Fatta la legge, trovato il problema. Sta infatti creando molte discussioni un particolare aspetto del nuovo regolamento per l’occupazione di suolo pubblico, approvato dal consiglio comunale con la delibera numero 8 del 27 marzo scorso ed entrato ufficialmente in vigore dal 1°luglio.
L’inghippo è nel penultimo comma dell’articolo 16 di questa normativa, laddove si sancisce che “(…) le concessioni e le autorizzazioni non possono essere rilasciate laddove la larghezza della strada sia inferiore a metri 3, al fine di garantire il passaggio di mezzi di soccorso e di emergenza. La larghezza di metri 3 libera deve essere sempre garantita (…)”.
In teoria, è tutto chiaro: il suolo pubblico può essere occupato, a patto che si lascino almeno 3 metri in larghezza di passaggio stradale.
Ma cosa accade per quelle attività che si trovano nei vicoli del centro storico, vicoli di fatto soltanto pedonali (per lo più chiusi da fioriere o dissuasori di sosta) e in alcuni casi di ampiezza di poco superiore o addirittura inferiore a 3 metri?
Accade che, di fatto, col nuovo regolamento, non possono occupare suolo pubblico.
Ma come?
Uno paga una tassa (peraltro anche abbastanza “salata” rispetto ad altri comuni italiani) e non può usufruire del servizio per il quale sborsa soldi e che ha sempre finora ottenuto?
Proprio così!
I titolari dei locali che si trovano in questa paradossale situazione (scoperta per puro caso, visto che se si va sul sito internet del Comune di Pozzuoli, nella “sezione regolamenti”, è ancora pubblicato quello sull’occupazione di suolo pubblico risalente alla delibera consiliare numero 16 del 26 marzo 1999: qualcuno svegli dal “sonno profondo” chi deve aggiornare il portale dell’Ente!!!) hanno fatto sentire la propria voce in Municipio, chiedendo alla politica di intervenire per trovare una soluzione ispirata al buon senso.
L’alternativa, infatti, è il crollo degli incassi, con tutte le conseguenze che ciò comporta (licenziamento di personale e successiva chiusura dell’attività).
Il caso è attualmente al vaglio di due commissioni consiliari (la 3^ che si occupa di viabilità ed è presieduta da Salvatore Caiazzo, e la 5^ che si occupa di attività produttive ed è presieduta da Mimmo Pennacchio).
Dopo un sopralluogo effettuato nei giorni scorsi nelle zone del centro storico “incriminate” con il responsabile dell’ufficio tecnico del traffico, Gino Figliolia, in cui tutti i rappresentanti istituzionali hanno potuto prendere atto della realtà, i componenti le due commissioni hanno incontrato gli assessori competenti per delega (Franco Fumo per la viabilità e Carlo Morra per il commercio).
E si è scoperta una cosa che ha dell’incredibile.
Cioè che quei vicoli, benché di fatto pedonali da anni, risultano ufficialmente carrabili!
In sostanza, sono considerati come vere e proprie strade aperte al traffico, anche se basta guardarli per capire che non è (e non potrebbe mai essere così), visto che in alcuni di essi non riuscirebbe a passarci nemmeno un’ambulanza.
Per adeguare la realtà alle carte bisogna dunque prendere dei provvedimenti concreti.
La giornata decisiva dovrebbe essere quella di dopodomani, mercoledì 24 luglio, quando le due commissioni consiliari si riuniranno congiuntamente per stabilire il da farsi.
Visto che il regolamento per l’occupazione di suolo pubblico fa riferimento soltanto a strade carrabili (e comunque una sua modifica comporterebbe tempi burocratici non immediati, giacchè bisognerebbe sottoporla al vaglio del consiglio comunale) l’orientamento dei componenti le due commissioni pare sia quello di proporre al sindaco Enzo Figliolia l’adozione di un’ordinanza di pedonalizzazione “ad hoc” per i vicoli del centro storico dal 1°giugno al 30 ottobre (un po’ come è stato fatto per i ristoratori di via Serapide) e dopodiché, con appositi sopralluoghi tecnici, stabilire, vicolo per vicolo, la larghezza della “fascia di rispetto” che l’esercente deve lasciare per il passaggio pedonale.
Sarà questa la giusta soluzione di compromesso per salvaguardare le legittime necessità dei ristoratori con gli altrettanto sacrosanti diritti dei residenti?
Non resta che aspettare le decisioni ufficiali.
Decisioni che i titolari di queste attività si augurano repentine: e non c’è nemmeno bisogno di spiegare perchè…