molto piacere che alcune persone si siano lamentate di questo comportamento con i vigili urbani e che gli stessi agenti municipali abbiano chiesto ed ottenuto dai proprietari di queste attività un gesto di sensibilità almeno durante il rito funebre. Il problema però non doveva proprio nascere. Sia per rispetto al dolore di una città intera, ma anche per rispettare il comportamento assunto da quei commercianti che, sia pure per poche ore, ai propri interessi economici hanno anteposto il senso di appartenenza ad una comunità ed il sincero dolore provato per quanto accaduto”.
Questa, purtroppo, è soltanto una delle “storture” segnalate a “Pozzuoli21” durante i tre giorni più lunghi e drammatici per la nostra città.
C’è chi, sulla pagina Facebook del blog ad esempio, lunedì sera ha scritto: “Ma come si fa? Ad Avellino i parenti dei nostri concittadini sono stati seguiti passo dopo passo da psicologi e forze dell’ordine, poi tornano a Pozzuoli e compaiono i parcheggiatori sul palazzetto. Invece di aiutare queste persone, vogliono lucrare. Non aggiungo altro”.
E chi, ancora, in privato, sempre attraverso Fb, lunedì si è sfogato così: “Io vivo proprio sulla strada del palazzetto dello sport ed oggi ho assistito a qualcosa che mi ha fatto davvero pena, e cioè il darsi da fare, il rimettere in ordine, il fare pulizia nella mia zona e in altre vicine perchè si devono accogliere le salme (…) Ci voleva la tragedia per pulire e dare dignità a Monterusciello e a noi abitanti abbandonati”.
Note “stonate” che, per la verità, poco o nulla tolgono alla grande partecipazione dei puteolani a questa immane catastrofe e all’indubbio sforzo organizzativo da parte di istituzioni e volontari per garantire la celebrazione di un rito funebre così “particolare”, peraltro in un ambiente climaticamente rischioso come il palasport di Monterusciello e sotto i riflettori mediatici di mezzo mondo.
Infine, se mi permettete, vorrei riservare una riflessione personale sul sindaco della mia città, Enzo Figliolia.
Caro Enzo, da puteolano mi sono sentito ben rappresentato da te in tutte le fasi di questa atroce vicenda fino al momento dei ringraziamenti pubblici al sindaco di Monteforte Irpino al termine della cerimonia funebre.
Poi, probabilmente per l’emozione che ha preso il sopravvento su di te, ti sei “perso” in parole che, a mio parere, erano forse più adatte a una seduta di consiglio comunale che ad un contesto di quel genere.
Non sono l’unico ad aver avuto questa impressione.
In tanti hanno notato la stessa cosa e sono rimasti interdetti.
Ciò che ho capito molto meno è stato invece il comunicato stampa con cui nella tarda serata di martedì, hai voluto riferire della telefonata che hai ricevuto da Sofia Loren annunciando che la diva di origine puteolana ha intenzione di “dare concretamente una mano” per “aiutare la sua gente” “dopo questa terribile strage sulla strada”.
Ognuno fa beneficenza come crede (e, pur non conoscendo la Loren, suppongo che la sua proverbiale riservatezza la induca a gesti di solidarietà all’insegna della discrezione anzichè sbandierati ai quattro venti) e ognuno cura la propria immagine come ritiene più opportuno.
Tu, caro Enzo Figliolia, sindaco di Pozzuoli, non credi che, in momenti di così grande dolore per la comunità da te governata, faresti meglio ad essere vicino in modo più “silenzioso” a chi soffre?
Io credo che ci sia un tempo per tutto.
Ora non mi sembra sia il tempo dei “pavoni”.