a cura di Carlo Pareto (responsabile relazioni esterne Inps Pozzuoli)
Accendere una luce, aprire una porta o connettersi a internet tramite il solo movimento di un occhio o della testa. O persino attraverso il pensiero. Sono solo alcuni esempi degli strumenti che la tecnologia assistiva può mettere a disposizione dei disabili per aiutarli a superare le barriere che ogni giorno sono costretti ad affrontare. Possibilità di utilità straordinaria e che aprono nuovi scenari e ulteriori prospettive di ricerca.
Dispositivi progettati per specifiche funzioni motorie. Si stima che 2,6 milioni di persone in Europa abbiano problemi di mobilità che colpiscono gli arti superiori e circa 1,3 milioni di loro hanno bisogno di tecnologie assistive o dell’aiuto di qualcuno per poter svolgere le attività quotidiane. Nei paesi sviluppati la cifra sale a 2,5 milioni. Si tratta di persone che soffrono di diverse malattie –come la sclerosi multipla e la sclerosi laterale amiotrofica– e vari gradi di paralisi (come la sindrome “locked-in”, che costringe una persona a potere muovere soltanto gli occhi). Questo insieme di tecnologie comprende, così, dispositivi assistivi, adattativi e riabilitativi e, nella maggior parte dei casi, le applicazioni sono progettati per svolgere una funzione specifica o aiutare una persona che ha una specifica forma di disabilità.
Approcci centrati sull’utente.
A cercare di rendere oggi questi sistemi sempre più flessibili e personalizzabili per i singoli utenti è un consorzio di istituti di ricerca, università e aziende private di sette paesi che – finanziato dall’Ue– ha sviluppato una piattaforma per implementare le tecnologie assistive. Il loro sistema, sviluppato in due anni nel progetto AsTeRICS (“Assistive technology rapid integration and construction set”) con il sostegno di 2,65 milioni di euro di finanziamenti di Bruxelles nell’ambito del settimo programma quadro dell’Unione, è già passato alla produzione commerciale e la ricerca ancora in corso dovrebbe migliorarlo ulteriormente. “Il mercato delle tecnologie assistive è attualmente soggetto a grandi cambiamenti –ha spiegato Stefan Parker, coordinatore del progetto e ricercatore presso la KI-I in Austria– Da una parte, i dispositivi mobili come smartphone e tablet stanno conquistando il mondo: ciò ha una grande influenza in questo settore del mercato. Dall’altra parte, si stanno sviluppando approcci alle tecnologie assistite più centrati sull’utente e più flessibili, dei quali Asterics è il primo e, quindi, il più importante”.
Interazioni più efficaci col sistema circostante.
Esiste, tuttavia, un limite in questo “vecchio” mercato di tecnologie assistive.
“Il problema è che, nella maggior parte degli usi attuali, questi dispositivi riescono solo a sfruttare una parte delle abilità dell’utente –ha puntualizzato Stefan Parker– o, in altri casi, non si possono adattare bene alle esigenze dell’utente, lasciandolo con un dispositivo che è appena semi-ottimale per il suo caso”.
A differenza dei sistemi di tecnologie assistite tradizionali, la piattaforma AsTeRICS si può configurare per soddisfare le esigenze specifiche dei singoli utenti. È possibile, così, scegliere da un’ampia gamma di sensori -da semplici interruttori o webcam a interfaccia neurali (brain-computer interface)- per un’interazione più efficace con il sistema a seconda delle esigenze e delle capacità di ognuno.