Ad appena otto mesi dal “trasloco” concordato con l’Amministrazione, vogliono tornare lì dov’erano fino allo scorso 24 novembre, nell’area delle Palazzine.
I 33 venditori ambulanti del mercatino attualmente situato a via Roma sono in crisi nera.
Da quando (prima con un’ordinanza di Figliolia -la numero 49 del 22 novembre- e poi con una delibera di consiglio comunale: la numero 10 del 27 marzo) il Municipio li ha trasferiti a due passi dal porto, il loro fatturato è crollato, alcuni di essi hanno già rinunciato all’attività di vendita quotidiana e altri si preparano a fare la stessa cosa.
Ieri pomeriggio, in via Pergolesi, nella sede puteolana del sindacato Unimpresa, quasi tutti gli operatori (insieme con i propri rappresentanti di categoria, il coordinatore nazionale per il commercio su aree pubbliche Aldo Marcellini ed il responsabile cittadino Gianluigi Valente) hanno incontrato l’assessore alle attività produttive Carlo Morra.
Un faccia a faccia di quasi tre ore per fare il punto della situazione tra gli stessi protagonisti dell’accordo che, nell’autunno scorso, consentì la dislocazione di quelle attività a causa dei problemi di viabilità provocati su corso Terracciano dal nuovo piano di circolazione (varato dall’Amministrazione il 27 ottobre) e dalla contemporanea presenza, a poche decine di metri di distanza, di un ufficio postale e del distretto sanitario dell’Asl.
“Dobbiamo purtroppo prendere atto del fallimento di questa operazione –ha ammesso Aldo Marcellini– Abbiamo fatto ogni verifica possibile trascorrendo in via Roma tutte e quattro le stagioni dell’anno e le criticità sono state enormi: dalle proibitive condizioni meteo autunnali ed invernali al mancato afflusso di clientela prevista, a cominciare da quella turistica. Quest’area, nonostante sia di pregio e centrale, è risultata commercialmente improduttiva per un mercato rionale giornaliero. Chiedere di tornare sulle Palazzine è sicuramente una proposta legata ad un’esperienza positiva, ma va anche detto che la zona di corso Terracciano è commercialmente più favorevole per un’attività del genere, sia per numero che per tipologia di clientela, tanto è vero che sulle Palazzine, dalla presenza del mercatino traevano giovamento anche molti negozi circostanti. Noi crediamo che si possa aprire un dialogo con l’Amministrazione per vagliare un’ipotesi del genere a salvaguardia delle attività commerciali. Non pretendiamo di voler tornare esattamente lì dove c’era il mercatino, ma per esempio si potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di allocarlo nella zona destra delle Palazzine, nei pressi degli esercizi di vicinato. Oppure, quando saranno terminati i lavori per il nuovo mercato ittico e ortofrutticolo al dettaglio, lo si potrebbe trasferire a via Fasano, nell’area dove attualmente c’è lo stazionamento degli autobus, capolinea che potrebbe tornare a via Roma, dov’era fino ad agosto dello scorso anno. Tutto questo ovviamente solo per il tempo necessario alla realizzazione della area mercatale definitiva che l’Amministrazione vuole realizzare in via Artiaco, un progetto che bisogna far partire al più presto e di cui bisognerà cominciare a discutere eliminando tutti i tempi morti”.
A non credere nella possibilità di un dialogo con Figliolia sulla questione è invece Gianluigi Valente, per il quale “è inutile parlare col sindaco del ritorno del mercatino sulle palazzine, giacchè è fin troppo chiaro che lì Figliolia non ci vuole. Ciò che invece dovrebbe capire l’Amministrazione è che non è più il tempo nè di vacche grasse nè vacche magre: il problema è che le vacche non ci sono più!”.
Ma come ha risposto l’assessore al commercio alle rivendicazioni del sindacato e degli ambulanti?
“Io credo che le criticità riscontrate al mercatino –ha detto Carlo Morra– siano dovute alla crisi economica generale e non al luogo di vendita. E credo anche che l’Amministrazione finora sia stata molto comprensiva nei confronti degli operatori, soprattutto alla luce del mancato rispetto degli impegni assunti, come il piano colore per le tende. Io ricevo continue lamentele, anche politiche, sull’estetica del mercatino e sto cercando di convincere chi sottolinea questo aspetto che la situazione degli ambulanti non è florida da consentire anche un minimo investimento nella riqualificazione dei propri spazi di vendita. Resto dell’idea che prima di prendere qualsiasi decisione sul mercatino, si dovrebbe aspettare ancora qualche mese e valutare cosa succede sotto il profilo degli incassi. Anche perché la nuova area mercatale di via Artiaco è sicuramente un punto di arrivo in quanto in questo centro storico la presenza di qualsiasi mercato non è più compatibile, ma il progetto appare meno urgente e rinviato nel tempo, soprattutto alla luce dei 400mila euro che stiamo spendendo per adeguare il mercato ittico e ortofrutticolo al dettaglio. Conoscete bene la situazione economica del Comune e dunque potete immaginare che per realizzare il progetto di via Artiaco dovremmo cercare di intercettare qualche linea di finanziamento a fondo perduto. Tuttavia –ha concluso Morra- le questioni sollevate dal sindacato e dagli operatori sono meritevoli di grande attenzione e saranno sicuramente oggetto di discussione all’interno della maggioranza. Quella di spostare il mercatino a via Roma è stata una scelta condivisa e ogni altra decisione dovrà esserlo altrettanto, anche perché, non dimentichiamolo, questo spostamento è stato votato con una delibera di consiglio comunale e, dunque, soltanto un altro atto consiliare potrà modificare la situazione. Attualmente, non abbiamo la certezza che un cambiamento di sede al mercatino possa portare automaticamente un beneficio. Forse sarebbe il caso che come Amministrazione studiassimo prima qualche iniziativa per attirare la clientela lì dove ci sono gli operatori”.
L’auspicio è che mentre il “medico” studia, il “malato” non muoia.
Già: perché gli ambulanti non possono aspettare ancora per molto i “tempi della politica”.
E, tra di essi, serpeggia anche tanta voglia di fare rumore coinvolgendo l’opinione pubblica.
Soprattutto, se qualcuno dalle “stanze dei bottoni” dovesse dare la risposta più temuta di questi tempi a chi ha fretta di risolvere un problema: “se ne parla a settembre!”.