“Il sottosuolo della cava di Licola continua a bruciare, anche se si trova sul territorio di Giugliano dista meno di 300 metri dalle prime abitazioni di Monterusciello: cosa sta facendo la massima autorità sanitaria locale mentre i residenti si avvelenano?”
La denuncia arriva da Facebook, dove, sul gruppo “Sei di Pozzuoli se…”, Antonio Coppola pubblica le foto raccapriccianti dei fumi (dall’odore acre e persistente di plastica bruciata) che fuoriescono da questo enorme imbuto collocato al confine tra i due comuni.
Il rogo, che proviene dal fondo di questa cava, non si ferma dal 16 luglio.
Sì, avete letto bene: le fiamme, divampate sette domeniche fa, nessuno ancora è riuscito ad estinguerle del tutto.
E nessuno sa cosa stia bruciando là sotto da quasi due mesi.
C’è chi dice addirittura che i pompieri abbiano dovuto desistere da ulteriori interventi dopo che uno di essi avrebbe assistito ad un ulteriore sprofondamento del suolo durante alcune operazioni di spegnimento.
“Qui a Licola ma anche a Monterusciello, preghiamo che arrivi giù tanta pioggia, sperando che blocchi questa bomba ecologica, che sta avvelenando tante persone. Penso che in questo caso qualcuno deve essere denunciato, spero intervenga la magistratura”, scrive ancora il signor Coppola attraverso il social network.
Se, come si sostiene, la cava è in territorio di Giugliano, auspichiamo un immediato intervento del sindaco giuglianese, Antonio Poziello.
Ci auguriamo tuttavia che faccia sentire la propria voce anche quello puteolano, Enzo Figliolia, visto che quei fumi investono soprattutto il territorio da lui amministrato.
Ci risulta che della questione sia stata informata la senatrice puteolana Paola Nugnes: confidiamo pure in lei, affinché, attraverso il Parlamento, si accendano i riflettori su questa incredibile vicenda.
Non ricordiamo infatti un incendio che si sia protratto per tutto questo tempo senza poter essere domato: o è un primato mondiale o poco ci manca…