lunedì, Settembre 9, 2024
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“Referendum: il voto di Pozzuoli deve farci riflettere”

Ricevo e pubblico*

Gentile Direttore, Le chiedo ospitalità per esprimere ed estendere, attraverso il Suo blog, una opinione di carattere  politico  unita ad alcune considerazioni.

Innanzitutto credo sia importante ringraziare gli oltre 17.000  puteolani  che domenica si  sono recati alle urne nonostante i ripetuti appelli all’astensione.

Una bellissima giornata di  democrazia e di partecipazione.

Il 26,84 %  dei puteolani è andato a votare.

È un buon risultato in una Città dove ormai vota poco più del 46 % degli elettori, fatte salve le percentuali di crescita legate alle consultazioni comunali.

Infatti, alle ultime elezioni regionali del 2015, pur essendo elezioni di un certo interesse per la presenza di candidati locali in diversi schieramenti, su un corpo elettorale di 65.996 iscritti nelle liste elettorali del Comune di Pozzuoli si è recato a votare il 46,64% degli aventi diritto pari ad un totale di 30.778 votanti, peraltro, con un incremento di circa 3 punti percentuali rispetto alle elezioni europee del maggio 2014.

Ed è proprio sul voto espresso da questo 26% di puteolani e sul dato dell’astensionismo che anche nella nostra Città ha raggiunto livelli di guardia, che ritengo  vada rivolta  una particolare attenzione da parte della politica.

Sono convinta  che il voto espresso dal  questo 26% di cittadini, vada oltre l’astensionismo e un voto di carattere “strutturato” inteso, questo, come voto di parte, e sia stato vero voto di opinione ed espressione di vera partecipazione democratica.

Un’analisi del voto referendario a Pozzuoli non può, a mio parere, prescindere da queste semplici considerazioni e cioè che il dato di partenza dell’elettorato attivo debba essere considerato quello che si è espresso nelle consultazioni in riferimento, e cioè il 46,64% nell’ipotesi più favorevole del dato.

Di qui ritengo che a Pozzuoli,  pur nella consapevolezza, che, in questa mia analisi, di carattere locale,  mi possa essere opposto il dato di legge, che il rapporto percentuale di espressione di voto al referendum debba rapportarsi non al 26% bensì, come dato reale di percentuali di votanti strutturatesi nelle precedenti consultazioni, al 55,88%.

scheda2Pozzuoli, quindi raggiunge  sul quesito referendario, come corpo elettorale attivo, una percentuale maggioritaria sul SI.

Non possiamo sottrarci però, ad una riflessione seria sul dato dell’astensionismo come dato in costante aumento e che rappresenta il grande problema politico del nostro tempo e generato soprattutto dall’erosione della fiducia dei cittadini nei confronti degli amministratori e delle istituzioni democratiche.

L’astensionismo, quello vero, è il sintomo  di una crisi del  livello di fiducia nei partiti che più si abbassa, più fa crescere la passività tra i cittadini.

Sono certa che il risultato del voto referendario di  Pozzuoli, è il luogo dal quale far partire una analisi approfondita del voto.

Dovremo per questo,  essere in grado di comunicare con maggiore incisività la  proposta politica ed i programmi futuri del P.D. di Pozzuoli  coinvolgendo un’area politica di centro-sinistra quanto  più ampia  e desiderosa di contribuire ad un progetto comune  e, allo stesso modo, recuperando la fiducia dei tanti che oramai si astengono in maniera stabile dal voto.

In conclusione, è mia personale opinione e convincimento che ci sia a Pozzuoli l’esigenza  di ritrovarsi in una forma di partito simbolo della partecipazione, e su come dare risposte ai cittadini su temi come i beni comuni, l’ambiente, il territorio, la viabilità e il lavoro.

Oggi, il risultato del voto referendario di Pozzuoli, lo si voglia o no credere, ci consegna una parte non trascurabile di pubblico critico che si forma delle proprie opinioni e che un giorno potrebbe andare a vedere, se non soddisfatto, verso quale offerta politica indirizzarsi.

*Maria Carmine Tumiatti
(Dirigente P.D. Pozzuoli)

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