“Se nell’incontro che avremo domani, l’assessore al commercio Morra non ci dirà quando torneremo nel mercato ristrutturato, vuol dire che comincerà la nostra protesta occupando proprio quel cantiere”.
Sono molto arrabbiati gli 88 venditori di pesce, frutta, verdura e alimentari che dal 20 aprile scorso sono stati trasferiti dal Comune nel parcheggio ex Sofer di via Fasano. Un provvedimento che, come tutti ricorderete, fu reso necessario dalla chiusura della vicina area di vendita, disposta dal sindaco Figliolia nove giorni prima in seguito alle carenze igienico-sanitarie riscontrate il 9 aprile durante un controllo congiunto effettuato da Asl e carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni.
Dalla data del trasloco, però, sono trascorsi ben 138 giorni e gli operatori non hanno ancora alcuna informazione attendibile su quando potranno rientrare in quella che per ciascuno di essi da 12 anni è la propria “casa lavorativa”, ossia nello spiazzo antistante lo stazionamento degli autobus.
Il primo impegno del Comune era quello di tornare alla “normalità” entro il 25 luglio, tanto è vero che l’ordinanza sindacale numero 108 del 26 aprile stabiliva la requisizione dell’area ex Sofer fino a quella data, e cioè per un periodo di 90 giorni a partire dalla disposizione di Figliolia.
Ma siccome tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo qualche impedimento, ecco che lo stesso Figliolia, il 23 luglio, firma un’altra ordinanza (la numero 139) con cui prolunga la requisizione della stessa area per altri 78 giorni, e cioè fino al 10 ottobre.
Una decisione motivata dal fatto che, come spiegava il Capo dell’Amministrazione, “i lavori di adeguamento funzionale dell’area mercatale di via Fasano non sono stati completati”.
Dunque, il Comune pagherà al proprietario del suolo altri soldi per la cosiddetta “indennità di requisizione”, in più, da metà agosto, sta sborsando ulteriori 10.890 euro mensili alla ditta “Nomen” di Pozzuoli (scelta attraverso una procedura di “somma urgenza”) per il noleggio dei tre capannoni in cui sono ospitati gli ambulanti, capannoni già costati alla collettività 77.319 euro per il montaggio, l’allestimento ed i primi tre mesi di fitto.
Ma torniamo ai lavori nella “vecchia” area di via Fasano.
L’opera è stata commissionata alla ditta puteolana “F.V. Costruzioni”, che il 31 maggio si è aggiudicata l’appalto con procedura negoziata bandito dal Comune, per 417.773,51 euro, offrendo il massimo ribasso (35,2460%) sull’importo a base d’asta di 570mila euro.
I lavori, secondo quanto stabilito dal contratto tra l’impresa ed il Municipio, dovevano durare 40 giorni a partire dalla data di consegna del cantiere.
E’ evidente a tutti che i 40 giorni sono abbondantemente trascorsi e chiunque si rechi sul cantiere può vedere con i propri occhi che, del nuovo mercato, non c’è nemmeno ancora lo scheletro.
Sul perché di questi ritardi circolano soltanto molte voci ufficiose.
Le più insistenti parlano di lungaggini burocratiche per lo smaltimento dei detriti derivati dalla demolizione delle vecchie strutture e per il distacco dei contatori Enel intestati ai singoli operatori, ma anche di ritardi nella presentazione del progetto esecutivo da parte dell’impresa e di prescrizioni imposte da Sovrintendenza ai Beni Ambientali e Genio Civile. Quest’ultimo, sempre secondo indiscrezioni, avrebbe imposto un 30% di ferro in più rispetto a quanto preventivato nel progetto per i lavori di carpenteria metallica.
E proprio quello del costo del ferro supplementare pare sia il problema che sta rallentando ulteriormente l’attività del cantiere.
