Per molti cittadini, abituati alla sua presenza come punto di riferimento da circa mezzo secolo, non vederla più da un momento all’altro ha rappresentato quasi uno shock. Ma la palma di 25 metri che fino a stamattina adornava la rotonda di piazza Capomazza (meglio conosciuto come “quadrivio dell’Annunziata”) non poteva più essere salvata da quel maledetto cancro denominato “punteruolo rosso”, che la stava lentamente divorando, mettendo seriamente a repentaglio l’incolumità di tutti.
E così, questa “Phoenix Dattilifera” è stata rimossa d’urgenza dal Comune, con un lavoro durato tre ore, sotto l’occhio vigile della Forestale.
Ci spiega tutto Attilio Iaccarino, responsabile dell’ufficio giardini del Municipio.
“La palma in questione era attaccata dal punteruolo rosso da circa due anni –dice il funzionario dell’Ente- ma la stavamo curando per tentare di salvarla. Stamattina era infatti in programma un intervento di manutenzione: avremmo accorciato la parte malata ed effettuato un trattamento per ringiovanire tutta la parte sana della pianta. Solo che, ad un sopralluogo più approfondito, ci siamo accorti che la situazione era completamente compromessa, la parte marcia aveva ormai preso il sopravvento e dunque la propensione al cedimento della cima della palma era diventata altissima. Per darvi un’idea, stiamo parlando di un peso da 20 quintali che si sarebbe potuto staccare da un momento all’altro da un’altezza di 25 metri: un pericolo mortale! Certo, anche a noi è dispiaciuto abbatterla visto che ormai faceva parte del paesaggio di Pozzuoli e ci eravamo un po’ tutti affezionati, ma capirete che in una situazione del genere non potevamo fare altrimenti. Comunque la rotonda non resterà così: già da lunedì mattina pianteremo una palma molto più resistente al punteruolo rosso, una Washingtonia Robusta di circa 4 metri, che nel giro di 5-6 anni triplicherà la sua altezza”.
Una volta tanto, è giusto dare merito alla prontezza del Comune nello sventare una probabilissima tragedia.
Pazienza per la palma “malata”: col tempo impareremo ad apprezzare anche la sua “sostituta”.