Mettere in sicurezza l’area del cratere e consentire ai visitatori di tornare ad usufruire del campeggio interno.
E’ l’appello lanciato dai Verdi di Pozzuoli per la Solfatara, finita sotto sequestro il 26 ottobre scorso in seguito alla orribile morte di Massimiliano, Tiziana e Lorenzo Carrer, i tre turisti di Meolo (in provincia di Venezia) precipitati in una voragine apertasi il 12 settembre nel bel mezzo del vulcano.

L’inchiesta della Procura di Napoli (condotta dal pm Ilaria Mancusi Barone e coordinata dall’aggiunto Giuseppe Lucantonio, che ha già portato ad un avviso di garanzia per Giorgio Angarano, amministratore unico della società “Vulcano Solfatara srl”, proprietaria del sito, accusato di omicidio colposo plurimo) è infatti concentrata sulla carenza di misure di prevenzione e di sicurezza nella Solfatara.
Criticità di cui i Verdi puteolani chiedono di accelerare la soluzione attraverso una raccolta firme che sarà effettuata domenica mattina (dalle 10 alle 13) all’ingresso del vulcano.

La petizione è stata promossa, attraverso Facebook, da Paolo Tozzi, consigliere comunale e della Città Metropolitana con delega all’ambiente.
“La Solfatara è la principale attrazione turistica della nostra città e quindi non può continuare a rimanere chiusa –spiega sul social il dermatologo prestato alla politica – La sicurezza va senza dubbio garantita, i percorsi all’interno del vulcano sono vari ma la magistratura purtroppo è lentissima e Pozzuoli non si può permettere di perdere 400 mila visitatori l’anno che rappresentano uno dei maggiori volani per l’economia cittadina”.
Questo l’sos dei Verdi, indirizzato ovviamente anche al recupero dei tanti posti di lavoro saltati dopo il provvedimento di sequestro dell’area.
Vedremo che riscontro concreto otterrà domenica mattina e, soprattutto, se produrrà un’accelerazione sui tempi della giustizia in questa delicatissima indagine.