Ricevo e pubblico*
L’assessore al bilancio del comune di Pozzuoli, Paolo Ismeno, in un consiglio comunale del 2017, citando Salvemini, disse: “la democrazia non si fa all’atto del voto. Perché…Il voto è “drogato” da tanti elementi. La Democrazia si svolge nel momento in cui una amministrazione gestisce ed in maniera trasparente rende edotto il pubblico di ciò che sta facendo. È lì che il pubblico esercita la sua democrazia nel valutare in maniera autonoma ciò che una pubblica amministrazione e uno stato fa”.
Se la citazione di Salvemini è giusta, il sindaco Figliolia di Pozzuoli, confermato nel 2° mandato da un 73% di voto “drogato” sicuramente è molto distante dal rispetto dei principi e dalla prassi democratica.
Nel suo sproloquio delirante e approssimativo, da uomo solo al comando, da padre padrone senza contraddittorio, nell’ultimo consiglio comunale ha schernito, con disprezzo, con arroganza, una proposta di cultura, scuola e formazione per la città da realizzare nell’ex Convitto Monachelle a Pozzuoli, sito dismesso e non utilizzato da circa 30 anni.
Il suo no alla proposta della Città Metropolitana fa realmente l’interesse della città?
Il sindaco Figliolia ha consultato la conferenza dei capigruppo del consiglio comunale?
Ha consultato le associazioni del territorio o i dirigenti degli istituti scolastici?
Non rischia con la sua ottusa ostilità di mantenere il sito nel degrado e nell’abbandono?
Il comune di Napoli, in quanto proprietario, nel rispetto dei vincoli testamentari, ha il diritto di indirizzare la funzione sociale a cui destinarlo?
Potrebbe “cederlo” ad un altro ente pubblico, la Città Metropolitana, per utilizzarla prevalentemente come istituto di formazione andando incontro ai bisogni del territorio di Pozzuoli cosi come ha fatto con l’istituto Vittorio Emanuele, ora scuola elementare “ceduto” in comodato d’uso alla gestione del comune di Pozzuoli?
Perché l’istituto Vittorio Emanuele sì e l’ex Convitto Monachelle no?
Questo sindaco dal 73% di consenso di voto “drogato”, che rispetto ha per lo statuto comunale in relazione agli istituti di partecipazione democratica come la consulta delle associazioni o un referendum consultivo?
Ad esempio, in tale caso non potrebbe essere svolto proprio un referendum consultivo per verificarne la volontà popolare?
L’ipotesi proposta dal sindaco di Napoli di dare la struttura alla Città Metropolitana per un istituto di formazione in base ai bisogni del territorio puteolano ha una sua ragione.
La Città Metropolitana ha proprie risorse finanziarie, provenienti dai finanziamenti dello stato, utili sia per la ristrutturazione dell’istituto scolastico sia per i costi di gestione e di manutenzione ordinaria e straordinaria.
A noi, piccola componente di quel 27 % lucido ed autonomo che resta, non dispiacerebbe vedere studenti ed insegnanti dell’Alberghiero collaborare con cooperative di giovani diplomati anche per la gestione di un ostello internazionale della gioventù e di alcuni servizi di co-working e di innovazione sociale ed ecologica.
Mentre un’altra parte di quell’immobile molto grande potrebbe essere destinato ad uso civico con spazi polivalenti (biblioteca, sala conferenza, cinema, teatro, ecc.) per la comunità di Pozzuoli ed oltre.
Ma forse tutto questo non ha nulla a che fare con la democrazia e purtroppo nemmeno con l’interesse della intera comunità.
Forse tutto questo accade proprio per l’assenza di democrazia.
Almeno quella idea di democrazia descritta dallo scrittore Tommaso Garzoni e citato dallo storico A. Barbero , in “Breve storia della democrazia” che per la prima volta usa in italiano la parola democrazia “quando la moltitudine, ingiustamente oppressa, tratta dall’ira e spinta da furore, delibera vendicare gli oltraggi ricevuti subito ne nasce LA DEMOCRAZIA, cioè l’amministrazione del popolo”.
Il sindaco di Pozzuoli si lamenta dei senzatetto che subito dopo lo sgombero sono tornati ad occupare l immobile delle Monachelle.
La sua idea di valorizzazione è tutta piegata alle regole e al dominio del mercato, che a volte, raramente nel migliore dei casi, lascia briciole alla comunità e nel peggiore, macerie.
Ed è indirizzata a vantaggio di pochi, soliti noti poteri forti della città.
L’esatto opposto dell’interesse pubblico e del bene comune.
Getta fango sul comitato dicendo che sono responsabili di soprusi e si nascondono dietro ai senza fissa dimora.
Il comitato Monachelle è composto da decine e decine di cittadini attivi e responsabili, pronti a confrontarsi pubblicamente e civilmente sulle migliori, sulle più giuste e più sostenibili, in termini di redditività civica ed economica, destinazioni d’uso del Convitto con qualunque Sindaco democratico sia disponibile.
Evidentemente lui non lo è.
Persone che alla luce del sole e nel rispetto del dettato costituzionale, dell’articolo 42 comma 2 sulla funzione sociale della proprietà e dell’articolo 118 della Costituzione sulla sussidiarietà, hanno, nel e per l’interesse generale, in questi quattro anni, tolto dal degrado e dall’abbandono il sito delle Monachelle e chiesto con caparbia insistenza e lucida determinazione alle amministrazioni comunali di Napoli e Pozzuoli di sedersi intorno ad un tavolo per discutere e decidere il destino di questo bene comune.
*Gennaro Ferrillo (portavoce Comitato Monachelle Pozzuoli)