Dopo le indiscrezioni in tempo reale di Pozzuoli21, il sindaco Enzo Figliolia ha ufficialmente annunciato nomi e deleghe della sua Giunta “rimpastata”.
Ed è così confermato che uno dei nomi maggiormente sorprendenti nella squadra dell’attuale Primo Cittadino è quello del 51enne Alfonso Artiaco, gallerista di arte contemporanea famoso in tutto il mondo (nella foto copertina).
Con un “peccato originale” da spiegare.
Alfonso è infatti la stessa persona che, il 7 febbraio di tre anni fa, nell’immediata vigilia delle ultime elezioni comunali, lasciò addirittura il Pd proprio perché era contrario alla terza ricandidatura a sindaco di Figliolia.
La stessa persona che, prima di tentare (vanamente) di diventare suo avversario diretto con il Quarto Polo, firmò una lettera indirizzata a Figliolia ed ai vertici del partito sottolineando che “mai il direttivo si è riunito con un ordine del giorno chiaro ed esplicito che ponesse all’attenzione dello stesso la candidatura a Sindaco”, aggiungendo che “il solo aver richiesto la discussione, come dovrebbe accadere in una normale dialettica democratica, ha determinato reazioni che a mio avviso sono incompatibili in un sano e corretto confronto interno”, denunciando che “con questi atteggiamenti si è resa residuale la presenza del centro sinistra a Pozzuoli diradando a ogni elezione il “personale politico” che vi si riconosceva” e rassegnando “in modo irrevocabile le mie dimissioni dalla commissione trattante e dall’esecutivo, marcando in modo in equivoco la mia distanza dalla sintesi che tu ancora una volta intendi rappresentare e affidando a questa lettera il compito di manifestarti l’inopportunità di una ennesima tua ricandidatura”.
Ieri sera abbiamo incontrato Alfonso Artiaco nella sua splendida abitazione puteolana.
Chiedendogli di spiegarci con quale “coraggio” si entra nella squadra di un capitano che si è ostacolato per non farlo diventare tale.
Beh, a dire il vero se sostenete che io abbia avuto coraggio ad accettare una proposta del genere, bisogna forse dire che lo stesso coraggio, o forse di più, lo ha avuto il Sindaco nel contattarmi per manifestare le sue intenzioni.
Quando è avvenuto questo contatto?
Ci eravamo incontrati casualmente in Municipio qualche settimana fa e lui mi chiese se io fossi disponibile a dargli una mano sulla creazione del museo civico. Poi, durante il mio viaggio in America di due settimane fa, ho ricevuto la sua telefonata in cui mi chiedeva esplicitamente di dare una mano alla città occupandomi dei beni culturali.
Ha accettato subito?
No, anzi forse sarò sembrato anche un po’ scorbutico durante il nostro primo contatto, perché gli ho detto che ero impegnato sul lavoro e non potevo dargli la risposta che lui avrebbe voluto a stretto giro di posta. Poi, l’ho richiamato dopo qualche giorno e gli ho detto che poteva contare su di me. Il modo in cui me l’ha chiesto è stato importante, devo dire che Enzo è stato bravo a toccare le corde giuste, mi ha convinto il suo atteggiamento nei miei confronti e su ciò che ho voluto fosse alla base del nostro rapporto di collaborazione.
Al Sindaco ha chiesto qualcosa in particolare?
Una sola cosa, per me molto importante. Gli ho soltanto detto “caro Enzo io conosco te e tu conosci me, abbiamo due personalità piuttosto pronunciate, gli unici problemi tra di noi possono sorgere quando non ci diciamo le cose, per cui regoliamoci di conseguenza”.
Assessore, alla luce delle novità di oggi, quella lettera del febbraio 2012 contro Figliolia non la imbarazza?
Niente affatto. Era un periodo in cui sentivo di dire certe cose e le ho dette, in una veste politica e da dirigente del Pd. Ma da tre anni e mezzo non faccio più né politica né sono più iscritto al Partito Democratico. Sarei stato in contraddizione con quella lettera se avessi legato questa mia disponibilità a fare l’assessore sulla base di un progetto politico che prevedesse il disconoscimento di quanto accaduto nel febbraio 2012. Figliolia non mi ha mai chiesto un’abiura delle mie posizioni e non mi ha mai chiesto di far finta che quella lettera io non l’abbia mai scritta. Enzo mi ha chiesto un impegno da tecnico. L’unico motivo per cui mi ha voluto nella sua Giunta è la mia storia professionale. Niente di più e niente di meno. Ed io, anche se restano appena poco più di due anni alla scadenza del mandato, farò ogni sacrificio possibile per lasciare un segno positivo nella mia città. Io lavoro per la città, non per fare un favore a Figliolia: me lo ha chiesto Figliolia, certo, ma lui di Pozzuoli è il sindaco pro tempore. Non nego che mi faccia piacere essere stato chiamato a collaborare da un amministratore di centrosinistra, visto che mi sono sempre riconosciuto in questo schieramento pur con tutte le riserve su una necessità di maggiori regole all’interno dei partiti. Ma se mi avesse chiamato un sindaco di qualsiasi altro schieramento non avrei avuto problemi ad accettare per amore della mia terra. Il mio amore per Pozzuoli non è misurabile in termini politici.
