venerdì, Aprile 19, 2024
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Morti nella Solfatara, firmare carte con le lacrime agli occhi per riportare a casa le tre bare: lo sfogo su Facebook di una dirigente del Comune

Anna è una giovane mamma, sua figlia ha la stessa età del bimbo morto martedì mattina insieme con i suoi genitori in quella maledetta buca della Solfatara.

(foto ansa-ciro fusco)

Anna ha il cuore gonfio di tristezza ma deve sforzarsi di tenere la mente sgombra da pensieri perché le tocca un compito importante: firmare l’atto con cui i corpi di Tiziana, Massimiliano e Lorenzo possono tornare a casa, a spese del Municipio di Pozzuoli.

Anna è la dottoressa Sannino, il dirigente comunale che è a capo del personale e dei servizi amministrativi.

Ieri ha redatto ed autografato la determina con cui quei corpi senza vita saranno riportati nella loro città (Meolo, in provincia di Venezia) per i funerali.

Lo ha fatto con l’animo in subbuglio.

E, rientrata a casa dopo il lavoro, a tarda ora, ha voluto condividere quel tumulto di sentimenti con i suoi amici “virtuali”.

Il post della dottoressa Sannino su Facebook

Su Facebook, la dottoressa Sannino ha spiegato così ciò che aveva provato per l’intera giornata:  “Oggi ho scritto il provvedimento con cui il Comune di Pozzuoli dispone di prevedere a suo carico le spese del trasporto di Tiziana, Massimiliano e Lorenzo nella loro città. In una bara. Mi sono sforzata di pensare alle regole del codice degli appalti, al capitolo su cui impegnare la spesa, alle tante tante carte che occorrono per spostare anche il più piccolo pezzo di Pubblica Amministrazione. Non ci pensare, scrivi, stampa, firma. Ma sulla scrivania i biglietti omaggio per l’ingresso alla Solfatara continuano a ricordarmi le volte in cui ho detto a mio marito che dovevamo portarci nostra figlia. Il telefono squilla, la giostra non si ferma. Continua a girare, se vuoi. Io oggi scendo e lascio che la tristezza finalmente prevalga. Perché non si può morire così”.

Un pensiero che accomuna tutti coloro che, per lavoro, sono obbligati a dover assumere decisioni affrontando vicende dolorose, a volte strazianti e devono fare enormi sforzi per non farsene coinvolgere emotivamente: impresa spesso impossibile.

Per non dimenticare che, prima di essere ciò che si è nella vita, siamo tutti, anzitutto, esseri umani.

 

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