Niente pace nel Pd per il candidato sindaco: missione fallita del segretario provinciale

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Ha chiesto due passi indietro per l’unità del partito: ne ha ottenuto solo mezzo.

E’ stata una disfatta totale la missione del segretario provinciale delPDMarco Sarracinoa Pozzuoli per convincerePaolo IsmenoeGigi Manzonia ritirare le rispettive candidature da futuro aspirante sindaco della città.

La presenza del massimo dirigente metropolitano dei Dem ieri sera aldirettivo cittadinoconvocato presso l’hotelAgaveè stata infatti motivo di ulteriori polemiche all’interno del partito puteolano.

Una riunione in cui sostenitori diManzonihanno attaccato duramente sia lo stessoSarracino(per aver sottovalutato, a loro dire, la situazione di conflitto che già covava sotto la cenere da mesi) sia il coordinatore localeAntonio Tufano, accusato di essere troppo “appiattito” sulle posizioni del sindacoFigliolia.

Con i seguaci diIsmenoche, a loro volta, attraverso il capogruppo consiliareMariano Amirante, hanno manifestato la disponibilità a mettere da parte la candidatura dell’attuale assessore al bilancio a patto però che lo faccia anche il suo avversario presidente del parlamentino civico.

Manzonied i suoi però non hanno voluto sentire ragioni: chiedono che la decisione sia affidata alleprimarie(di partito o di coalizione, come è previsto nello statuto del PD) e a chi sostiene che non hanno nemmeno i numeri per chiederle (il 60% dell’assemblea degli iscritti) rispondono che il tesseramento interno al PD di Pozzuoli non fa testo nella definizione dei rapporti di forza tra le varie “anime” del partito, in quanto, a suo tempo, nell’ambito di una sorta di patto di non belligeranza tra le parti, fu stabilito di non superare un determinato numero di tessere per ogni rappresentante istituzionale.

I nodi da sciogliere diventano sempre più intricati.

Se nulla cambierà rispetto ad oggi, infatti, alle prossime elezioni, avremo due liste con candidati provenienti dal PD (una ufficiale col simbolo e l’altra civica senza simbolo del partito ma pur sempre con esponenti DEM) e due coalizioni di centrosinistra.