Mi pare tuttavia di capire che Lei non abbia cambiato idea sulla questione che nel 2012 la allontanò da Figliolia e dal Pd. Ma se oggi qualcuno dovesse chiedere ad Alfonso Artiaco lui che ne pensa della già annunciata quarta ricandidatura a sindaco di Figliolia per le elezioni in programma nel 2017, Alfonso Artiaco cosa risponderebbe?
Io risponderei che da tre anni e mezzo non faccio più attività politica e dunque non ho alcun titolo ad intervenire su queste materie. Per di più, in virtù di quella mia scelta, non partecipo nemmeno alle dinamiche interne del Pd: per quale motivo dunque dovrei intromettermi nella vita di un partito e di una coalizione di governo?
Cosa pensa della voce, piuttosto diffusa a Pozzuoli, secondo cui Figliolia avrebbe scelto apposta Alfonso Artiaco, Paolo Ismeno e Antimo Civero nella sua squadra per evitare che costoro possano candidarsi contro di lui nel 2017 o diventare aggregatori di dissenso a favore di qualche suo concorrente aspirante sindaco?
Non credo che le cose stiano così. Ma conoscendo bene Enzo Figliolia ed avendo maturato un minimo di esperienza sia sul piano umano che quello politico, non ci metterei molto a percepire qualcosa che non mi dovesse piacere e ne trarrei immediatamente le conseguenze. E comunque c’è una regola fondamentale per un assessore tecnico: serve se può fare le cose, altrimenti non serve.
Quali sono le prime idee che vorrebbe mettere in campo?
Le ho elencate ai miei colleghi durante la prima riunione di Giunta che abbiamo appena concluso. Ma credo sia più corretto che ad illustrarle alla città sia il Sindaco.
Perché si è accollato una delega così calda come quella sulla Mobilità?
L’ho chiesta espressamente al Sindaco perché sono convinto che la valorizzazione dei nostri beni culturali sia legata a doppio filo alla nostra capacità di renderli raggiungibili attraverso i parcheggi ed i mezzi di trasporto pubblico.
In bocca al lupo all’assessore Artiaco.
Che non è il solo neo assessore , tuttavia, ad aver sparato a palle incatenate sul sindaco Figliolia all’atto della sua ricandidatura nel 2012.
Ecco infatti cosa dichiarò l’allora dirigente del Pd Paolo Ismeno (appena entrato in Giunta con la delega alle finanze) in un’intervista concessa al Corriere Flegreo il 14 febbraio di tre anni fa. “Alfonso Artiaco ha ragione: nessun direttivo del Pd è stato convocato per discutere della candidatura a sindaco e anche io, così come Alfonso, non sono mai stato informato del fatto che la candidatura di Figliolia sia stata decisa all’interno del direttivo del Pd e addirittura da tutta la coalizione del centrosinistra. D’altronde è mai possibile che il direttivo di un partito decida il candidato sindaco senza nemmeno sapere da chi sarà composta la coalizione di cui farà parte? Io credo che Pozzuoli cerchi un cambiamento nel centrosinistra e che poche persone chiuse in una stanza stanno prendendo decisioni che non sono condivise dalla città. Niente di personale contro Figliolia, ma la sua terza candidatura a sindaco non rappresenta quell’elemento di novità in grado di dare il colpo di grazia ad un centrodestra che potrebbe presentarsi alle elezioni molto frammentato. E non vorrei che fosse proprio il centrodestra a trovare la sua sintesi e a ricompattarsi su un elemento di novità: perché se così fosse rischieremmo di andare incontro ad un’altra sconfitta. E questo è un ragionamento che avrebbe dovuto fare Figliolia, decidendo un suo passo indietro per il bene del centrosinistra. Per chi fa politica è umiliante sentirsi dire che bisogna riproporre lo stesso candidato per la terza volta in 11 anni. E mi chiedo: visto che abbiamo soltanto Figliolia da proporre agli elettori, vuol dire che se Figliolia non si volesse candidare, a Pozzuoli dovremmo chiudere il Partito Democratico?”.
Magari anche Ismeno spiegherà le sue ragioni di adesso, a fronte di queste dichiarazioni.
Resta il coraggio del Sindaco, che si è scelto come compagni di viaggio chi voleva ammazzarlo politicamente.
Chissà se Figliolia li ha “perdonati”, col tempo ha dato loro ragione oppure vuole soltanto “ricambiare (concretamente) il favore”…