Cinquantamila firme da raccogliere entro il 31 ottobre. E’ l’obiettivo minimo per portare all’attenzione del Parlamento il progetto di legge di iniziativa popolare sull’istituzione della tariffa unica della Rc Auto in tutta Italia.
Un’importante novità di cui “Pozzuoli21” ha già dato notizia in tre occasioni (il 28 giugno http://www.pozzuoli21.it/rc-auto-una-firma-per-poter-risparmiare-fino-a-1-000-euro-allanno/; il 1°luglio http://www.pozzuoli21.it/rc-auto-meno-cara-per-legge-raccolta-di-firme-al-mercatino-di-monterusciello/ e il 9 luglio http://www.pozzuoli21.it/rc-auto-meno-costosa-per-la-nuova-legge-si-firma-anche-al-municipioma-il-comune-non-lo-dice/) ma che ora si arricchisce di un altro importante tassello informativo, ossia l’incontro pubblico che si è tenuto ieri sera nella sede puteolana dell’Associazione per il Meridionalismo Democratico (presieduta da Nicola Olivieri) per spiegare come si è arrivati a formulare questa proposta ideata per “battere le ingiuste discriminazioni territoriali nel campo dell’assicurazione per la responsabilità civile automobilistica”.
Una proposta attraverso la quale, con un’integrazione al comma 1 dell’articolo 133 del decreto legislativo 209 del 2005, si obbligherebbero le compagnie assicurative (al momento di rinnovare il contratto o quando se ne stipula uno nuovo) ad applicare il premio più basso previsto sull’intero territorio nazionale da ogni compagnia a chi non abbia denunciato incidenti negli ultimi cinque anni.
“Si tratta di smantellare il parametro residenziale che ha portato al fallimento la Rc Auto in Italia”, come ha sottolineato Vincenzo Ferrante, responsabile nazionale tecnologie e mobilità di Konsumer Italia.
“Il nostro dovere –ha successivamente rimarcato Rosario Stornaiuolo, presidente campano di Federconsumatori- è abbattere una discriminazione economica enorme di Napoli e della Campania rispetto al resto del paese, ma anche dell’Italia rispetto all’Europa. Su 100 assicurati in Italia, soltanto cinque pagano secondo la media europea. Perché mai dovremmo guardare l’Europa su tutto e non sulle assicurazioni, che in Italia ormai rappresentano la lobby più potente e legata a doppio filo con la lobby delle banche? E’ chiaro che le compagnie fanno cartello sulle tariffe ed è per questo che a Roma dobbiamo portare vagonate di firme. E’ una battaglia che dobbiamo fare per evitare che il Sud si stacchi sempre più dal paese reale. E, se non ci riusciremo con questa legge, ne faremo altre. Non siamo un popolo di imbroglioni e lo dimostra un dato: nel 2013 sono diminuite del 20% le diagnosi di colpo di frusta in seguito ad incidenti stradali, ma non sono calate le tariffe assicurative”.
Clamorosa poi la provocazione di Alessandro Citarella, coordinatore regionale dei Meridionalisti Democratici: “Se non riusciremo a sconfiggere con una legge di iniziativa popolare questa sorta di apartheid del sud anche nel campo della Rc auto, vorrà dire che troveremo 50.000 cittadini disposti a versare 1.000 euro ciascuno per creare una mutua assicurazione meridionale che stipuli polizze soltanto ai residenti da Formia alla Sicilia, a cominciare dalla prima classe. E poi vediamo che succede!”.
Per Francesco Menna (vicepresidente regionale di Confartigianato), invece “non c’è nessuna ragione al mondo per continuare a vedere perpetrata una rapina del genere. Vogliamo vedere quali politici si sottrarranno a questa battaglia e con quali ragioni eviteranno di metterci la faccia. Una battaglia che non si può perdere giacchè si tratta di combattere un’ingiustizia fondata su un obbligo, quello di stipulare la Rc Auto. E non si può essere obbligati a subire taglieggiamenti da un privato!”.
Infine, ma non certo ultimo per importanza, l’intervento del primo firmatario della proposta di legge, ossia Leonardo Impegno, deputato del Pd (nella foto grande in alto).
“Purtroppo –ha esordito il 39enne parlamentare partenopeo- su questo tema scontiamo un luogo comune degli ultimi 20 anni, e cioè che ci siamo meritati questi aumenti perché saremmo un popolo di truffatori. In realtà, qui a Napoli facciamo lo stesso numero di incidenti di Torino e meno di Milano. E, soprattutto, nessuno sa dire quante truffe assicurative siano state fatte a Napoli: io stesso ho scritto all’Ivass (l’Istituto per la Vigilanza sulle assicurazioni, ndr) per conoscere questo dato e non ho ancora ricevuto risposta. Molti però non sanno che a scoprire le truffe nel ramo assicurativo, per legge, dovrebbero essere proprio le compagnie. Ma non lo fanno perché non hanno interesse. D’altronde, stiamo parlando di un sistema bloccato, con 4 compagnie che detengono il 70% del mercato assicurativo e offrono un prodotto obbligatorio per legge. Anche io sarei capace di fare l’imprenditore ed arricchirmi a queste condizioni. Siamo di fronte ad un oligopolio, poche compagnie fanno il prezzo e non c’è competizione. D’altronde ci sarà un motivo per cui solo nel ramo assicurativo non entrano in Italia aziende straniere a fare concorrenza così come accade in tutti gli altri settori imprenditoriali. E il motivo è che, nonostante le compagnie dichiarino di lavorare in pareggio con la Rc Auto, negli ultimi due anni, nel periodo di massima crisi economica, hanno distribuito ai propri azionisti dividendi per 2 miliardi di euro. Con questa proposta di legge –ha proseguito Leonardo Impegno- le compagnie assicurative dovranno adeguarsi alla virtuosità dei cittadini, e non viceversa. E sono certo che, con le tariffe più basse sul mercato dopo cinque anni senza incidenti, recupereremo anche i quattro milioni di veicoli ed il 70-80% di motorini che non sono assicurati proprio per il costo eccessivo della Rc Auto. Così come spariranno anche le residenze di comodo in altri comuni italiani: io sono convinto, ad esempio, che Napoli sia scesa sotto il milione di abitanti proprio per questa situazione. Dopodichè ci sono dei numeri che si devono conoscere e che non dice nessuno: a Napoli gli incidenti sono scesi del 35%, rispetto al -30% della media nazionale, ma le tariffe sono diminuite solo del 6%. E allora il problema non sono né i sinistri né le truffe ma il sistema assicurativo che non funziona. Questa battaglia dobbiamo vincerla tutti insieme perché non ha colori politici: a condividere la proposta di legge ho convinto molti deputati meridionali del Pd, ho avviato un buon dialogo con i colleghi del Movimento Cinque Stelle, di Forza Italia, di Sel, del Nuovo Centrodestra. Faccio anche un passo indietro se si tratta di rendere qualcuno più visibile, ma dobbiamo essere compatti, portare le firme in Parlamento e far approvare questa legge. Poi potremo anche perdere perché ci scontriamo con una lobby fortissima. Ma, per quanto mi riguarda, su questo tema, non mi arrenderò mai”.
Bene: non si arrenda l’onorevole Impegno, ma soprattutto non arrendiamoci tutti noi.
50mila firme sono un obiettivo raggiungibile, ma al 31 ottobre mancano 109 giorni, pari a 15 settimane.
E, con le ferie estive di mezzo, il tempo scorre velocissimo…
Per tutti i puteolani, basta cliccare nella foto sottostante per sapere dove si può firmare presso gli uffici comunali di Pozzuoli.