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Prove di fuga da Pozzuoli, lo sconforto dei volontari di protezione civile: “C’è anche chi vorrebbe soldi per partecipare all’esercitazione”

Quando mancano appena quattro giorni al termine del loro lavoro, hanno raccolto complessivamente meno del 30% delle adesioni massime previste. Ma soprattutto tanta indifferenza da parte della stragrande maggioranza dei puteolani che si sono imbattuti nelle loro postazioni.

Stiamo parlando dei volontari di protezione civile che da una settimana stanno cercando di sensibilizzare la popolazione puteolana residente in alcune strade della zona alta (via Carmine, via Ragnisco, via Pisacane, via Mameli, via Alighieri, via Cattaneo, via Rosini, viale Capomazza, via Pergolesi, via Vecchia San Gennaro, via Ortodonico, via Anfiteatro, via Artiaco, traversa Pisano, corso Terracciano, via Celle, via Diano e via Girone)  a partecipare alla prova di evacuazione da Pozzuoli, prevista per sabato prossimo 19 ottobre, durante tre ore della mattinata.

Per poter prendere parte alla simulazione, bisogna fermarsi ad uno di questi tre banchetti (posizionati nei pressi del cinema “Sofia”, del largo Palazzine e di piazza Capomazza) compilare, firmare e riconsegnare appositi moduli (scaricabili anche cliccando su questo link e, in tal caso, da inviare per mail a protezionecivile.pozzuoli@gmail.com).

Dalle informazioni che siamo riusciti finora a raccogliere, abbiamo ricavato  un quadro della situazione piuttosto desolante.

“In molti ci evitano, ci passano davanti ignorandoci  o sono troppo impegnati a smanettare sul cellulare, ma a volte appena ci vedono cambiano addirittura marciapiede, come se rappresentassimo un fastidio o una perdita di tempo. Chissà, magari pensano che sia una cosa politica o qualche confessione religiosa che vuole convertirli o volontari che chiedono donazioni di sangue. Oppure magari sanno di cosa si tratta e pensano che portiamo sfiga o che bisogna pagare qualcosa e quindi ci tengono a distanza”, ci raccontano ai gazebo disseminati in città, uno dei quali, quello in via Rosini, ha visto i volontari industriarsi addirittura con cartelli fai da te per essere riconoscibili e spiegare chi sono e cosa fanno, ma, soprattutto, che le informazioni fornite sono gratuite.

“E’ deprimente vedere che per eventi così importanti in un luogo così esposto al rischio di un’eruzione vulcanica, quasi tutte le persone che incroci non ha alcun interesse, quando poi pensi che se  al posto della protezione civile ci fosse un banchetto del Grande Fratello o di Uomini e Donne ci sarebbe una fila chilometrica.  Noi ci proviamo pure a spiegarlo che si tratta di un’occasione irripetibile per prepararci per bene in caso di emergenza, ma quando c’è gente che ti chiede se danno soldi o ti offrono il pranzo per partecipare all’esercitazione, o che ti dice che sono solo soldi buttati perché tanto non succederà mai niente, o che bisogna prima fare le prove per superare i temporali che bloccano la città, ti cadono le braccia e pensi che a Pozzuoli non ci sia speranza…”  .

Sono infatti quasi esclusivamente diplomati e laureati i più disponibili a voler essere attivamente coinvolti in questa esercitazione (almeno quelli che non hanno espressamente detto di voler trascorrere il weekend fuori città).

Ma quando si passa ad interlocutori con un livello di scolarizzazione più basso, cominciano i rifiuti, con motivazioni che a volte lasciano senza parole: “C’è chi si è finto addirittura straniero  pur di non interloquire con noi, chi ha detto di non avere documenti con sé e che sarebbe ripassato  – ci raccontano ancora i volontari  – Chi ha chiesto soltanto se fosse vicina un’eruzione e, quando abbiamo risposto di no, ha ritenuto che stessimo promuovendo una cosa inutile. Per  non parlare di chi ci ha risposto che il sabato lo passa a fare la spesa o al centro commerciale e  dunque non ha tempo per queste cose. Per finire con chi ci ha risposto chiaro e tondo che vuole morire nella sua terra e dunque non scapperebbe mai da Pozzuoli nemmeno se tutti gli altri lo facessero e se fosse obbligato a farlo…”.

Questo lo stato dell’arte, ad oggi. Un clima che demotiva molto i volontari. E chissà se è tale scoraggiamento ad aver causato anche la scomparsa, stamattina, delle due postazioni sulle Palazzine e in piazza Capomazza, con l’unico gazebo disponibile (quello dell’Associazione Nazionale Carabinieri) soltanto in via Carlo Rosini…

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