Mario Marrandino si è dimesso dalla carica di vicesindaco e assessore ai lavori pubblici della giunta Figliolia.
La notizia, circolata come indiscrezione con grande insistenza dalle prime ore della mattinata, è stata confermata alle 12.32 con un comunicato da parte dell’ufficio stampa del Comune.
Nella nota proveniente dal Municipio si fa riferimento ad una lettera, consegnata al Primo Cittadino, in cui Marrandino si dice “costretto a rimettere le sue deleghe per i contrasti interni al suo partito di appartenenza, l’Udc, rappresentato in Consiglio comunale da Sandro Cossiga”.
E, attraverso la stessa nota, si divulga anche il pensiero del sindaco Enzo Figliolia, il quale sostiene che “con la decisione assunta, Mario Marrandino ha dimostrato di avere sensibilità e senso del bene comune” e gli formula i “ringraziamenti miei e dell’intera giunta per il lavoro svolto in questi quattro anni di amministrazione”.

In realtà, il distacco non è stato certo all’acqua di rose così come la felpata “velina” di Palazzo vorrebbe lasciare intendere.
Chi, in queste ore ha parlato con Marrandino ha infatti appreso che il 64enne esponente Udc aveva rimesso le sue deleghe nelle mani del Sindaco già da giovedì della settimana scorsa (in seguito al voto dell’unico consigliere del suo partito, Sandro Cossiga, contro la maggioranza per la scelta dei componenti la commissione locale del paesaggio) ma lo aveva fatto con una lettera non protocollata e con una decisione non irrevocabile.

Evidentemente dunque Figliolia non aspettava altro che il “primo passo” di Marrandino per sbarazzarsene (forse per dare, a prescindere dalle responsabilità individuali, un segnale politico di “cambiamento” in risposta alle imbarazzanti indagini della DDA su tutta la gestione dei lavori pubblici al Comune?) visto che questa lettera, per avere un valore ufficiale, deve’essere stata protocollata per volontà di chi l’ha ricevuta e non certo di chi l’ha inviata.
Figliolia che ha comunicato l’esistenza di tale missiva soltanto ieri sera al tavolo della coalizione, ha preso dunque atto delle dimissioni di Marrandino, ha tenuto per sé tutti gli incarichi che gli aveva affidato (anche se, per anzianità di nomina assessorile, la delega di vicesindaco adesso dovrebbe essere automaticamente conferita a Franco Cammino) e ha già effettuato la prima seduta di Giunta senza l’esponente Udc, in attesa di scegliere il suo successore.

Marrandino pare sia molto amareggiato per non essere stato “invitato” dal Sindaco a ritirare le dimissioni in attesa di un chiarimento politico all’interno dell’Udc.
Con gli amici più stretti si sarebbe sfogato sostenendo che, a suo dire, avrebbe meritato un altro trattamento non solo perché ritiene di aver lavorato tanto e bene ma anche perché, per diventare assessore ha rinunciato alla carica di consigliere comunale (alle elezioni del 2012 era risultato il quarto ed ultimo degli eletti Udc con 761 voti) e, come egli sostiene, avrebbe rifiutato anche la presidenza consiliare, lasciando che il primo dei non eletti (Tommaso Pollice, 659 preferenze) potesse entrare nel parlamentino civico, su esplicita richiesta del suo partito.
Marrandino, però, per ora, ha deciso di evitare dichiarazioni ufficiali, oltre a quella già divulgata in merito alla richiesta di espulsione di Sandro Cossiga dall’Udc (a cui Cossiga aveva risposto chiedendo le dimissioni di Marrandino).

Chissà se cambierà idea dopo aver capito che Figliolia, invece di dirgli “Mario, ma che stai facendo? Ripensaci…”, lo ha liquidato con una sorte di “Come vuoi tu, prego, accomodati, la porta è quella…”, al netto dei convenevoli formali, buoni solo per l’immagine, da dare all’esterno, di una barca alla deriva, che ormai fa acqua da tutte le parti…e pretende anche di essere (ri)premiata dai puteolani alle prossime elezioni!