C’è anche quello di un sacerdote della Diocesi di Pozzuoli tra i 47 nomi indicati in un corposo dossier (oltre 1.200 pagine) consegnato una settimana fa presso la Cancelleria della Curia Arcivescovile di Napoli.
La documentazione (composta da foto e messaggi di una chat erotica) riguarda i casi di omosessualità nei quali sarebbero coinvolti sacerdoti, religiosi e seminaristi di alcune Diocesi italiane.
Dell’esistenza di questo scottante incartamento aveva scritto il sito “Gaynews”, specificando che l’autore è un ex gigolò napoletano, Francesco Mangiacapra, già conosciuto per aver denunciato i presunti traffici di don Luca Morini, soprannominato “Don Euro”.

Mangiacapra (autore del libro “Confessioni di un marchettaro”, dal quale è partito il dossier, libro in cui racconta la sua storia di avvocato che decide di diventare gigolo e amante di molti sacerdoti) ha precisato che in questo dossier “non ci sono preti pedofili, ma segnalo un prete agli arresti domiciliari per pedofilia che fa incontri con maggiorenni durante il periodo degli arresti domiciliari” e ha spiegato che il motivo per cui ha inviato il materiale alla Curia di Napoli “non è far del male alle persone menzionate, ma aiutarle a comprendere che la loro doppia vita, per quanto apparentemente comoda, non è utile a loro né a tutte le persone per cui esse dovrebbero rappresentare una guida e un esempio da seguire. Il comportamento di questi prelati è, in molti casi, frutto dell’impunità a cui gli stessi vertici della Chiesa li hanno abituati: quella ingiusta tolleranza che alimenta l’idea di poter continuare a separare ciò che si esercita da ciò che si esprime, come è tipico di chi ha una doppia morale schizofrenica. Con troppa sicurezza questi sacerdoti sono abituati a contare su quella discrezione di cui da tempo beneficiano, e che ingiustamente consente loro di spogliarsi occasionalmente della tonaca a uso e consumo dei propri vizi”.
Tra schede personali, schermate di conversazioni, messaggi e chat di incontri, il contenuto di questo dossier è davvero inquietante sulla doppia vita di alcuni sacerdoti, che proverrebbero dalle seguenti Diocesi: Acerra (1), Acireale (1), Amalfi-Cava (2), Aversa (2), Bari (2), Catania (1), Cosenza-Bisignano (2), Ischia (1), Isernia (1), Manfredonia-San Giovanni Rotondo (1), Messina (1), Molfetta (1), Napoli (2), Nardò-Gallipoli (1), Nocera-Sarno (2), Noto (1), Oppido Mamertina (1), Palermo (1), Piazza Armerina (1), Pozzuoli (1), Roma (3), Salerno (2), Teano-Calvi (1), Teggiano-Policastro (7), Trani-Barletta-Bisceglie (1), Tursi-Lagonegro (4), Tricarico (1), Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado (1), più un appartenente all’Ordinariato Militare.