Questioni di cui si stanno occupando gli uffici comunali e che oggi dovrebbero “partorire” una risposta agli operatori da parte dell’assessore ai mercati Carlo Morra, incaricato dal sindaco Enzo Figliolia di seguire passo dopo passo la vicenda dopo che lunedì lo stesso Primo Cittadino (molto contrariato per questa situazione) ha ricevuto una delegazione spontanea di venditori del mercato, che gli hanno esternato tutto il proprio malumore per una situazione che sta andando troppo per le lunghe.
“Al sindaco lo abbiamo detto con chiarezza –dicono alcuni dettaglianti- Ringraziamo lui e l’Amministrazione per aver tamponato in pochissimi giorni l’emergenza che si è creata cinque mesi fa, ma in quei capannoni non ci vogliamo e soprattutto non ci possiamo stare più. Ognuno di noi ci ha rimesso almeno il 70% del fatturato, la maggior parte dei nostri clienti non la vediamo più perché qui dentro è come se non ci fossimo. Anche l’apertura del parcheggio si è rivelata quasi del tutto inutile, perché molti automobilisti usano quell’area di sosta per fare tutto fuorchè venire a spendere da noi. In più, all’interno di queste strutture abbiamo passato un’estate infernale per il caldo e non vogliamo morire di freddo in inverno, per non parlare di quello che potrebbe accadere quando pioverà: il primo temporale già c’è stato e ci stavamo allagando. Da qui ce ne dobbiamo andare subito e il Comune deve dirci quando possiamo tornare da dove siamo venuti: è lì il mercato, non qui”.
Molto perplesso anche il sindacalista Aldo Marcellini, coordinatore nazionale di Unimpresa per il commercio su aree pubbliche.
“Oggi come oggi –dice- vorrei avere la certezza del progetto definitivo e dei tempi di esecuzione. Tuttavia, credo che con un po’ di buon senso in più si sarebbe potuta tamponare la situazione ragionando in prospettiva con un intervento meno invasivo, meno costoso e più rapido, risparmiando tempo e denaro da destinare ad un nuovo polo mercatale per la sistemazione definitiva di queste attività. Io sono preoccupato per l’immediato futuro. Già penso agli enormi danni che dovranno subire residenti e attività commerciali quando cominceranno le opere di realizzazione della bretella Tangenziale-Porto nell’area che bisognerà prima o poi liberare da quei capannoni dove oggi ci sono i dettaglianti. Vorrei ricordare che, in quel tratto di via Fasano, nell’arco di poche decine di metri, con quei lavori dovranno convivere un distributore di benzina, una banca, un cantiere nautico, uno stazionamento degli autobus, una scuola superiore, un mercato al dettaglio, un mercato all’ingrosso, una chiesa, un supermercato più non so quanti altri esercenti. Saranno mesi difficilissimi per tutti: pensare ad un nuovo mercato al dettaglio altrove, invece di spendere tutti questi soldi per una struttura che si troverà ben presto proprio in mezzo a questo inferno, secondo me sarebbe stato molto più produttivo e lungimirante. Purtroppo, c’è chi l’ha pensata diversamente…”.
Intanto, il problema più urgente non scappa: il 10 ottobre, il Comune deve restituire il parcheggio ex Sofer al legittimo proprietario dell’area.
Al 10 ottobre mancano appena cinque settimane.
La “fotografia” attuale dei lavori in corso (?) nel “vecchio” mercato l’avete vista.
E, a giudicare da quest’immagine, le ipotesi sono due: o nei prossimi 35 giorni avverrà un miracolo imprenditoriale, oppure Figliolia dovrà prolungare per la seconda volta la requisizione del parcheggio ex Sofer, con altri costi a carico della collettività.
Esiste anche una terza ipotesi, ma è meglio non pensarci.
Perché sarebbe quella di lavori ancora “a zero” e capannoni da smontare il 10 ottobre, con pescivendoli e fruttivendoli che farebbero la rivoluzione…