a cura di Carlo Pareto (responsabile relazioni esterne Inps Pozzuoli)
E’ un bilancio drammatico e destinato a peggiorare quello tracciato recentemente dall’Amnil (l’Associazione Nazionale tra Lavoratori e Mutilati del lavoro) presso il Circolo della Stampa Sporting di Torino, incontro durante il quale l’associazione ha presentato due iniziative di sensibilizzazione sul tema. Secondo i dati dell’Inail contenuti nel Rapporto Annuale, nel 2011 sono state denunciate, ai fini del riconoscimento e dell’eventuale indennizzo, 2.250 patologie correlate all’amianto, pari al 5% delle 46.558 malattie professionali segnalate complessivamente nell’anno. Quello delle patologie da asbesto è un fenomeno in espansione tendenziale: il dato 2011 fa registrare infatti un aumento del 18% nell’ultimo quinquennio (erano circa 1.900 nel 2006) e di ben il 50% nell’ultimo decennio (erano 1.500 circa nel 2001). Andamento che non sorprende, visti i lunghi periodi di latenza di queste malattie che possono manifestarsi anche dopo decenni dall’esposizione. Ma non basta: sulla base di stime elaborate dai tecnici Inail e da altri esperti in materia, il picco di manifestazione della malattia è previsto intorno al 2025 quando, secondo le proiezioni dell’Anmil, saranno almeno 3.500 i casi di malattie correlate all’asbesto con una crescita di circa l’85% rispetto all’anno base 2006 e del 56% in confronto ad oggi. Esistono diversi tipi di malattie causate dall’inalazione di fibre di amianto: secondo l’Inail, la patologia più diffusa attualmente è rappresentata dalle ”neoplasie da asbesto” che hanno colpito 914 lavoratori nel 2011 e che costituiscono il 40% circa di tutte le malattie legate all’amianto. Si tratta di un insieme di forme tumorali tra cui spicca il ”mesotelioma pleurico” (600 casi nel 2011), il ”carcinoma polmonare” (279 casi) e il ”mesotelioma peritoneale” (35 casi). Oltre alle neoplasie, c’è l’asbestosi, patologia in progressivo declino che ha avuto ampia diffusione nella seconda metà del secolo scorso: nel 2011, si sono manifestati 533 casi di questo evento morboso (24% del totale delle malattie da asbesto) ma restano in eredità, dai decenni trascorsi, oltre 3.000 titolari di rendite per inabilità permanente e circa 2.500 familiari superstiti di lavoratori deceduti a causa di questa malattia. Sempre più diffuse, tra le altre malattie da asbesto, le ”placche pleuriche’‘ una patologia in progressiva ascesa che si è manifestata in 803 casi nel 2011 (36% del totale). La malattia da asbesto si manifesta per lo più tra gli uomini e soprattutto tra le persone di età avanzata. La quasi totalità dei lavoratori che hanno contratto una malattie da asbesto è di sesso maschile: in particolare il 96% di quelli affetti da asbestosi ed il 94% di quelli colpiti da neoplasie. Il 53% dei tecnopatici ha un’età superiore ai 65 anni e ben il 97% ha un’età superiore ai 50 anni. I più colpiti sono i settori dell’industria pesante (metallurgia, siderurgia, fabbricazione mezzi di trasporto). Per quanto concerne la distribuzione territoriale le malattie neoplastiche da asbesto si concentrano per oltre il 70% nelle regioni settentrionali del Paese e segnatamente nel Nord-Ovest (46% del totale) e nel Nord-Est (25%); diffusioni più limitate si riscontrano invece nel Mezzogiorno (17%) e nelle Regioni del Centro Italia (12%). In base ad uno studio condotto direttamente da Legambiente, ci sono nel nostro Paese ancora 75.000 ettari di territorio contaminato da amianto e che non sono stati mai bonificati.