Con un comunicato stampa e un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, il sindaco Enzo Figliolia ha annunciato il definitivo dissequestro del mercato al dettaglio di via Fasano, struttura a cui la Direzione Distrettuale Antimafia il 30 giugno di tre anni mise i sigilli per irregolarità nei lavori. Nella sua nota il Capo della Giunta parla di “buona notizia per la nostra comunità in questo momento difficile”, che “ci consente di attivare tutte le procedure per realizzare i lavori di adeguamento e riconsegnare la struttura alla città nella piena funzionalità”. Infine, ringrazia “i carabinieri e la magistratura per l’attività svolta”.
Figliolia però ci dovrebbe sicuramente riferire anche altro su questa vicenda. Sarebbe infatti interessante sapere se il ritorno del mercato nella disponibilità del Comune significa che anche l’inchiesta giudiziaria si sia chiusa.
Un aspetto non da poco, visto che gli inquirenti della DDA avevano incriminato persino lo stesso Figliolia, con due ipotesi di reato inquietanti: falso ideologico e turbativa d’asta.
Sono accuse archiviate o ancora in piedi? In quale fase è il procedimento penale, per Figliolia e per gli altri indagati?
E, se fossero ancora da accertare eventuali responsabilità per la qualità e il costo di questi lavori (quasi quadruplicati rispetto alla base d’asta iniziale di 345 mila euro), come si è attrezzata l’Amministrazione per i 443.776 euro (inseriti nel piano triennale delle opere pubbliche) che adesso bisognerà spendere per rimettere in sesto il mercato, con ulteriori lavori di adeguamento e manutenzione straordinaria?
Se ci fossero dei colpevoli, chi pagherebbe questi interventi edilizi necessari per rendere la struttura a norma?
Sempre e soltanto la collettività o il conto verrà presentato a chi dovesse essere condannato per questo scempio?