Ricevo e pubblico*
Egregio direttore Pontillo, ormai è qualche decennio che esiste una evidente crisi delle democrazie occidentali in termini di credibilità e disaffezione nel rapporto tra cittadino e chi ci governa.
Il mancato coinvolgimento dei cittadini, a qualsiasi livello e le mancate risposte, non fa altro che aumentare il disinteresse nelle istituzioni, che tra la politica e il cittadino dovrebbe essere inesistente.
Se così stanno le cose, allora significa che i continui appelli, fatti dai nostri sindaci, sulla continua richiesta di partecipazione dei cittadini, fatta di suggerimenti, idee, consigli e proposte, si tramuta in squallido qualunquismo, indifferenza o scelta politica ponderata?
Fatta questa doverosa premessa, è da un po’ di tempo che cerco di comunicare tutta la mia disapprovazione per i lavori realizzati per il rifacimento della importante arteria di via Solfatara/ via San Gennaro.
Ristrutturazione, a quanto appreso dall’Albo Pretorio del Comune, dal costo di 600 mila €.
Lavori che non hanno visto né la ricostruzione dei marciapiedi mancanti, né l’abbattimento delle barriere architettoniche (vedi attraversamenti pedonali), cosa tra l’altro obbligatoria per legge, contravvenendo a quando dichiarato dal signor Sindaco, il quale, quando annunciò l’inizio dei lavori, parlò di lavori necessari per riqualificare una delle arterie più affascinanti e panoramiche del mondo.
Ma non è su questo che intendo soffermarmi.
Lo scrivente è da sempre un motociclista e conosce perfettamente l’importanza della sicurezza delle strade cittadine, che possono nascondere insidie anche pericolose, specialmente per la circolazione dei mezzi a due ruote.
Solo per questo motivo, ho cercato di comunicare all’Amministrazione Comunale la qualità dei ripristini effettuati a seguito lavori di scavi avvenuti sulla strada appena asfaltata e non.
Via Solfatara corsia direzione centro 50 metri prima del Santuario di San Gennaro, via San Gennaro 34 (attraversamento entrambe corsie), incrocio con via Antiniana (su entrambe le corsie) civico 66 dove uno scavo è diventato un solco pericolosissimo, ed altri ancora.
Volevo ricordare che i regolamenti comunali prevedono quali prescrizioni devono osservare le ditte incaricate nell’eseguire lavori di scavo sulla pubblica via, con tanto di norme sul ripristino dello stato dei luoghi.
Prescrizioni che puntualmente vengono violate, anche grazie al mancato controllo, facendo venir meno, in questo modo, i requisiti necessari alla creazione di strade sicure.
Per questo motivo, come risulta dalle ricevute che le invio, il 18 giugno ho spedito una pec certificata all’Assessore ai Lavori Pubblici, cosa ripetuta il 5 luglio con il testo che le allego.

Ma purtroppo, come dicevo nella premessa, nessuno si è degnato di rispondere alla missiva inviata, fosse solo per comunicare la ricezione, cosa avvenuta con il sistema automatico di notifica.
Sarebbe bastato che qualche incaricato dell’intestatario della lettera, (magari anche l’ultimo dei dipendenti comunali) mi avesse comunicato: “Prenderemo in considerazione le sue raccomandazioni e sarà nostra cura, nei limiti del possibile, salvaguardare, nel migliore dei modi la cosa pubblica e l’incolumità dei cittadini”.
Invece è stato trasmesso solo un silenzio assordante, che sembra avere lo stesso identico sapore di quanto interpretato dal mitico Alberto Sordi nel film “Il Marchese del Grillo”: “…perché io sono io…e voi non siete un c….!”.
P.S. Pensi che mi accontenterei perfino della risposta del Presidente della Commissione Consiliare Lavori Pubblici…
*Ivan Di Roberto