Saranno il Prefetto e l’Autorità Nazionale Anti Corruzione a dover valutare se ci sono irregolarità nell’appalto triennale che il Municipio di Pozzuoli ha assegnato per la notifica delle multe stradali.
E’ la decisione presa da quattro consiglieri comunali di opposizione (Sandro Cossiga, Antonio Di Bonito, Guido Iasiello e Raffaele Visconti) che lunedì scorso hanno inviato una pec al delegato del governo per Napoli e provincia (Gerarda Pantalone) e al magistrato Raffaele Cantone (presidente dell’Anac) in cui chiedono di fare luce su tutta una serie di criticità rilevate nell’affidamento di questo servizio alla ditta “Compunet”.
Una società di Catania che, come abbiamo scritto il 14 settembre scorso, sponsorizzata da Guglielmo Allodi (ex capostaff di Bassolino quando costui era presidente regionale) incassa 16 euro e 25 centesimi per ogni sanzione non derivante da violazioni di zona a traffico limitato e 18 euro e 8 centesimi per ciascuna contravvenzione derivante dall’ingresso non autorizzato nella Ztl del lungomare.
Introiti garantiti, visto che vengono liquidati per la spedizione e la notifica delle contravvenzioni, dunque a prescindere dal loro esito.
I quattro esponenti di minoranza hanno deciso di scavalcare la discussione in sede politica dopo il sostanziale fallimento della commissione consiliare di indagine che avrebbe dovuto compiere proprio delle verifiche su questo appalto.
Organismo che fu di fatto istituito durante la seduta consiliare del 14 novembre e che, composto dai componenti di due commissioni consiliari già esistenti (quella alle Finanze presieduta da Elio Buono più quella alla Mobilità, presieduta da Salvatore Caiazzo, entrambi del Pd) avrebbe dovuto verificare, con l’assessore e i dirigenti competenti in materia, l’intera documentazione relativa all’appalto “per ricercare le soluzioni più convenienti e vantaggiose anche attraverso l’eventuale rescissione o risoluzione anticipata del contratto”.
Il tutto in risposta all’ordine del giorno (dichiarato “improcedibile” dalla maggioranza) con cui i quattro consiglieri di opposizione in questione avrebbero voluto entrare nel merito della discussione e dare mandato, entro dieci giorni, ai dirigenti e al segretario generale, di verificare la possibilità di risolvere il contratto con la società e di inviare tutta la documentazione inerente l’appalto alla stessa Autorità Nazionale Anti Corruzione per una verifica di responsabilità.
La commissione di indagine si è però riunita soltanto una volta (mercoledì 23 novembre) e la maggioranza dei suoi componenti ha ritenuto esaurito il proprio compito stabilendo che il contratto con la “Compunet” non si sarebbe dovuto sciogliere anticipatamente (in quanto ormai in scadenza e col rischio di creare una lite temeraria che avrebbe visto il Comune soccombere) e che bisognava dare mandato ai dirigenti di emanare atti di indirizzo per definire un nuovo appalto e approfondire le ragioni che non hanno consentito al Comune di ottenere una maggiore riscossione di queste multe (il Municipio, secondo l’assessore alle finanze Paolo Ismeno, ha incassato soltanto circa il 50% dei verbali di contravvenzione emessi) nonostante l’affidamento del servizio ad un privato.
IL VERBALE DELLA COMMISSIONE CONSILIARE DI INDAGINE SU “COMPUNET”
Per i quattro esponenti dell’opposizione, tutto ciò è sembrato assomigliare ad una “melina” presumibilmente utile soltanto a tentare di “insabbiare” la questione e così è partito l’esposto al Prefetto e all’Anac.
Nel documento si sottolinea innanzitutto che il Comune non risulta iscritto al consorzio “Asmez” (condizione indispensabile per poter contrattare con la ditta “Compunet”) e che, come specificato dall’Anac, questo consorzio non può essere considerato “centrale di committenza” degli enti locali che vi aderiscono.
Altre anomalie riguarderebbero difformità tra i costi indicati nel capitolato e quelli nel contratto, aumenti di costo del servizio prima approvati dalla giunta e poi sconfessati dal dirigente, un preventivo di spesa per prestazioni già stabilite dal contratto, un presunto doppio costo di gestione delle multe per i varchi nella Ztl, un anomalo incremento di oltre il quadruplo delle multe rilevate nel corso di un anno, un aumento di 1 euro del costo di ogni verbale rispetto a quanto stabilito nel contratto, “apparizioni” e “sparizioni” dell’iva nelle fatture, il mancato adeguamento alla diminuzione di costi delle raccomandate a partire da gennaio 2015.
Per queste ragioni e dalle “difficoltà avute per l’acquisizione della documentazione” nonché “le considerazioni maturate nei colloqui con i dirigenti”, i quattro consiglieri ritengono che appaia evidente una gestione “farraginosa e superficiale della procedura e delle sue ulteriori modifiche”, ragion per cui ritengono indispensabile una “analisi seria sulla genesi e sulla gestione del contratto” e chiedono di “voler verificare gli atti e le informazioni dedotte e, all’occorrenza, provvedere come del caso con gli atti opportuni a tutela del bene comune e affinché la trasparenza dell’azione amministrativa sia sempre il motore della buona politica”.
Vedremo cosa decideranno il Prefetto di Napoli e il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.
IL TESTO INTEGRALE DELL’ESPOSTO DEI QUATTRO CONSIGLIERI A PREFETTO E ANAC